Consumi, la moda passa di moda

Anno nero anche per i consumi di vestiario e calzature in Italia: nel 2012 le imprese del sistema moda italiano, fiore all`occhiello dell`industria nazionale, hanno subito un crollo senza precedenti dei consumi, una flessione del 10,2% che si e` trasmessa sugli ordini delle imprese a monte.

A fronte di un mercato interno in recessione, le esportazioni sono risultate stabili (+0,7%), `salvate` dai balzi registrati fuori dall`Unione europea (+6,4%). Sono i dati presentati in occasione di un convegno sul settore organizzato da Sistema moda Italia in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Ottimi i risultati della moda italiana nel 2012 in Cina (+18,7% le esportazioni), Stati Uniti (+17,3%), Giappone (+16,8%) e Russia (+10,9%).

`L`analisi delle importazioni cinesi e statunitensi - ha spiegato Gregorio De Felice, chief economist di Intesa Sanpaolo - indica che in questi due importanti mercati i produttori italiani sono in grado di battere la concorrenza internazionale`. Sul dato complessivo delle esportazioni pesa il `rosso` del tessile (-3,6%), bilanciato dalla crescita dell`abbigliamento (+3,2%): `Le imprese a monte soffrono maggiormente e i principali distretti del tessile appaiono a rischio, con livelli di export molto lontani da quelli pre-crisi`, ha aggiunto De Felice.

Per supportare le aziende nei mercati in espansione - ricorda una nota - a maggio 2012 Sistema moda Italia e il gruppo Intesa Sanpaolo hanno siglato l`accordo `Imprese di moda nel mondo`. `Il tessuto imprenditoriale italiano deve aumentare la competitivita` sui mercati internazionali`, ha affermato Giuseppe Castagna, direttore generale e responsabile della Banca dei territori di Intesa Sanpaolo. `La ripresa economica - ha aggiunto - e` possibile quando le piccole e medie imprese investono in innovazione, aumentano la propria massa critica attraverso forme di aggregazione e quando accettano le sfide della globalizzazione`.

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