IL "MEDIOEVO FERROVIARIO" IN SARDEGNA

IL "MEDIOEVO  FERROVIARIO" IN SARDEGNA

Cagliari, 16 giugno 2025. Di Elia Sanna

Mentre il resto d'Italia viaggia ad alta velocità, in Sardegna ci si prepara a un'estate da Medioevo ferroviario. 

Treni cancellati, tratte interrotte e sostituzioni con autobus a capienza ridotta e tempi allungati: è questo lo scenario che si presenta da oggi ai viaggiatori sardi e ai turisti, proprio nel momento in cui l'Isola dovrebbe garantire efficienza e accoglienza.

A darne notizia è Rete Ferroviaria Italiana, che ha annunciato una serie di lavori programmati lungo le linee principali, con effetti pesantissimi sulla mobilità interna: Cagliari–Olbia e Cagliari–Sassari saranno interessate da variazioni e cancellazioni fino a settembre. 

Il tratto tra Oristano e Ozieri Chilivani si è fermato domenica 15 fino al 24 giugno, seguito da Oristano–Macomer che resterà chiuso dal 25 giugno al 14 settembre. Il Sulcis, poi, rimarrà tagliato fuori fino al 2026: la tratta Decimomannu–Iglesias/Carbonia sarà interrotta per ben due anni e mezzo.

Tutto questo in piena stagione turistica , quando migliaia di persone affollano le coste e cercano collegamenti efficienti tra città, porti e aeroporti. 

I viaggiatori saranno costretti a salire su autobus sostitutivi, spesso affollati, e con percorrenze allungate anche di oltre un'ora, soprattutto lungo le strade congestionate del nord Sardegna.

Ma come se non bastasse, a complicare ulteriormente la situazione c'è il fatto che anche la rete automobilistica dell'isola è in condizioni disastrose. 

La Strada Statale 131, spina dorsale dei collegamenti su gomma, è perennemente un cantiere, rallentata da lavori infiniti, carreggiate ridotte, deviazioni improvvise e intasata dal traffico pesante.

Insomma, un'infrastruttura da Terzo Mondo che non garantisce sicurezza e tempi certi di percorrenza.

I disagi sono evidenti per tutti: pendolari, lavoratori, studenti, cittadini che devono spostarsi da una città all'altra per motivi sanitari o personali. 

I turisti si troveranno in un territorio isolato e trascurato, dove il trasporto pubblico è un lusso o una roulette.

A peggiorare il quadro, l' impossibilità di trasportare biciclette o animali di grossa taglia sui bus , l'incertezza degli orari e le coincidenze da incubo. 

In alcuni casi, i tempi di attesa superano i 20 minuti e il collegamento tra Sassari e Olbia, ad esempio, risulta già oggi macchinoso e poco competitivo rispetto all'uso dell'auto privata.

Sulla vicenda è intervenuto anche Giorgio Vargiu, segretario regionale Adiconsum Sardegna.

“La scelta di Rfi di realizzare i lavori nel pieno del periodo turistico, è sbagliata.

E ancora di più lo è se si tiene conto che si tratta di lavori “programmati”, cioè di lavori non indifferibili che potevano essere programmati in altro periodo dell'anno”.

“La scelta, che immaginiamo sia stata fatta in maniera unilaterale senza sentire il parere della comunità locale” aggiunge Vargiu, “creerà notevoli disagi sia al flusso turistico che ai residenti in Sardegna e al loro diritto alla mobilità.

Scelta particolarmente sbagliata anche alla luce della grave carenza di trasporti interni nella nostra regione, fatto che accentuerà maggiormente i disagi che i consumatori dovranno patire.

Adiconsum vigilerà sulla qualità e l'affidabilità del servizio sostitutivo, pronta a tutelare gli utenti in caso di disservizi e a segnalare gli stessi alle autorità di controllo e sanzionatorie.”

La Sardegna, ancora una volta, paga il prezzo di un sistema ferroviario obsoleto, che resta ancorato a una logica da secolo scorso, visto che esiste ancora un solo binario (penalizzante) tra i due poli dell'isola (Cagliari e Sassari), mentre il capoluogo Nuorese invece è sempre stato tagliato fuori dalla linea ferrata, nonostante le promesse dal Ministro Salvini. 

Imbarazzante anche il silenzio della politica Regionale, abitata a viaggiare sulle auto blu.

La programmazione dei lavori, seppur necessaria per ammodernare l'infrastruttura, appare scollegata dalla realtà, priva di un piano che tuteli le esigenze della popolazione e dell'economia turistica.

Serve una visione è sopratutto il rispetto per chi viaggia, per chi lavora, per chi abita l'isola tutto l'anno.

Invece, a oggi, si conferma un dato sconcertante: in Sardegna i treni non solo arrivano in ritardo — spesso non arrivano proprio. 

E le strade, per chi sceglie o è costretto a usarle, sono un'altra odissea quotidiana.