Addio alla crescita fino al 2050: ritorna l`economia della rendita

In un bell`articolo di Donald Cox, Professor of Economics Boston College e publicato nell`ultimo report inviato ai suoi clienti da una importante banca internazionale (Credit Suisse, ndr), viene citato uno studio di due professori americani Thomas Piketty della Paris School of Economics e da J. Bradford DeLong, della University of California, Berkeley che si sono preoccupati di calcolare il peso dell`eredità nell`economia, a prescindere dalla motivazione sottostante al suo lascito.

Addio alla crescita fino al 2050: ritorna l`economia della rendita

Secondo i due studiosi le eredità dovrebbero svolgere un ruolo più importante nelle economie caratterizzate da una crescita lenta rispetto a quelle con una crescita più rapida. In un`economia agricola stagnante dal punto di vista tecnologico, ad esempio, la ricchezza è interamente basata sull`eredità, e l`unico bene patrimoniale, l`azienda agricola, viene trasmesso da generazione a generazione. Nelle economie a rapida crescita i figli tendono invece ad essere più ricchi dei genitori, e il peso dell`eredità svanisce di fronte alla ricchezza accumulata in prima persona. I nuovi afflussi di denaro sono più abbondanti, e quindi più importanti di quelli vecchi. In uno scenario di crescita, la società si fonda su principi meritocratici e la posizione dei singoli deriva dal lavoro svolto. Quelle del passato erano invece società di redditieri, nelle quali la posizione era determinata dalla nascita, dal matrimonio o da entrambi.

Secondo Piketty, l`importanza dell`eredità è destinata ad aumentare e, entro il 2050, l`eredità riacquisterà il proprio ruolo preminente all`interno dell`economia, come nel XIX secolo.  

Secondo DeLong, l`eredità era un tempo considerata un modo del tutto rispettabile di acquisire ricchezza: il primogenito maschio ereditava tutto e doveva a sua volta preservare il valore delle proprietà per i propri eredi. Tramite lui poteva continuare la linea familiare. Più tardi, tuttavia, ereditare divenne quasi disdicevole, come dimostrano le elevate aliquote fiscali sulle grandi proprietà nell`America post-depressione del XX secolo.

Se le imposte fungono da indicatore, forse la tendenza ad alleviare la pressione fiscale sulle proprietà in alcuni paesi preannuncia la propensione verso un maggiore apprezzamento dell`eredità.

Qualora l`eredità dovesse rimpossessarsi del vecchio ruolo di principale contribuente alla ricchezza nazionale, non sarebbe la prima volta che la società passa da un modello meritocratico a una logica della rendita.  

La ritrosia di questo governo nel colpire le caste e le corporazioni professionali, con forti limitazioni alla concorrenza ed all`entrata in gioco di forze nuove e fresche, unita ad una blanda tassazione sul patrimonio reale complessivo (specialmente nelle fasce più alte di reddito), non vorrà sottointendere che tutto sommato, neanche Monti & Co. credono ad una forte ripresa della crescita economica e si sono rassegnati a consegnare l`Italia ad una economia di rendita?

A cura di Antonio Mazzone

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