Fondi Zombie, la rubrica più temuta dai gestori - Alien, la clonazione

Oggi vi presentiamo una duplice situazione che è utile per svolgere alcune riflessioni sul ruolo spesso assente dei “regolatori” nel settore del risparmio gestito e su dove (non) si trovino i talenti in taluni comparti d’investimento di nicchia.

Fondi Zombie, la rubrica più temuta dai gestori - Alien, la clonazione

Per il primo fondo Zombie, siamo accompagnati da Alien, il mostro della fortunata serie cinematografica Alien, perché il primo gestore è un vero alieno. “Per me è come un fratello”, ci ha detto Alien, con un pizzico di commozione e con la sua solita bava alla bocca.

In fondo alla classifica dei fondi con strategia “systematic futures” troviamo AC Alternative Pharos Evolution Fund B della germanica Alceda Fund Management. ( http://www.alceda.lu/fonds/luxemburg/).

La sicav, partita nel Marzo del 2009, non ha fatto che perdere valore con una “stupefacente regolarità”:

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Tra i suoi obiettivi esso dichiara:

 “This is a short-term systematic managed futures fund trading only intraday (no overnight positions) in equity and energy commodity futures indices, globally. The Fund targets returns of 15-20% at 15% volatility. The strategy aims to capture trends occurring within a single trading day with both long and short positions”

Questa sicav, di fatto, scimmiotta una particolare categoria di fondi hedge gestiti dai CTA (Commodity Trading Advisors) con strategie di brevissimo termine (non tiene aperte le posizione overnight) e, pertanto, presenta un’elevata incidenza dei costi di transazione.

Qui sotto il confronto con un indice composito (in giallo) di strategie hedge.

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Al 30 Aprile 2011 la sicav aliena dichiarava ancora 9 milioni di euro di massa gestita. Oggi ne ha 1,44. Così la commissione di gestione dell’1,50% diventa un total expense ratio di 3,68%. Ma, come è noto, il total expense ratio non tiene neppure conto dei costi di negoziazione, quindi sottostima gli effettivi costi amministrativi cui il patrimonio è soggetto.

Prima riflessione. Quando i fondi e le sicav scendono sotto una determinata massa gestita (ad esempio, 5 milioni di euro?), le autorità di controllo del Paese dove i fondi sono amministrati (in questo caso il Lussemburgo) dovrebbero imporne d’autorità o la liquidazione coatta o la fusione con altri prodotti.

Se le autorità del Paese nativo restano imbelli, le autorità nazionali (da noi la Banca d’Italia e la Consob) dovrebbero sospenderne la distribuzione sul territorio di loro competenza per un elementare principio di prudenza e di salvaguardia dell’interesse dei risparmiatori. In altri termini, dovrebbero togliere il diritto di circolazione ad Alien, neanche un breve premesso di soggiorno.

Anche perché normalmente le società di gestione non hanno il buon senso di riconoscere spontaneamente di non avere alcun talento in una specifica strategia, come è il caso esaminato, che porta la massa amministrata a livelli di eccessiva onerosità. Tre anni sono più che sufficienti per trarre una conclusione, specie in una strategia intraday, ma qui il processo di autodiagnosi evidentemente si è inceppato … In una strategia intraday ogni giorno di trading rappresenta l’implementazione “completa” della strategia d’investimento e, se in tre anni l’equity line è quasi solo scesa, significa che il gestore ha inanellato 500-600  giorno “no”, molti dei quali consecutivi ….quale altra prova di inefficacia della strategia si pretende?

Attenzione, che l’autodiagnosi si inceppi è una regola piuttosto costante nel settore, solo che la maggior parte dei gestori si culla in una mimetica mediocrità e non risponde neppure alle semplici domande quali: “Offro valore aggiunto al risparmiatore medio? Offro più valore aggiunto di un banale Etf?.”  Per cui la mimetica mediocrità fa si che l’inceppamento del processo di autodiagnosi passi solitamente inosservato.

L’autodiagnosi si inceppa regolarmente, e solo casi lapalissiani come questo rendono palese tale inceppamento. Ci sarebbe un enorme spazio al lavoro di società di analisi strategica e finanziaria, ma perché esse siano ingaggiate dalle società di gestione, gli amministratori di queste ultime dovrebbe avere un minimo di consapevolezza dell’importanza di avere una “independent opinion” su performance, procedure interne, skills, punti di forza e di debolezza, posizionamento strategico, opzioni di crescita, ecc.. Questo è comune nelle imprese industriali … in quelle finanziarie decisamente meno.

Più in generale, il comparto dei “systematic futures trader” disponibili sul nostro mercato retail tramite sicav appare piuttosto disastrato.

Penultimo nella classifica dei rendimenti annualizzati a 3 anni troviamo un nome prestigioso come Nomura con un -9,57% (“L`obiettivo del fondo e` di investire nel mercato globale delle materie prime, valute e tassi di interesse”). Qui il total expense ratio è contenuto all’ 1,61%, ovviamente anche questa sicav non ha alcun vincolo di benchmark, ma anche essa ha conosciuto quasi esclusivamente il piano inclinato verso il basso: Alien 2, la rivincita.

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Seconda riflessione. Vi sono trader sistematici di successo sul mercato internazionale, ma solitamente, con qualche rara eccezione, non offrono prodotti sul mercato retail e, soprattutto, non lavorano per banche come Nomura. Se sono di successo, di solito si mettono in proprio …. Nelle banche restano gli alieni …

Alla prossima settimana, con il mostro Predator come ospite d’onore …. Tema d’obbligo con un predatore come ospite: la voracità commissionale!

Zombie Terminator

Cosa sono i fondi Zombie? Esiste una ampia casistica di fondi di investimento che potrebbero definirsi “zombie”, morti finanziari viventi.

Il caso più ovvio e frequente è naturalmente quello della “insostenibile leggerezza” con cui alcuni fondi perseguono nel tempo strategie regolarmente e gravemente perdenti, senza che sovvengano ripensamenti nelle strategie da parte dei gestori o sussulti di buon senso da parte dei clienti sottoscrittori, vittime della “sindrome di Stoccolma”.

Poi ci sono fondi che sottoperformano gravemente i rispettivi benchmark, al punto che sostituirli semplicemente con degli Etf “stupidi” apparirebbe una mossa estremamente intelligente.

Ci sono anche fondi che non mostrano performance apparentemente devastanti ma che, pur con perdite modeste, tradiscono clamorosamente la loro missione di rendere almeno qualche punto percentuale in più dei prodotti monetari: taluni fondi long/short, alcuni market neutral, alcuni flessibili, ecc..

Ci sono fondi senza massa adeguate che, anche per questo, vedono il patrimonio eroso dalle commissioni.

E via discorrendo …

Questi prodotti non hanno una reale ragione di esistere, in quanto non arrecano alcun beneficio ai loro sottoscrittori in termini di rapporto rischio / rendimento.

Spesso i prodotti in fondo alle rispettive classifiche di categoria ben si prestano a delle amare riflessioni … peccato che esse non siano fatte in seno alle rispettive società di gestione. A questi gestori manca il contraddittorio con un soggetto indipendente e non coinvolto emotivamente nella gestione che li guidi al ripensamento delle strategie di gestione o all’aggiornamento delle competenze professionali.
 
Esamineremo alcuni casi singolari con una certa regolarità. Segnalateci i vostri fondi zombie preferiti.

Come Virgilio accompagnò il Somma Poeta nel suo viaggio descritto nella Divina Commedia, ogni settimana un nuovo mostro ci accompagnerà alla scoperta dell’orrido mondo dei fondi zombi.

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