Bizarre Investment - A Capodanno facciamoci tutti un brindisi!

Forbes - il famoso bisettimanale americano - ha oggi pubblicato un approfondimento sulle aziende attive nel settore degli alcolici, che potrebbero regalare un `buon 2012` ai propri azionisti. Il periodo è quello giusto, Natale, Capodanno e tutte le feste dovrebbero mettere il turbo alle vendite di spumanti, liquori, vini e tutti quei superalcolici che non possono mai mancare sulle tavole di questi giorni di festa.

La prima delle 5 aziende su cui Forbes ha puntato il dito è Central European Distribution (NASDAQ: CEDC), produttore di vodka e di altri cocktail. L’azienda ha una capitalizzazione di mercato di circa 332 milioni di dollari. Attualmente il titolo si trova in cattive acque, avendo perso circa l’80% del suo valore in borsa rispetto ad un anno fa, soprattutto a causa della feroce competizione del settore. Ma questo, chi lo sa, potrebbe essere l’anno giusto per riprendersi.

Louis Vuitton (OTC: LVMUY),  brand francese da tutti conosciuto per le borsette e gli accessori di lusso, possiede anche un portafoglio di vini e liquori di qualità, che vantano nomi importanti come Moet & Chandon, che dovrebbe beneficiare di un ritorno in auge dello champagne, i cui consumi quest’anno sono previsti ai livelli pre-crisi. Louis Vuitton vale circa 70 miliardi di dollari ed ha un P/E pari a 15,87.
Beam (NYSE: BEAM) possiede noti brand nel settore dei superalcolici ed è attiva in tutto il mondo. Bourbon, whisky, tequila, scotch, rums, vodkas, cordials, gin, cognac e cocktail pronti sono la gamma di prodotti che l’azienda possiede ed anche il suo punto di forza. L’azienda capitalizza 7,87 miliardi di dollari ed ha un P/E pari a 45,80.

The Boston Beer Company (NYSE: SAM) produce bevande al malto e cidro alcolico presso i birrifici di proprietà dell’azienda.  L’alta qualità dei propri prodotti giustifica il prezzo premium ed il mercato sembra dare ragione alla politica competitiva dell’azienda: le azioni hanno registrato un rialzo del 14% rispetto ad un anno fa, facendo meglio dei competitors. L’azienda capitalizza 1,38 miliardi di dollari ed ha un P/E di 24,95.

Infine c’è Molson Coors Brewing (NYSE: TAP), che possiede marchi come Coors Light, che negli scaffali dei supermercati sono posizionati in fondo, a testimonianza del prezzo al di sotto della media. Anche se Natale e Capodanno rappresentano da sempre l’occasione per consumare bevande più care, la crisi potrebbe portare molte famiglie americane a scegliere l’opzione più economica. Molson Coors Brewing capitalizza 7,97 miliardi di dollari, con un P/E pari a 13,48.

Anche se non l’ha notata Forbes, segnaliamo una blue chips italiana, Campari (MI: CPR), il cui famoso drink è elemento base di coktail famosi in tutto il mondo, come il Negroni o l’Americano, ma che presenta un portafoglio prodotti fornito di circa 40 bevande.  Da 4,94 euro di un anno fa, Campari oggi quota 5,145, mostrando la propria solidità di fronte alla crisi europea. Se queste feste avranno premiato o meno i superalcolici, occorrerà aspettare la prossima trimestrale dell’azienda. Campari capitalizza 2,98 miliardi di euro ed ha un P/E pari a  19,06.

Se invece pensate che queste feste non abbiano portato ad un aumento dei consumi degli alcolici, non resta che guardare a Coca Cola, Pepsi Cola o, perché no, Nestlè, che oltre a San Pellegrino, possiede numerose acque minerali italiane, come Acqua Panna, Aqua Vera, San Bernardo, etc...

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