La view di Aiaf sui titoli di stato italiani: serve una terapia shock

  La forte caduta dei prezzi dei titoli di stato italiani e il corrispondente aumento dei rendimenti e dello spread BTP-Bund rende lo scenario per le finanze pubbliche del nostro Paese grave, ma ancora rimediabile. L’intervento della Banca Centrale Europea non è più sufficiente nella sua attuale formulazione e intensità. La discesa dei prezzi dei titoli di stato italiani è stata drasticamente acuita dalla decisione unilaterale da parte della Cassa di Compensazione LCH.Clearnet di aumentare i margini di garanzia sul collaterale rappresentato da titoli di stato del nostro Paese, mettendo in moto dei meccanismi quasi automatici di vendita, visti anche nel caso della crisi che ha portato l’Irlanda alla richiesta di aiuti. La sfiducia dei mercati nella solvibilità dell‘Italia non è dunque “solo” politica, ma anche legata al fragile impianto istituzionale europeo.   D`altro canto, i fondamentali dell’economia italiana sono profondamente diversi da quelli della Grecia, consentendo ancora dei margini di manovra per l’ulteriore aggiustamento dei conti pubblici. Tuttavia, alcuni obiettivi vanno fissati con urgenza, determinazione e senso di responsabilità: 1) da un punto di vista politico, sotto la guida del Presidente della Repubblica, è necessario trovare un accordo di larghe intese per la realizzazione delle riforme urgenti necessarie. Una guida tecnica si è sempre dimostrata in grado di superare fasi di emergenza nella storia del nostro Paese;. 2) a fronte dell’eventuale impossibilità che dovesse manifestarsi per il Tesoro italiano di accedere al mercato in asta per lungo tempo è opportuno richiedere formalmente un programma precauzionale al Fondo Monetario Internazionale o all’Unione Europea. Questo consentirebbe di avere quel tempo necessario a realizzare le misure necessarie, senza un monitoraggio significativamente superiore rispetto a quello già in essere per l’Italia; 3) bisogna aggredire il debito pubblico. Una terapia shock realizzando una manovra di forte riduzione del debito (da almeno 200 miliardi di Euro) attraverso la tassazione dei livelli più elevati di patrimonio, con un impatto sulla crescita economica largamente inferiore rispetto a quello dell’ulteriore tassazione del reddito. Dopo decenni di convivenza con un debito pubblico elevato, i mercati non sembrano intenzionati ad attendere una sua riduzione tramite i meccanismi della crescita economica e del saldo primario.    L’unica alternativa che l’Italia ha a disposizione è quella di un trasferimento parziale di ricchezza privata al settore statale, accompagnata da meccanismi di deduzione parziale dal reddito per poter penalizzare gli evasori fiscali e da un drastico taglio dei costi della politica per aumentarne l’accettabilità sociale di tali misure; 4) la Banca Centrale Europea, seppur mantenendo un’adeguata condizionalità rispetto alle misure di finanza pubblica necessarie, deve drasticamente incrementare l’ammontare degli interventi nel mercato dei titoli di stato italiani. La situazione attuale mette a rischio la sopravvivenza stessa dell’Euro e della stessa BCE, in assenza di decisioni più coraggiose di sostegno a un’area valutaria comune che dovrà diventare una più vincolante area politica e fiscale comune. E’ avendo in mente questi obiettivi, insieme ad altri diretti a una più concreta integrazione dei Paesi europei, che AIAF ha organizzato un Convegno il prossimo 16 novembre, in occasione del quale verrà presentato il Position Paper AIAF sulla crisi del debito sovrano e illustri rappresentanti delle principali Istituzioni e dei principali operatori di mercato discuteranno di soluzioni concrete, che si fanno ormai sempre più urgenti.   

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