L`OCSE AFFERMA L`INSOSTENIBILITA` DEL SISTEMA PENSIONISTICO ITALIANO. EPPURE, LE NOSTRE PENSIONI SI COLLOCANO GIA` TRA LE PIU` BASSE AL MONDO...

Redazione, 21 ottobre 2021.  L`OCSE afferma l`insostenibilità del sistema pensionistico italiano.

L`OCSE AFFERMA L`INSOSTENIBILITA` DEL SISTEMA PENSIONISTICO ITALIANO. EPPURE, LE NOSTRE PENSIONI SI COLLOCANO GIA` TRA LE PIU` BASSE AL MONDO...

L`accento è posto sul cuneo fiscale troppo elevato e da ridurre.

L`Italia ha il quinto cuneo fiscale più alto dell’OCSE e il lavoro dipendente riguarda il 57% della popolazione attiva contro la media OCSE pari al 67%, oltre a penalizzare fortemente le donne con pensioni medie inferiori a quelle degli uomini.

Nonostante tale `insostenibilità`, gli italiani hanno pensioni medie che si collocano al fondo della classifica redatta dal Global Pension Index Report Highlights 2021.

Siamo al 32° posto su 43 nazioni a confronto.

Tra i peggiori sotto il profilo dell`adeguatezza delle pensioni medie erogate, della sostenibilità e integrità intesa come trasparenza e governance.

Secondo gli autori del Rapporto, questa è la fase più critica per il reddito da pensione e c`è molto da fare per bilanciare l`equilibrio sociale, economico e finanziario dei sistemi.

La popolazione invecchia e questo fatto complica l`esercizio.

Negli anni 2020 e 2021, tali problematiche sono state accentuate dalla pandemia Covid che ha peggiorato il contesto economico che vede la riduzione della crescita dei salari, tassi di interesse storicamente bassi e minori ritorni di investimento in molte asset class, esercitando ulteriori pressioni finanziarie sui sistemi pensionistici esistenti.

Questa edizione dell`Indice mette a confronto 43 sistemi di reddito pensionistico, evidenziando sia la notevole diversità che  le caratteristiche (sia positive che negativo) presente in molti sistemi.  

Si apre un enigma se si mettono a confronto le due fotografie, quella dell`OCSE  e quella del Global Pension Index Report Highlights...

Il Rapporto indurrebbe a credere in una forte sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico italiano, vista la sua debolezza rispetto agli altri, ma l`OCSE sintetizza l`opposto.

La voce dell`OCSE (con sede a Parigi), pare essere un pò  stridula in questa fase italiana e la sommiamo, con fastidio crescente, agli altri imput che ci arrivano, troppo spesso da fuori, per indirizzare le nostre scelte, in troppi campi.

Pare anche un assist alle nuove politiche sulle pensioni del governo in carica che tende a comprimere diritti piuttosto che a migliorarli.

I mantra si ripetono: `ce lo dice l`Europa`, `ce lo dice il FMI`, adesso `ce lo dice l`OCSE`... che dobbiamo ridurre la spesa pensionistica e quindi le pensioni medie pagate agli italiani, pur essendo già, queste, tra le più basse pagate tra i 43 paesi analizzati sopra.

E` il pregio dei numeri che non lascia scampo.

E` il limite della scarsa memoria e dell`altrettanto scarsa volontà di capire, oltre i proclami e oltre i loro toni alti e prepotenti offerti con un`attribuzione di autorevolezza e di oggettività tutte da valutare.

La sola spiegazione di questo conflitto di lettura del sistema pensionistico italiano può essere cercata nel terzo indicatore usato dal Global Pension Index, `l`integrità` intesa come `trasparenza` e `governance` e quindi sul come siano lavorate le risorse disponibili nel nostro sistema pensionistico sui due fronti delle entrate e delle uscite, oltre, ovviamente, all`eccesso di `cuneo fiscale` talmente evidente da accecare lo sguardo. 

L’OSCE, con sede a Parigi, dichiara di essere un foro di dialogo politico su un ampio ventaglio di questioni riguardanti la sicurezza e una piattaforma di azione comune per migliorare la vita dei singoli e delle comunità. L’Organizzazione aiuta a superare le divergenze e a rafforzare la fiducia tra gli Stati attraverso la cooperazione nell’ambito della prevenzione dei conflitti, della gestione delle crisi e della ricostruzione post-conflittuale. Grazie ai suoi gruppi di esperti, alle istituzioni e alle missioni sul campo, l’OSCE affronta problematiche che hanno un impatto sulla nostra sicurezza comune, tra le quali il controllo degli armamenti, il terrorismo, il buongoverno, la sicurezza energetica, la tratta di esseri umani, la democratizzazione, la libertà dei mezzi d’informazione e la tutela delle minoranze nazionali.