ANIMALI INNOCENTI VITTIME DEGLI PSICOPATICI UMANI

ANIMALI INNOCENTI VITTIME DEGLI PSICOPATICI UMANI
Arthur - Ucciso in Romania nel 2021

Giannina Puddu, 14 ottobre 2022.

C'è una notizia terribile nelle pagine del The Guardian di ieri che rivela, sulla base  dei dati pubblicati dal Living del WWF e dalla Zoological Society of London che, dal 1970, quasi il 70% della popolazione animale sul pianeta è scomparso.

E' il caso, per esempio, dei cuccioli di leoni marini australiani sterminati per il 64% dal 1977 al 2019 a causa delle attrezzature usate per la pesca, della caccia diretta e di spazzatura varia immessa nelle acque dagli umani.

Le cause del crollo della popolazione animale sulla terra pari al 69% negli ultimi 50 anni sono essenzialmente tre:

  1. taglio delle foreste;
  2. consumi;
  3. inquinamento.

Per porre rimedio, è programmata la quindicesima riunione della Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica, a Montreal, in Canada, dal 7 al 19 dicembre 2022. 

Uno dei grandi obiettivi è quello di ridurre drasticamente le emissioni di carbonio per limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C entro il 2030.

La spoliazione di alberi e, dunque, della popolazione faunistica che vi si abbina nei terreni della loro crescita, è oggetto di critiche e di condanne, particolarmente rivolte all' America Latina con il caso eclatante della foresta ammazzonica.

Il dato, in effetti, è drammatico dal momento che, negli ultimi 48 anni, l' Ammazzonia ha perso il 94% (!!!) della sua fauna selvatica.

Gli attori globali impegnati nella lotta al cambiamento climatico hanno spesso puntato l'indice dell'accusa contro il governo brasiliano che insiste nell'opera di taglio riducendo, inesorabilmente, i territori della grande foresta che è percepita come uno dei maggiori alleati contro i mutamenti del clima.

Bolsonaro, grande disboscatore, sarà al ballottaggio contro Lula il prossimo 30 ottobre.

Politico della destra brasiliana, è accusato, con il suo governo, di disboscamento selvaggio e di genocidio con circa 200 indigeni morti ammazzati nel 2021 per aver cercato di salvare i loro spazi vitali nella foresta e di una guerra sotterranea contro gli attivisti ambientali.

Ma, anche Lula, esponente socialista, pare non resistere alla tentazione di spingersi nell'attacco all'Ammazzonia.

Il suo proposito è quello di una sostituzione di "plastica" nei territori spianati a colpi d'ascia con un ettaro di rimboschimento artificiale per ogni ettaro di terra deforestata.

Il risultato che otterrebbe questa sua politica di compromesso non potrebbe raggiungere l'obiettivo di conservare l'attuale equilibrio integrato di flora e fauna che si è creato nei secoli, distruggendolo, invece.

Anche Lula ha ridotto la sua precedente ambizione sposando le logiche delle lobbies dei produttori agricoli, alimentari e degli allevatori affamati di terre da sfruttare.

Se avesse la meglio al ballottaggio, Lula come Bolsonaro porterebbe avanti anche l'opera di costruzione dell'autostrada BR-319 che spacca in due la foresta ammazzonica provocando, nei due versanti, danni naturali orribili.

Tant'è che, il suo programma di "crescita e sviluppo" è attaccato dagli ambientalisti e dai rappresentati delle locali poplazioni indigene.

Il noto biologo Philip Fearnside, circa la nuova autostrada, oggi tratto sterrato e difficilmente utilizzabile a causa delle frequenti inondazioni, ha dichiarato ciò che pare ovvio ovvero che la sua asfaltazione «esporrà una vastissima area alla pressione» dovuta alle attività annesse all’introduzione di un’infrastruttura così mastodontica.

Le stime più pessimistiche dicono che l'opera potrebbe moltiplicare per cinque la deforestazione entro il 2030.

Tanya Steele è l'amministratore delegato del WWF-UK e di lei si legge che sia "in un momento critico in cui sta guidando la consegna di una strategia ambiziosa per affrontare il catastrofico declino delle specie e degli habitat in tutto il mondo."

Ha dichiarato recentemente: “Questo rapporto ci dice che i cali peggiori si verificano nella regione dell'America Latina, sede della più grande foresta pluviale del mondo, l'Amazzonia. I tassi di deforestazione stanno accelerando, spogliando questo ecosistema unico non solo degli alberi, ma anche della fauna selvatica che dipende da loro e della capacità dell'Amazzonia di agire come uno dei nostri più grandi alleati nella lotta ai cambiamenti climatici".

Vero!

Ma, come si può pretendere che, in cambio di nulla o quasi, intere aree del pianeta si sacrifichino e rinuncino alla loro emancipazione economica per la salvaguardia degli interessi di tutti gli abitanti del pianeta?

