CULTURA FINANZIARIA. LE OPZIONI CALL. Lezione 2.

CULTURA FINANZIARIA.  LE OPZIONI CALL. Lezione 2.

Milano, 3 marzo 2022. Di Fabrizio Brasili. Esperto di Scenari e Mercati Finanziari.

Si dovrebbero utilizzare sempre!

Sia per coprire i rischi di oscillazioni dei titoli e degli asset in portafoglio, che per fare trading.
E mai come in questo momento, di altissima volatilita', scartando assolutamente la classica operatività su titoli, magari facendo media sui forti ribassi, od addirittura con operatività a leva.
Ed usando i pochi affidabili, in questo momento, stop lode, quasi sempre foriero di perdite.
Quali sono i più seguiti metodi di utilizzo delle opzioni?
Innanzitutto vengono usate per chi non ha molto denaro da investire o che non vuole investire, acquistando un' opzione  di un titolo, o di un sottostante in genere. 
O anche speculativamente, per operazioni particolarmente insidiose, di cui non se ne conoscono gli sviluppi e si vogliono limitare, si, i danni su quanto si può in assoluto investire, ma con volumi molto più importanti, che un acquisto di titoli od asset.
Facendo così si delimitano le perdite a quanto sopportabile, si amplificano i volumi di un buon 20/30 volte, a secondo della scadenza di queste opzioni.
La percentuale, infatti, di questi strumenti, riferita alla quantità di somma per effettuare questo acquisto a termine (appunto 1/2/3 mesi o più), può variare da un 3 ad un 5 % medio che può ovviamente variare con un aumento della volatilità, e con la durata di detto acquisto.
Veniamo a dettagliare:
La maniera più semplice, ed alla portata di tutti, e' quella forse di acquistare un' opzione Call.
Se per esempio il titolo od il sottostante  ha un valore di 100 euro e si acquista un opzione Call per 1 mese, con uno strike (base operativa) , si dovrà pagare a chi vende a mercato , un 3% e cioè 3 euro.
Indipendentemente dal rapporto fra 1 opzione ed il relativo numero di azioni od assett che rappresenta (normalmente 1 a100 , 1 a500, 1a1000)
Ora vediamo con questa semplice strategia cosa puo' accadere all acquirente di opzioni Call per lo spazio di tempo determinato, in questo caso di un mese.
Il sottostante titolo o assett rimane fermo  a 100 euro e se non si interviene con altra operatività, che poi vedremo, a scadenza si perde tutto l' ammontere dell' operazione.
Così e ' anche ed a maggior ragione se il prezzo rimane sotto 100 euro.
Se invece il prezzo  va oltre o meglio, molto oltre, che' poi l' unico obiettivo molto interessante per chi fa questa operazione prettamente speculativa, il differenziale oltre 100+3 euro e' tutto il guadagno per l' acquirente delle opzioni Call. Rivendendo l' opzione Call acquistata.
Da ciò si evince come questo tipo di operazione e' fortemente sbilanciata e sfavorevole per l' acquirente di opzioni Call, per due casi su tre, e quindi oltre il 66 %.
A favore quindi dei venditori di opzioni Call, che poi in seguito vedremo di analizzare in dettaglio.
In sostanza e' adatta per chi vuole avere per il tempo scelto il possesso di un elevato numero di titoli o assett, ipotizzando la materializzazione e con forte probabilità di un evento nettamente positivo..
Allora, in seconda scelta, molto meglio, avendo come sottostante sempre il titolo o assett, vendere una opzione Call, a protezione del titolo che si intende comunque  mantenere, out the Money (otm), cioè lontano o molto lontano, e superiore al prezzo del sottostante, sempre per esempio di 100 euro.
Oppure se ci si vuole con buona probabilità alleggerire parzialmente o totalmente, del titolo o assett, vendere una Call  at the Money (atm), sul prezzo del sottostante, lucrando anche un maggior guadagno da parte della più remunerativa Call.
Per chi volesse fare un operazione più speculativa, temendo anche  un leggero ribasso, anche una vendita della Call in the Money (itm).
Cioe' con il prezzo dell' opzione Call leggermente sotto il prezzo del titolo od asset.