Aiaf, l’analisi sui conti pubblici svela il “tesoretto” per il nuovo governo

Secondo l’AIAF-Associazione Italiana degli Analisti Finanziari la chiusura del 2012 ha confermato un buon andamento dei conti pubblici grazie alla dinamica favorevole delle entrate, nonostante la recessione. Il debito pubblico continuerà ad aumentare fino a quando resteremo in deficit, ma tornerà a scendere sotto i 2.000 miliardi già nel dicembre 2012. Il commercio con l’estero resta un fattore di supporto della nostra economia, bilanciando in parte il forte calo della domanda interna. Il fabbisogno di cassa e la dinamica delle entrate L’andamento del fabbisogno di cassa nell’ultimo trimestre del 2012 ha sostanzialmente confermato la dinamica favorevole emersa nei mesi precedenti. Il significativo peggioramento registrato a ottobre 2012 è il risultato del contributo straordinario legato al cosiddetto Fondo Salva-Stati ESM (European Stability Mechanism), che è stato pari a 5,7 miliardi di Euro. A ciò si aggiunga il venir meno, nello stesso mese, di entrate per 2,8 miliardi di Euro derivanti dall’assegnazione di diritti d’uso di frequenze radioelettriche destinate alla banda larga. Il calo del fabbisogno di cassa nel 2012 rispetto al 2011 è stato di circa 15 miliardi di Euro, risultando pari a 48,5 miliardi di Euro. Depurando il dato dal solo contributo all’ESM, il miglioramento del fabbisogno rispetto al 2011 si è mantenuto superiore ai 20 miliardi di Euro, risultando pari a 42,8 miliardi di Euro rispetto ai 63,8 del 2011. Nel mese di dicembre l’avanzo di cassa è stato pari a 14,1 miliardi di Euro, di 8,4 miliardi di Euro superiore al dicembre 2011. Oltre al buon andamento delle entrate nel mese (soprattutto grazie all’IMU), sul fronte delle spese va segnalato il pagamento dei mutui di natura pubblica alla Cassa Depositi e Prestiti, che lo scorso anno erano invece stati pagati a gennaio. Di tale pagamento anticipato a dicembre 2012 dovrebbe beneficiare il dato relativo nel gennaio 2013. I dati sulle entrate fiscali hanno confermato un andamento in crescita rispetto al 2011, nonostante la fase recessiva dell’economia italiana. Sebbene in leggero rallentamento in confronto ai dati del periodo gennaio-luglio 2012 (+4,3% anno su anno rispetto allo stesso periodo del 2011) la crescita delle entrate fiscali nel periodo gennaio-novembre 2012 è stata pari al 3,8%, confermando un gettito elevato nonostante la recessione in corso, per effetto delle misure di politica fiscale adottate a partire dalla seconda metà del 2011. Tale dinamica è stata sostanzialmente confermata anche dai dati della Banca d’Italia, che misura le entrate tributarie con una metodologia leggermente diversa, che ha registrato una crescita nel periodo gennaio-novembre 2012 pari al 3,1%. Il dettaglio delle entrate tributarie erariali per il periodo gennaio-novembre 2012 evidenzia un buon andamento delle imposte dirette (+4,8% anno su anno), frutto di una moderata crescita del gettito IRE (+0,8%) e IRES (+0,9%), ma soprattutto dovuto al forte aumento del gettito derivante dall’imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi da capitale (+55,1%), grazie alla riforma della tassazione delle rendite finanziarie e all’andamento dei mercati finanziari relativamente favorevole nel corso del 2012. Sul fronte delle imposte indirette, va rilevata la riduzione del gettito IVA (-1,8%) nonostante l’aumento dell’aliquota al 21%, a causa del forte calo di consumi e di importazioni. In significativo aumento, invece, il gettito derivante dall’imposta di bollo (+106,7%), in seguito alla nuova normativa su conti correnti e prodotti finanziari, e quello derivante dall’imposta di fabbricazione sugli oli minerali, per effetto degli aumenti delle aliquote di accisa, in parte destinati a fronteggiare gli effetti del terremoto in Emilia. In crescita anche le entrate derivanti dall’attività di accertamento e controllo (+9,3%). L’andamento del deficit e la spesa per interessi I dati sull’indebitamento netto della Pubblica Amministrazione nel terzo trimestre 2012 confermano un buon andamento dei saldi di finanza pubblica, soprattutto grazie alla dinamica delle entrate. Il deficit in percentuale del PIL scende all’1,8%, di 0,7% inferiore rispetto allo scorso anno. Nei primi nove mesi del 2012 si registra un calo dello 0,5% al 3,7%. Il surplus primario risulta in crescita ed è pari allo 0,9% del PIL nel terzo trimestre e all’1,6% nei primi 9 mesi del 2012. Si tratta di numeri che non si vedevano da fine 2008 e che confermano il miglioramento delle condizioni di finanza pubblica, soprattutto grazie all’andamento delle entrate e al contenuto aumento della spesa per interessi. Infatti, se da un lato le uscite totali sono aumentate dell’1,5% tendenziale nel terzo trimestre 2012, le entrate totali sono cresciute del 3,4%, con un’incidenza sul PIL pari al 45,7% dal 44,8% del terzo trimestre 2011. L’aumento delle uscite è in larga parte attribuibile alla crescita della spesa per interessi (+8,2%

Aiaf, l’analisi sui conti pubblici svela il “tesoretto” per il nuovo governo