Il crocevia delle due Coree

La notizia della morte di Kim Jong-II inizialmente ha reso volatili la Borsa e la valuta della Corea del Sud a causa delle preoccupazioni sulla stabilità del regime a Nord.

Tuttavia i mercati sono tornati molto rapidamente alla normalità e, almeno finora, sembra che il passaggio del potere nelle mani di Kim Jong-Un sia stato indolore, nonostante la sua giovane età e i pochi anni che ha avuto a disposizione per prepararsi a prendere il posto di suo padre.
Il regime in Corea del Nord non ha più molti amici e continua a preoccupare per la sua stabilità. Una guerra di potere potrebbe portare a disordini interni e al tracollo del regime, dando il via a un’improvvisa unificazione delle due Coree. Molti sud-coreani temono questa eventualità che recherebbe con sé un ingente onere finanziario. Per ragioni geopolitiche, l’unificazione sarebbe motivo di preoccupazione anche per la Cina che, per ovvi motivi, preferisce mantenere lo status quo.
L’istinto di sopravvivenza dovrebbe spingere anche gli oppositori interni di Kim Jong-Un a restare in disparte in questa fase di transizione critica, dato che l’apparente debolezza del regime o eventuali lotte interne potrebbero provocare un tracollo del regime. Un conflitto militare su vasta scala per consolidare oppure sfidare il potere di Kim Jong-Un sarebbe dannoso anche per l’intellighenzia del Nord. Se si giungesse a una guerra vera e propria certamente significherebbe la fine del regime attuale. Anche senza arrivare all’estremo, potrebbe comunque scoppiare una rivolta interna o il tracollo economico.
In considerazione di tutti questi fattori è probabile che prevarrà lo status quo, almeno per il momento, ovvero la situazione non migliorerà né si deteriorerà in misura significativa.
Non possiamo sperare che Kim Jong-Un promuova una riforma del mercato o persino la liberalizzazione del regime se guardiamo l’esempio del padre, che durante il suo regno ha promosso un regime militare. Il fatto che Kim Jong-Un abbia studiato in Europa non è di grande aiuto in questo caso, come dimostra l’esempio di Bashar al-Assad, erede
anch’egli di una dittatura familiare. Nonostante il disastro economico, il regime nord coreano ha gli strumenti per garantire la propria sopravvivenza se riuscirà a mantenere la stabilità interna.
I mercati finanziari sud coreani fanno i conti da molto tempo con l’incertezza derivante dalla vicinanza con la Corea del Nord. Persino gli incidenti di grande portata, come l’affondamento della nave Chonan e il bombardamento di Yeonpyeong Island, hanno provocato un impatto molto limitato sui mercati. A posteriori, il rischio di evento in Corea del Nord ha sempre generato opportunità di acquisto.
Questa situazione probabilmente continuerà e la Corea del Nord non sarà un fattore trainante fondamentale per i mercati finanziari del Sud. La situazione potrebbe cambiare in caso di unificazione che inizialmente potrebbe portare a una massiccia svalutazione della valuta della Corea del Sud.
Tuttavia, tale svalutazione e la disponibilità di manodopera a buon mercato potrebbero avvantaggiare l’economia della Corea del Sud trainata dalle esportazioni, accantonando rapidamente le preoccupazioni dei mercati in merito ai costi dell’unificazione.
 
a cura di Eugen Loeffler, CIO Fixed Income, Asia Pacific
 
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