I leaders dei Paesi che si scagliano contro questi territori ex depressi e in fase di lancio, sono gli stessi che, nei secoli, li hanno sfruttati e derubati per arricchirsi a botte di furti di ogni specie con la loro arrogante e predatoria attività coloniale.

E, sono gli stessi Paesi che nei secoli trascorsi hanno devastato le loro grandi aree forestali, per finanziare e sostenere la loro crescita industriale, militare, navale, sottraendole alla salubrità terrestre e, dunque, all'equilibrio dell'ecosistema del pianeta per cui oggi strillano affermando di volerlo tutelare, ma solo a spese degli altri, dopo che si sono fatti, indisturbati gli affari loro per secoli.

Per dire: dove sono finite le grandi foreste d'Europa?

E' eloquente scoprire che, a detta di Neil Roberts, autore di una ricerca mirata fatta a cura dell'Università di Plymouth (città portuale del Devon, nel sud-ovest dell'Inghilterra)  “circa 8.000 anni fa uno scoiattolo avrebbe potuto saltare da un albero all’altro da Lisbona a Mosca senza toccare terra”.

Il salto dello scoiattolo è stato tagliato dagli europei!

E, dalla sua ricerca è emerso che dei vecchi boschi dell'Inghilterra oggi sia rimasto solo il 10%!

Nella lista dei paesi europei in cui il problema della deforestazione è oggi più grave vi sono la Romania, la Svezia, la Finlandia e la Russia.

Ed ancora oggi, chi ci guadagna?

Nell'aprile del 2020, il Corriere Della Sera fece un'idagine giornalistica per rispondere a questa domanda.

Tra gli accusati, l'azienda austriaca Schweighofer,  destinataria del legno  tagliato illegalmente.

Ovviamente e senza convincere nessuno,  l’azienda aveva negato di essere a conoscenza di irregolarità...

Secondo il Ministro dell'Ambiente in Romania, la società austriaca avrebbe anche tentato di affondare la legge forestale.

Disse, nel 2015, che se avessero  continuato a lavorare gli impianti della Schweighofer avrebbero distrutto ulteriori 320mila ettari di foreste nella sola Romania.

Un'opera di disboscamento illegale che minaccia le ultime foreste primarie d’Europa.

Il 60 per cento delle foreste primarie d'Europa è in Romania, sono incontaminate e ospitano più mammiferi di grandi dimensioni (orso bruno, lupo, lince) dell’intera Unione europea.

Per soldi, per una volgare e squallida questione di soldi in eccesso, per soddisfare un'avidità insaziabile, ancora, nella stessa Europa, si trasgredisce violentando l'equilibrio del pianeta.

Dopo il Sud America, c'è l'Africa che ha registrato  il secondo calo più grande negli ultimi 50 anni con il 66%, seguita da Asia e Pacifico con il 55% e il Nord America con il 20%. 

I numeri sono drammatici  nelle aree emergenti proprio per finanziare la loro emersione.

Anzichè puntare il dito indice contro queste nazioni sarebbe il caso di imporsi un'autotassazione per offrire a queste, finanziandole, opportunità di sviluppo alternative che azzerino il bisogno di abbattere le foreste.

Questa autotassazione, che dovrebbe avere dimensioni imponenti per essere adeguata, è già stata finanziata nel tempo dalle nazioni che oggi dovrebbero beneficiarne.

Chi può togliere al Brasile (colonia portoghese dal 1500 al 1822) il suo desiderio di crescita?

Che sia di Bolsonaro o di Lula, il Brasile mira ad entrare nella competizione internazionale, a pieno titolo.

L'unico modo per convincere l'uno o l'altro dei potenziali leaders è offrire soluzioni di crescita alternative con relativi conferimenti in denaro e tecnologie.

Chi crede, seduto in qualunque scranno, di poter continuare la sua risoluta attività di accumulo, prendendo dalle tasche altrui i fondi necessari anche al finanziamento della crescita sostenibile per preservare la salute del pianeta, è completamente sconnesso dal contesto sociale globale.

E' affetto da comportamento disumano, da massimo cinismo e da egoismo smisurato, insomma, uno psicopatico.

Non a caso, una bottarella di ripasso storico è giunta alla corte inglese dall'India che chiede la restituzione del diamante Kohinoor, strappato dalle mani di un ragazzo di 10 anni (l'allora Maharajah Dunjeep Singh) dagli inglesi della Compagnia delle Indie Orientali,  intorno al 1840...

Molti accumulatori seriali, autentici psicopatici sparsi per il mondo colpevoli dello sterminio di milioni di animali indifesi e innocenti.

Il 6 maggio del 2021, è stata data notizia dell'abbattimento di Arthur, l'orso bruno più grande vivente in Romania e in tutta Europa.

Arthur  aveva 17 anni.

La caccia agli orsi è vietata in Romania.

Ciononostante,  il principe Emanuel (che vive in un castello in Austria) ha beneficiato di una deroga per il presunto attacco a numerose fattorie.