Il futuro dell’unione monetaria, parla il “profeta” dei subprime

Quando Josh Rosner parla, uno dei più intuitivi economisti del mondo (uno dei pochi ad aver individuato le criticità dell’universo subprime prima che scoppiasse la bolla), bisogna prestare non poca attenzione.

Il futuro dell’unione monetaria, parla il “profeta” dei subprime

Ecco perché la versione on-line dell’Economist ha deciso di riportare con attenzione un estratto del contenuto di un documento (circa 33 pagine) che lui stesso ha posto all’attenzione dell’Europa. Pagine nelle quali si cerca di fare il punto sulla questione dei bund tedeschi.


“La Germania sarà forzata a scegliere tra il sopportare la maggior parte dei pesanti costi dell’Unione Monetaria oppure se farsi carico dei costi sociali ed economici del fallimento di questo progetto, inclusi quelli di ricapitalizzazione dell’industria finanziaria. Tutto ciò porterà inevitabilmente alla crescita imponente del debito tedesco nonostante un’economia in evidente contrazione”.


E’ proprio questa “rincorsa” al capitale che ha portato la Germania a acquistare titoli di stato di paesi europei,  in virtù del loro rendimento spesso allettante. Ma è vero che una cosa che succede spesso in una crisi del debito è che crediti  divenuti inesigibili vengano poi ammortizzati. Un colpo che sarebbe troppo grande per le banche tedesche. E così questa scelta, secondo Rosner, ha imposto un fardello troppo pesante per i paesi periferici e ha portato alla fuga di capitali che ha spinto i rendimenti bund tedeschi fino a trascurabili (e in alcuni punti, negativo) i livelli.

Ma è proprio qui che Rosner lancia la sua allarmante “profezia”. I veri problemi legati al rendimento del bund inizieranno ad emergere nel prossimo paio di trimestri. Degli Stati Uniti fondi monetari hanno smesso di mettere il denaro in attività europee di base, e gli svizzeri stanno riducendo i loro acquisti bund. Le banche internazionali stanno inoltre riducendo la loro esposizione alle banche europee, comprese quelle tedesche, come evidenzia la relazione BIS pubblicaao la scorsa settimana.

Il risultato di queste “manovre” potrebbe essere un significativo aumento dei rendimenti tedeschi, almeno al 2,4% sul decennale, con conseguente grosse perdite in conto capitale per gli investitori che acquistano al rendimento attuale del 1,2%.

Il Timing è l`essenza, e un tale cambiamento sul mercato del debito potrebbe portare all’assunto iniziale della messa in comune del debito europeo (e quindi una convergenza dei rendimenti); anche perché l’alternativa di chiamerebbe “caos”.

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