Bankitalia, tutti i dubbi (e le proposte) sull`Imu

``Una delle principali criticita` che caratterizza il sistema di tassazione degli immobili in Italia riguarda le rendite catastali utilizzate per determinare la base imponibile dell`Imu, oltre che di numerose altre imposte``.

E` quanto afferma la relazione di Bankitalia davanti alla Commissione Finanze del Senato, presentata durante l`audizione nell`ambito dell`indagine conoscitiva sulla tassazione degli immobili e ripresa da Asca.

Nella relazione viene evidenziato come ``le differenze nel divario fra la base imponibile basata sulle rendite catastali e gli effettivi valori di mercato degli immobili possono generare fenomeni di iniquita` sia orizzontale che verticale``. Inoltre, l`ultimo aggiornamento del catasto risale ``al 1990`` e la discrepanza ``tra i valori catastali e di mercato tende a crescere con l`eta` degli immobili``.

Questo scostamento ``fra i valori catastali e di mercato tende a favorire i contribuenti piu` ricchi``. Dunque, secondo Bankitalia, ``la spedita revisione del catasto, che riguardi non solo le tariffe d`estimo ma anche i principi di classamento, avrebbe effetti postitivi anche sul piano distributivo``. Ad ogni modo ``il completamento delle diverse fasi del processo di revisione potrebbe richiedere tempi abbastanza lunghi, stimati nell`ordine di un quinquennio``.

Inoltre l`introduzione dell`Imu ha comportato un forte aggravio di imposte per le imprese. Lo affermano Alessandro Buoncompagni (Servizio Rapporti Fiscali) e Sandro Momigliano (Servizio Studi di Struttura economica e finanziaria) della Banca d`Italia, ipotizzando, qual ora ci siano le risorse una attenuazione dell`imposta. ``L`introduzione dell`Imu - afermano i due esponenti della Banca d`Italia - ha comportato per le imprese un forte aggravio fiscale a causa dell`incremento dei moltiplicatori.

Il gettito derivante dagli immobili di proprieta` delle imprese (ma anche di enti) e da fabbricati, negozi e uffici posseduti da persone fisiche e` aumentato con il passaggio dall`ICI all`Imu e si stima abbia superato, nel complesso, i 10 miliardi nel 2012, cui occorre aggiungere parte del gettito riferito a terreni e aree edificabili. L`aumento dell`imposta non e` stato attenuato dall`introduzione di misure similari negli effetti alla `cedolare secca` sulle locazioni ed e` stato anzi acuito dalla minore deducibilita` ai fini delle imposte dirette e dell`IRAP delle spese di gestione e manutenzione degli immobili``.

``Queste considerazioni - proseguono - potrebbero suggerire di attenuare l`imposizione sulla proprieta` immobiliare delle imprese, qualora vi siano risorse disponibili. Ogni intervento in tale senso dovrebbe pero` essere almeno confrontato con possibili alternative di riduzione della tassazione sulle imprese (in linea di principio, ovviamente, il confronto andrebbe esteso a tutte le forme di imposizione)``.

Infine un pensiero anche sulle forme di `prelievo`: ``Le interferenze fra politica tributaria nazionale e la fiscalita` locale rendono il prelievo`` dell`Imu ``opaco per il contribuente, anche per la comlessita` degli adempimenti legati al coesistere sulla stessa base imponibile di imposte afferenti a livelli di governo diversi``. Secondo Bankitalia ``la riforma della tassazione immobiliare puo` essere l`occasione per una ulteriore razionalizzazione dei poteri di prelievo, condotta nello spirito della separazionde delle fotni``. Una possibile linea di intervento ``e` quella di destinare ai Comuni l`intero gettito dell`Imu (ossia anche quello attinenete agli immobili di categoria D)``.

``