Bankitalia, non si può dimenticare la finanza islamica

Per il nostro paese e` necessaria la conoscenza della finanza islamica, cha a fine anno arrivera` a registrare circa 1.900 miliardi di dollari di assets.

Lo ha detto il governatore della Banca d`Italia Ignazio Visco, nell`introdurre i lavori del convegno sulla finanza islamica a Palazzo Koch. ``L`opportunita` di attrarre capitali esteri per sostenere il progresso economico e l`intensita` dei rapporti commerciali e finanziari con le sponde meridionali del Mediterraneo, rendono - per il governatore - sempre piu` importante perl`Italia e per il suo sistema finanziario essere forniti di conoscenza e strumenti operativi necessari per interagire con il sistema finanziario islamico``. E` difficile - ha proseguito - ``una accurata misura, ma secondo alcuni analisti e` attorno a 1.600 miliardi di dollari, solo l`1% del totale ma con tassi di crescita a due cifre``. Visco ha rilevato inoltre due possibili punti di freno alla finanza islamica in Europa: l`obbligo per le banche del vecchio continente di avere un`assicurazione sui depositi o un sistema di garanzie (proibito secondo la legge islamica), e inoltre il ruolo dei consigli `sharia` laddove in Europa la responsabilita` delle decisioni del consiglio della banca non puo` essere condivisa con altri soggetti.

Visco ha poi sottolineato che la finanza islamica opera in circa 70 paesi. L`Europa fa anche parte di questo process.

Ci si attende inoltre - ha detto - che questo espansione continui anche nel futuro piu` vicino, alcuni analisti stimano che alla fine dell`anno le attivita` saranno attorno a 1.900 miliardi di dollari. In ultimo Visco ha osservato che ci sono alcune questioni ``che potrebbero inibire lo sviluppo della finanza islamica``. E a questo proposito ha ricordato che ``la cornice operativa dell`Eurosistema fa affidamento sugli strumenti basati sul tasso d`interesse``. Inoltre, per quanto riguarda la supervisione e la regolamentazione prudenziale, ``tutte le banche - ha detto - hanno l`obbligo di aderire a schemi di garanzia sui depositi e/o di compensazione dei servizi finanziari, mentre secondo la giurisprudenza prevalente in molti paesi islamici i depositi negli istituti islamici non possono essere coperti da schemi di garanzia``.

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