CRIPTO. LA CINA LA SPARA GROSSA MA MANCA IL BERSAGLIO.

Giannina Puddu, 28 settembre 2021. Che la Cina non ami le criptovalute (degli altri...) è fatto noto da tempo a chi segue l`ambiente.

CRIPTO. LA CINA LA SPARA GROSSA MA MANCA IL BERSAGLIO.

Neanche si sorprende poichè le cripto sono un potente urlo di libertà monetaria e finanziaria che attraversa il pianeta da più di 10 anni e questo non può incontrare il favore cinese caratterizzato dal controllo totale, anche dei respiri...

La tecnologia blockchain è nata come un’architettura pubblica (ma non statale), diffusa e permissionless che si pone l’obiettivo di disintermediare e togliere a enti certificatori, nazionali o sovranazionali, il monopolio della regolamentazione delle transazioni in denaro.

La blockchain  è il perno informatico che assegna ad ogni singolo utente in rete il ruolo di certificatore riaffermando le categorie morali classiche come fiducia, trasparenza, segretezza e la libertà di azione.

Il governo cinese è sempre sul pezzo, controlla, non gli sfugge nulla, vede i fenomeni già al loro stato nascente e ne anticipa gli effetti e quando questi rivelino il pericolo di sfuggire al suo dominio, li avversa con azioni combinate di attacco simultaneo.

Negli anni, abbiamo assistito a varie tappe.

12 gennaio 2017

La Bitcoin sotto attacco in Cina.

La Banca centrale di Pechino, registra la fuga di capitali con cambi di yuan in bitcoin.

La Pboc (People`s Bank of China), vede un`azione speculativa finalizzata all`esportazione di  capitali all`estero o di riciclo di denaro, fuori dai confini del tracciamento.

Tre gestori della e-currency messi sotto inchiesta determinando una caduta del valore di bitcoin pari al 12%.

Comunque il valore non si sgonfia e segue un recupero record del 145% proprio  nel mercato cinese nel quale avviene il 98% del volume mondiale di scambi della valuta digitale.

15 dicembre 2020: 

La Cina, “Regno di mezzo”, decide di dotarsi di due nuove tecnologie, potenti cyber armi, decisive nella competizione con gli Usa.

La “blockchain statale” e lo yuan digitale.

Tre gli obiettivi da centrare:

  • sostituire il dollaro come moneta di riferimento per gli scambi internazionali;
  • semplificare l`azione di penetrazione cinese in Africa e Asia;
  • sfruttare il potenziale della blockchain per incrementare la capacità di controllare, mappare, orientare i bisogni e i criteri di scelta dei consumatori in tutto il mondo, per imporre il prodotto cinese.

La guerra con gli USA si sposta sull’infosfera con conseguenze geopolitiche potenzialmente più rilevanti della messa in mare di portaerei o sottomarini nucleari.

Il termine `Infosfera` è un neologismo che dobbiamo al  filosofo Luciano Floridi.

Per Floridi, per “infosfera” si intende “la globalità dello spazio attraverso il quale transitano tutte le informazioni:

  • Internet,
  • telefonia digitale,
  • biblioteche,
  • archivi,
  • emeroteche (rassegne stampa ordinate, classificata e disponibili al pubblico accesso)
  • dati sensibili privati e statali,
  • informazioni e segreti industriali,

Insomma, tutto, poichè tutto, ormai, si muove e si conserva nello cyber spazio.

11 aprile 2021: 

La Cina insiste sul progetto del cripto-yuan, schermato dalla protezione della sua banca centrale, che  `offre garanzie che Bitcoin non può dare`.

Il governo cinese ha la priorità del controllo totale della sua popolazione e la tracciabilità del cripto-yuan è totale, contro il bitcoin che consente, invece, l`anonimato assoluto.

20 maggio 2021: 

La National Internet Finance Association of China, la China Banking Association e la Payment e la  Clearing Association of China, pubblicano una lettera che sostiene, tra l`altro: `i prezzi delle criptovalute di recente sono saliti alle stelle, per poi rapidamente crollare, con il digital trading speculativo che ha colpito duramente le istituzioni finanziarie, ma anche le proprietà delle singole persone violando l`ordine finanziario ed economico`.

21 giugno 2021: La banca centrale cinese ordina a diverse banche e istituzioni finanziarie, compresa Alipay di Jack Ma, di identificare i conti di supporto al trading in criptovalute e di bloccare tutte le transazioni legate a questo tipo di attività. 

24 settembre 2021:

La Banca popolare della repubblica cinese mette fuori legge tutte tutte le transazioni effettuate con criptovalute che, dunque, saranno considerate “illegali”. 

La notizia era nell`aria, già in parte metabolizzata e le cripto hanno accusato il colpo senza deflagrare.

Un bitcoin si muove sui 37mila euro, sopra i 40mila ai primi di settembre e a 30mila a fine giugno.

Altalena tipica della cripto e niente di nuovo.

Molti analisti prevedono, nei prossimi mesi, che il valore possa superare i 100mila dollari pur essendo sempre più difficile tradarlo a Pechino.

Nonostante il nuovo tuono cinese, dal gusto arcinoto, per cui:

“la speculazione tramite criptovalute” sta “turbando l’ordine economico e finanziario e favorendo la crescita di attività illegali e criminali”.

Ormai, è chiaro che per il governo cinese, le cripto sono un problema di controllo interno e non solo l`affascinante campo di guerra con gli USA.