GUERRA E COSTITUZIONE E NATO. INTERVISTA ALL'AVV. CHIARA ZARCONE. GIURISTA e CULTORE DELLA MATERIA DIRITTO PENALE PRESSO L'UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TORINO .

GUERRA E COSTITUZIONE E NATO. INTERVISTA ALL'AVV. CHIARA ZARCONE. GIURISTA e CULTORE DELLA MATERIA DIRITTO PENALE PRESSO L'UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TORINO .

Giannina Puddu, 24 febbraio 2022.

Pare che, purtroppo, i venti di guerra si siano trasormati in guerra.

Sul coinvolgimento italiano affiorano vari dubbi.

In specie, in relazione alle competenze relative ai proclami ed agli obblighi della nostra Nazione.

Per cercare di capire, ne ho parlato con l'avv. Chiara Nardone che se ne intende.

Gent.ma avv. Chiara Nardone, il nostro Ministro Degli Esteri, Luigi Di Maio, ha già ufficializzato il SI dell'Italia per l'adozione delle "sanzioni" contro la Russia. Le pare che fosse, formalmente a posto, per esporsi con questa affermazione? Questo non è un vero atto di guerra ma ci si avvicina molto.

Bisogna essere molto cauti nell'affrontare l'argomento.

Sarebbe sbagliato affermare che il SI dell'Italia all' l'adozione delle sanzioni contro la Russia rappresenti un "atto di guerra", sopratutto perché non c'e' ancora stata una deliberazione ufficiale dello stato di guerra che deve essere fatta per mezzo di atto diplomatico formale con il quale uno Stato dà avvio a una situazione di belligeranza nei confronti di un altro Stato.

La dichiarazione del nostro Ministro degli Esteri deve essere letta in un'ottica più ampia che volge lo sguardo oltr' alpe poiché altri leader europei si sono espressi nei medesimi termini, non ultimo il nostro Presidente del Consiglio.

Non dimentichiamo che già dal marzo 2014 l'UE aveva imposto gradualmente misure restrittive nei confronti della Russia, adottate in risposta all'annessione illegale della Crimea e alla destabilizzazione della Ucraina.

Potremmo dire, semplificando molto l'argomento, che luso delle sanzioni ha una funzione "deterrente" volta a trattenere o distogliere dal compiere azioni belligeranti ma, soprattutto, le sanzioni sono indice di una chiara presa di posizione tesa a mandare segnali politici al singolo destinatario oltreché alla comunità internazionale nel suo complesso.

Le sanzioni rappresentano un segnale fondamentale anche al di là della loro funzione deterrente.

Volendo valutare la situazione in un'ottica europeistica gli stati membri dellUnione Europea riconoscono l’autorità di imporre sanzioni non solo al Consiglio di sicurezza Onu ma anche alla stessa Unione.

In questo caso l’autorità preposta alladozione di misure restrittive allinterno dellUE è il Consiglio dei ministri dellUe, anche se il Consiglio europeo (capi di stato e governo) ha un fondamentale ruolo di indirizzo.

Il nostro Ministro degli Esteri ha quindi esternato (assieme alle più alte cariche dello Stato), giustamente, la posizione dell'Italia riguardo alla situazione in atto.

Il 14 febbraio abbiamo saputo che i nostri alpini erano già in Lettonia e i caccia bombardieri in Romania. A marzo, sarebbe prevista una mega-esercitazione nell'Artico. Che senso ha questa iniziativa, secondo la sua lettura? Chi aveva il potere di dare questi ordini? Lo ha fatto? O chi lo ha fatto?

L' assunzione delle decisioni che riguardano l'impiego delle forze armate rimane una delle più delicate sopratutto perché coinvolge i valori più delicati del nostro ordinamento;

da qui una precisa individuazione delle sfere di competenza degli organi chiamati a valutare e decidere.

Per rispondere compiutamente alla domanda è necessario fare ricorso a precise fonti normative, in particolare alla Legge 18 febbraio 1997, n. 25 che al primo articolo afferma come "Il Ministro della difesa, preposto all'amministrazione militare e civile della difesa e massimo organo gerarchico e disciplinare:

a) attua le deliberazioni in materia di difesa e sicurezza adottate dal Governo, sottoposte all'esame del Consiglio supremo di difesa e approvate dal Parlamento;

b) emana le direttive in merito alla politica militare, all'attivita' informativa e di sicurezza ed all'attivita' tecnico-amministrativa;...

d) approva la pianificazione generale e operativa interforze con i conseguenti programmi tecnico-finanziari, nonche' la pianificazione relativa all'area industriale, pubblica e privata, di interesse della Difesa."

Si parla quindi di deliberazioni adottate dal Governo, sottoposte all'esame del Consiglio supremo di difesa e approvate dal Parlamento.

Per quanto riguarda la mia personale opinione, le esercitazioni rappresentano un messaggio, peraltro chiaro, che l'Italia è pronta a dispiegare la propria forza militare , coesa più che mai con gli altri paesi membri della NATO, nel fronteggiare la Russia in una eventuale guerra.

