Al G20 di Cannes vince il `sistema del dollar`

Scritto per Ifanews da Mario Lettieri, Sottosegretario dell`Economia nel governo Prodi e Paolo Raimondi, economista. Non sorprende che il G20 di Cannes non abbia prodotto gran che. E` dal 2008 che i G20 ci hanno abituato a tante promesse e a tante “raccomandazioni”. Non hanno mai presentato iniziative efficaci capaci di cambiare a fondo il sistema che ha generato la crisi finanziaria ed economica globale.   Il recente summit rivela però un profondo cambiamento geopolitico. Infatti, dopo tre anni di una crisi che è stata originata primariamente dal e nel sistema bancario e finanziario americano, a Cannes la barra del timone sembra essere ritornata pericolosamente in mano al “sistema del dollaro”.    Ciò in barba al fatto che l’economia americana sia la più debole del settore avanzato e che le sue banche abbiano una “leva” assolutamente sproporzionata rispetto al proprio capitale. Sono quindi le più esposte ai rischi ed ai titoli tossici. La dichiarazione finale del summit purtroppo rivela il grande lavoro fatto dalle lobby per spostare la responsabilità della crisi dalla finanza e dalle banche a quella dei debiti sovrani. In particolare a quelli dell’eurozona.    `Dopo il nostro ultimo meeting, si legge nel documento, la ripresa economica globale si è indebolita e le tensioni sui mercati finanziari sono aumentati soprattutto a causa dei rischi sovrani in Europa`. Il grave e `vecchio` problema della finanza è stato quindi messo in second`ordine. E` scomparso qualsiasi riferimento agli Stati Uniti e alle sue difficoltà, dimenticando il quasi default federale esploso soltanto lo scorso mese di luglio. Anche i piani di ripresa della produzione, dell’occupazione e della crescita sono finiti nel portabagagli della macchina del G20!   Viene invece riconosciuto un ruolo centrale al Fondo Monetario Internazionale nella gestione dei paesi con un debito pubblico più pesante. Al Fondo dovrebbero essere assegnati più risorse e più poteri di intervento. La parola chiave è “sorveglianza”, cioè la possibilità di interferenza nelle decisioni economiche nazionali ed europee. Da subito ciò vale per la Grecia e per l’Italia. In un futuro non lontano potrebbe valere per la Francia e per l’intera Ue, responsabile di non sapere gestire i suoi membri più riottosi. Si ritorna di fatto ai condizionamenti e alle sanzioni che il Fmi ha incompetentemente e con grandi danni attuato in passato nei confronti di tutti i paesi in via di sviluppo. Si ricordino gli interventi nell’America Latina. Il Fmi è stato ed è la lunga mano del “sistema del dollaro”.   Il voluto ritorno dell’”egemonia del dollaro” è dimostrato dal fatto che l’idea di una grande riforma del sistema monetario internazionale basato su un paniere di monete sia stata accantonata. Il summit ha infatti sottolineato che  “la composizione del paniere dei Diritti speciali di prelievo (Dsp) deve continuare a rappresentare il ruolo che le monete hanno nel sistema finanziario e commerciale globale e che essa può essere nel tempo modificata qualora le caratteristiche e il ruolo delle monete cambiassero”. La valutazione della sua composizione quindi dovrebbe essere basata sui “criteri attuali”. Il Fmi è chiamato semplicemente a renderli più chiari. In ogni modo, dice il documento, si riparlerà della composizione del paniere dei Dsp soltanto nel 2015!    Infine il G20, su pressioni americane, è tornato a premere sulla Cina e sugli altri paesi con un surplus economico affinché sottopongano le loro monete al giudizio dei mercati e quindi ad una rivalutazione. Anche la tanto osannata decisione del nuovo presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, di abbassare dello 0,25% il tasso di sconto, che è forse l’unica “decisione” pratica di Cannes, di fatto fa seguito alla recente esplicita richiesta del ministro del Tesoro americano Tim Geithner. Egli chiese, si ricorderà, che la Bce seguisse le orme della Federal Reserve nel creare maggiori livelli di liquidità.    Secondo noi ciò non è un automatico stimolo alla crescita. Senza meccanismi specifici di credito per i settori produttivi, tale decisione, oggi come in passato, può andare solo a vantaggio del sistema bancario internazionale e creare pericolose “bolle liquide” che potrebbero dar luogo anche ad attività speculative. Per il resto il vecchio sistema finanziario ha messo in stallo gran parte delle riforme. Nonostante ciò bisogna riconoscere che alcune istituzioni, a cominciare dal Financial Stability Board fino allo IOSCO, l’organizzazione internazionale delle autorità di controllo dei mercati finanziari, hanno preparato degli studi importanti e dettagliati di riforma dei derivati, degli Otc, dei Cds, delle banche ombra, di quelle di importanza sistemica, ecc. Essi però rischiano di

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