I venti contrari che soffiano da Occidente sul G8

L`Europa «preoccupa» e rappresenta un rischio significativo per l`economia americana. Il presidente Barack Obama, preoccupato dai «venti contrari» che spirano del Vecchio Continente, vuole sentire dai leader europei piani a sostegno della crescita.

I venti contrari che soffiano da Occidente sul G8

A poche ore dal G8 gli Stati uniti ribadiscono i timori sullo stato di salute dell`Europa, mentre il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Christine Lagarde, avverte: un`uscita della Grecia dall`euro sarebbe molto costosa. Atene - aggiunge - deve rispettare il programma previsto nel piano di salvataggio. La Grecia - è la convinzione degli Usa - non è ancora a un punto di non ritorno e i leader europei vogliono che resti nell`area. Lascia sperare anche il fatto che l`Europa è «attrezzata» meglio che nel 2010 e nel 2011 per affrontare la crisi. Obama intende così sollevare il tema dell`Europa, con i suoi rischi sull`economia globale, al vertice di Camp David: il presidente vuole sentire dall`Europa - secondo quanto riferito da un rappresentate dell`amministrazione - «piani per la crescita». La Fed, nei verbali dell`ultima riunione del 24-25 aprile, mette in evidenza che nel Vecchio Continente sono ancora necessari «considerevoli aggiustamenti sia a livello pubblico sia a livello del settore bancario». Se la situazione dovesse peggiorare per gli Stati Uniti, la Fed non esclude nuovi aiuti sotto forma del terzo round di allentamento monetario. Ipotesi che vede un solo membro del Fomc, il braccio operativo della Fed, convinto che un ulteriore «quantitative easing» sia necessario ora. Per molti altri è necessario attendere ulteriori indicazioni dall`economia e agire se la ripresa rallenta in modo deciso. Obama e la casa Bianca invitano il Congresso ad agire sulla crescita e l`occupazione anche per evitare e contenere eventuali effetti della crisi europea. L`altro invito rivolto ai parlamentari è quello di non ripetere il dibattito sull`aumento del tetto del debito dello scorso anno, costato agli Stati Uniti il downgrade di Standard & Poor`s. Sarebbe «inimmaginabile» è il commento del portavoce della Casa Bianca, Jay Carney. La traiettoria insostenibile delle finanze pubbliche americane è un «rischio - è il monito della Fed - per le prospettive economiche americane: se non sarà raggiunto un accordo sul budget federale, una forte stretta di bilancio potrebbe arrivare agli inizi del 2013». L`incertezza sui conti - è il timore della banca centrale - potrebbe spingere le aziende a ritardare assunzioni e investimenti. Ma è l`Europa il nodo che preoccupa maggiormente. «Nell`area euro gli indicatori mostrano un indebolimento dell`attività con il peggioramento delle tensioni finanziarie, che sono aumentate: gli spread sul debito dell` Italia e della Spagna sono saliti». E questo anche in seguito alla possibilità che Madrid - evidenziano i verbali della Fed - non centri i target di bilancio per quest`anno, costringendo a nuovi tagli, e ai timori sullo stato di salute delle banche iberiche.

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