Chi ha nominato Schettino?

Come molti di voi ho sentito la registrazione della telefonata tra il comandante Schettino ed il comandante De Falco, ufficiale della capitaneria del porto di Livorno. Le parole ed il tono della voce di Schettino rivelano la sua fragilità, la sua debolezza, la sua impotenza, la sua superficialità e codardia.

Si percepisce la modestia assoluta di un piccolo uomo al quale nessuno avrebbe mai dovuto affidare una sì grande responsabilità.
La “colpa”, dunque, più che nel mediocre Schettino, dovrebbe essere cercata e punita nei soggetti che hanno adottato i criteri di selezione e di nomina per l’affidamento di una carica così importante.
Viene da chiedersi quale sia il percorso di carriera che conduce ad un così alto grado di responsabilità. A quali prove di leadership e di sopportazione dello stress siano assoggettati questi “comandanti” ai quali si affida la vita di migliaia di persone ed anche la credibilità nell’esercizio di un business così rilevante nell’industria del turismo nazionale.
Perché Schettino è diventato “comandante” dal momento che pare privo dei requisiti minimi per l’esercizio del comando? Da quale famiglia, da quale entourage proviene Schettino? Di chi è amico o parente?
Sembra la storica e mai superata cancrena culturale italiana per cui, troppo spesso, le virtù e i meriti bloccano o massacrano mentre la mediocrità premia con generosità sconcertante e pericolosa; il “pericolo” ha implicazioni diverse; genera inefficienza,  conduce verso la distruzione del potenziale e del valore economico, toglie l’entusiasmo, la motivazione  e la speranza. Se continuiamo a mettere in corsa gli asini azzoppando i purosangue dove pensiamo di andare? 
Giannina Puddu
Presidente ASSOFINANCE
 
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