Il position paper di Aiaf sulla crisi del debito sovrano

L’AIAF-Associazione Italiana Analisti Finanziari presenta alle autorità legislative e regolamentari, agli operatori, agli esperti e all’opinione pubblica una serie di iniziative e di proposte per contribuire alla soluzione della crisi del debito sovrano in area euro. A due anni di distanza dal Position Paper sulla crisi finanziaria, elaborato nel 2009 in piena turbolenza dei mercati, l’AIAF decide cosi di prendere nuovamente posizione per analizzare le cause alla base dell’attuale situazione e per offrire un contributo concreto alla sua risoluzione. Il Position Paper, curato dal Vice Presidente AIAF Paolo Guida, delinea una road map fatta di azioni immediate e di interventi a più lungo termine per superare la crisi del debito sovrano e per rafforzare l’infrastruttura economico-finanziaria e istituzionale in Europa. “La crisi greca ha fatto emergere - spiega Paolo Balice, Presidente dell’AIAF – quanto l’approccio europeo alla soluzione delle relative problematiche sia stato fino a ora insufficiente. Va dunque promossa una più radicale modifica dell’assetto istituzionale europeo nella direzione di una reale unione fiscale dei paesi dell’area euro”.

 
Le azioni immediate che secondo l’AIAF potrebbero migliorare la situazione dei debiti sovrani dei Paesi dell’area euro nei prossimi 6/12 mesi sono:
• mantenere cruciale il ruolo della BCE evitando l’aumento del costo del debito a livelli
insostenibili per i Paesi di maggiori dimensioni, attraverso la prosecuzione di un ruolo
attivo da parte della Banca Centrale Europea, con l’obiettivo di assicurare la tenuta
dell’area dell’euro e consentire una corretta trasmissione della politica monetaria;
• rafforzare l’EFSF/ESM ampliando l’European Financial Stability Facility, anche con
risorse “reali” aggiuntive, per consentire una maggiore capacità di intervento a
sostegno degli Stati sovrani e, indirettamente, delle banche, oltre ad anticipare
l’introduzione dell’European Stability Mechanism;
• evitare il default involontario della Grecia e, in particolare, impedire l’attivazione dei
contratti CDS, in quanto le condizioni economico-finanziarie di Atene sono gravi e
rendono il Paese di fatto già insolvente e, quindi, il coinvolgimento del settore privato
appare indispensabile; tale processo di ristrutturazione del debito non dovrebbe
avvenire su base involontaria, perché l’effetto sistemico causato dall’attivazione dei
CDS sarebbe devastante, bensì su base volontaria;
• rafforzare il capitale delle banche attraverso il mercato o fonti private, attraverso
interventi governativi dei singoli Paesi ai quali le banche appartengono e attraverso
l’European Financial Stability Facility; tuttavia, secondo l’AIAF, il piano di rafforzamento
del capitale delle banche europee che prevede di raggiungere un Core Tier 1 del 9%
entro il 30 giugno 2012 rischia di generare un credit crunch, alla luce delle quotazioni
attuali dei titoli di stato europei che andrebbero valutati al valore nominale in modo da
escludere l’ipotesi di haircut del debito pubblico europeo;
• presidiare i mercati facendo uso se necessario dell’opportunità di estendere i divieti di
naked short selling e di naked CDS trading e accelerare la regolamentazione dei
mercati OTC;
• proseguire l’aggiustamento dei conti pubblici attraverso la correzione dei bilanci
statali, soprattutto per i Paesi più esposti come l’Italia, come condizione indispensabile
per la stabilità di medio-lungo termine e privilegiando misure che non penalizzino
eccessivamente la crescita economica.
Le proposte dell’AIAF da realizzarsi entro i prossimi 2-5 anni sono:
• rafforzare la governance europea e rilanciare la crescita attraverso riforme europee
(il cosiddetto Six Pack, l’Euro Plus Pact e la strategia Europe 2020) che vanno
rapidamente implementate insieme a un deciso rafforzamento delle sanzioni;
• inserire vincoli di bilancio nelle costituzioni, senza rinunciare al ruolo anticiclico di
politiche fiscali espansive;
• accentuare l’integrazione istituzionale che passa, secondo AIAF, per un maggiore
accentramento delle politiche di bilancio attraverso una parziale cessione di sovranità
fiscale dai singoli Stati alle istituzioni centrali. Un’effettiva unione fiscale europea, con
una reale autonomia impositiva su specifiche forme di tassazione, sarebbe una
condizione essenziale per una maggiore integrazione;
• emettere Eurobond o Stability Bond per un 60% del PIL di ogni Stato, seppur a
condizione di un maggiore accentramento fiscale, potrebbe avere concreti vantaggi per
le finanze pubbliche dei Paesi più deboli; a un maggiore accentramento fiscale e
all’emissione di debito comune dovrebbe corrispondere, però, un ruolo diverso della
BCE quale prestatore di ultima istanza e a sostegno della crescita economica;
• assicurare un applicazione omogenea dei criteri di Basilea III che garantirebbe un
rafforzamento delle banche da un punto di vista del capitale e della liquidità non
comportando una restrizione del credito all’economia e non essendo penalizzante per
le istituzioni finanziarie europee rispetto a quelle di altri Stati;
• stimolare la creazione di agenzie di rating e di regolamentazione dei mercati,
anche a carattere sovranazionale, distinguendone l’attività per le imprese da quella per
gli Stati sovrani e creando un’istituzione di controllo presso il Fondo Monetario
Internazionale.
 
Il Position Paper dell’AIAF delinea, per ognuno dei punti elencati, una serie di passaggi concreti per la realizzazione delle proposte, senza dimenticare di analizzare le cause che hanno portato al nascere e al dilagare della crisi attuale del debito sovrano. Il Position Paper dell’AIAF passa poi ad analizzare nello specifico la situazione del debito pubblico italiano, anche alla luce delle recenti tensioni che hanno investito i titoli di stato del nostro Paese. Secondo l’Associazione Italiana degli Analisti Finanziari i fondamentali dell’Italia sono profondamente diversi da quelli della Grecia consentendo ancora dei margini di manovra
per un aggiustamento dei conti pubblici.
 
Tuttavia alcuni obiettivi andrebbero fissati con urgenza:
• ritrovare dalla politica stabilità, compattezza e senso di responsabilità, necessari
a superare una fase di emergenza e a realizzare le riforme necessarie;
• rilanciare la crescita, attraverso riforme strutturali che riguardino le liberalizzazioni, il
mercato del lavoro, gli ammortizzatori sociali, l’istruzione, la fiscalità, la legalità e le
istituzioni;
• aggredire il debito pubblico attraverso le dismissioni del patrimonio dello Stato
alienabile e la tassazione dei livelli più elevati di patrimonio che garantirebbe, secondo
le stime dell’AIAF su dati Banca d’Italia, un gettito di 155 miliardi di euro (15,5 miliardi
di euro all’anno per 10 anni) o addirittura di 310 miliardi di euro se l’imposta avesse la
durata di 20 anni; l’impatto favorevole sullo spread potrebbe arrivare a due punti
percentuali di riduzione, con risparmi sulla spesa per interessi a regime fino a 40
miliardi di euro;
• mantenere il sostegno della BCE sul mercato dei titoli di stato italiani.
Con queste proposte l’AIAF intende, così, contribuire al rilancio del nostro Paese e a una
soluzione definitiva della crisi del debito sovrano in area euro, auspicabilmente nella
direzione di una maggiore unità, coesione ed equità in Europ
 
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