L'AGi ha riferito che La decisione di un eventuale invio di truppe Italiane nell'Est Europa nell'ambito della crisi ucraina verrà presa in sede Nato. E, quale sarebbe il ruolo, in tale contesto, del nostro Parlamento e del nostro Presidente della Repubblica? Sono obbligati a subire la decisione NATO oppure no?

Per rispondere a questa domanda dovrò fare un accenno al cosiddetto "Libro Bianco" (“Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa”) che a pag. 38 afferma come "La dimensione della sicurezza euro-atlantica è vitale per la difesa del Paese e la tutela degli interessi nazionali.

Solo lAlleanza Atlantica può assicurare una sufficiente capacità di deterrenza e difesa del territorio euro-atlantico da uneventuale minaccia di tipo militare convenzionale che, sebbene non sia al momento giudicata probabile, non è neppure escludibile".

La partecipazione dellItalia alle operazioni della NATO, dalla fine della Guerra fredda in poi, ha rappresentato un tratto caratterizzante della politica di difesa italiana.

Lo stesso Ministro della Difesa Lorenzo Guerini definisce la NATO come "una comunità di valori" che deve provvedere alla difesa "senza timidezze".

Bisogna pertanto ragionare sulla struttura della NATO - della quale l'Italia è paese membro - ed in particolare sul Consiglio del Nord Atlantico, conosciuto anche come NAC, che rappresenta il principale organo della NATO.

Ogni Paese membro ha un seggio nel NAC.

Indipendentemente da questo non si può parlare si subire o meno le decisioni della NATO poiché, proprio tali decisioni, sono espressione della volontà di tutti i membri in quanto tutte le decisioni vengono adottata all'unanimità di tutti i membri - tra i quali l'Italia stessa - (When a NATO decisionis announced, it is therefore the expression of the collective will of all the sovereign states that are members of the Alliance).

Si tratta dunque di decisioni che vengono prese a livello sovranazionale che coinvolgono organi diversi sia dal nostro Parlamento che dal Presidente della Repubblica e nelle quali l'Italia è senza dubbio parte attiva.

Pare che  nell'area Est dell'Europa altri militari italiani operino in Romania con 4 Eurofighter in un'altra missione, 'Enhanced Air Policing Area South'. E, secondo il Ministro Guerini, pare che l'impegno italiano si allarghi presto ulteriormente. Che ha aggiunto: Alla ministeriale Nato di martedì e mercoledì prossimi, infatti, si valuterà proposta di prevedere una presenza stabile anche nei paesi del fianco Sud - Est dell'Alleanza e di aumentare l'offerta di assetti aerei.

Pare che il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, l' 8 febbraio scorso (ANSA) abbia  illustrato in Parlamento la strategia nazionale sulla crisi. che lei sappia, il Parlamento ha, semplicemente, preso atto della "strategia" di Guerini? Possibile? Neanche ci è dato sapere quale sia la strategia....

In primo luogo è mio dovere precisare che tutte le sedute delle Camere sono pubbliche.

La Costituzione lo prevede all'articolo 64 in modo che i cittadini abbiano la possibilità di conoscere le posizioni e gli atti di chi li rappresenta e di formarsi un'opinione sugli argomenti del dibattito politico.

Sui siti web di Camera e Senato si possono trovare gli ordini del giorno, i verbali e quant'altro; quindi è data, giustamente, la possibilità a chiunque abbia voglia e tempo, di conoscere quanto avviene all'interno del Parlamento.

Il Ministro ha parlato dei punti che guidano lazione del dicastero: Rafforzare il ruolo del Paese nelle organizzazioni internazionali, Nato, Ue e Onu; contribuire alla sicurezza internazionale con la propria presenza quale fattore di stabilità negli scenari di crisi; rafforzare la cooperazione istituzionale internazionale e tutelare gli interessi nazionali ovunque nel mondo.

A mio parere le parole del Ministro Guerini dimostrano la chiara volontà dell' Italia di essere pronta ad intervenire qualora dovessero aprirsi scenari di guerra, ipotesi che tutti noi ci auguriamo possa essere scongiurata.

Il Ministro Della Difesa, Lorenzo Guerini, ha affermato, pubblicamente, che L'Italia ha già confermato la disponibilità a fornire il proprio contributo, qualora la Nato decidesse in tal senso". Pare riferirsi ad un "contributo" armato. Ma, non si dovrebbe, prima, decretare lo Stato di Guerra? Non si è sentita tale dichiarazione per bocca di Mattarella. Le risulta?

Per rispondere a questa domanda devo fare riferimento a quanto anzidetto (risposta alla domanda n. 3), relativamente alla NATO.

Non dobbiamo dimenticare che si parla sempre di scenari sovranazionali.

Escludo che l'Italia, di sua spontanea volontà, "dichiarerà guerra" a qualcuno, quindi vengono meno tutti i presupposti formali in tal senso.

Se dovessero aprirsi scenari di guerra l'Italia interverrà nella misura in cui è un membro della NATO.