L`analisi economica, e spietata, di Bankitalia. Banche, credito, economia...

L`assemblea annuale di Bankitalia non ha di certo regalato spunti di particolare ottimismo agli italiani.

L`analisi economica, e spietata, di Bankitalia. Banche, credito, economia...

L`analisi che ne emerge è decisamente drammatica, ma la realtà dei fatti, è inutile negarlo, è questa. Riassumiamo qua i principali dati emersi organizzati per macro argomenti.

INDIETRO DI 25 ANNI

La crisi italiana non e` ciclica ma ha radici strutturali: da 25 anni il Paese e` in ritardo e non e` in grado di rispondere ai cambiamenti richiesti. `Le origini finanziarie e internazionali della crisi, cui si e` soprattutto rivolta l`attenzione delle autorita` di politica economica - scrive Ignazio Visco nelle Considerazioni finali - non devono far dimenticare che in Italia, piu` che in altri paesi, gli andamenti ciclici si sovrappongono a gravi debolezze strutturali`. Lo dimostra il fatto che l`Italia andava peggio gia` prima dello scoppio della crisi: nei dieci anni antecedenti, infatti, l`evoluzione complessiva della nostra economia e` risultata peggiore di quella di quasi tutti i principali paesi. L`analisi di Visco e` spietata: `Non siamo stati capaci di rispondere agli straordinari cambiamenti geopolitici, tecnologici e demografici degli ultimi venticinque anni`. Da qui la considerazione che `l`aggiustamento richiesto e cosi` a lungo rinviato ha una portata storica; ha implicazioni per le modalita` di accumulazione del capitale materiale e immateriale, la specializzazione e l`organizzazione produttiva, il sistema di istruzione, le competenze, i percorsi occupazionali, le caratteristiche del modello di welfare e la distribuzione dei redditi, le rendite incompatibili con il nuovo contesto competitivo, il funzionamento dell`amministrazione pubblica`. Un aggiustamento che `necessita del contributo decisivo della politica`, anche se resta `essenziale` la risposta dell`intera societa` e di tutte le forze produttive.

INCUBO CREDITO

Non si arresta la riduzione dei prestiti alle imprese e le difficolta` sono ormai evidenti soprattutto per le piccole e medie imprese. L`allarme e` del governatore della Banca d`Italia, Ignazio Visco, secondo cui nei primi 4 mesi di quest`anno `il calo si e` di nuovo accentuato, avvicinandosi al 4% su base annua`. E `sono diminuiti`, sebbene `in misura minore, anche i prestiti alle famiglie`. In crescita risulta invece il costo del credito. `I tassi bancari attivi`, rileva il numero uno di Palazzo Koch nelle sue `Considerazioni finali`, `rimangono superiori a quelli medi dell`area: di circa un punto percentuale per i prestiti alle imprese e di mezzo punto per i mutui alle famiglie`. Il problema, sottolinea Visco, e` che `le tensioni nell`offerta di credito sembrano riguardare, seppure con minore intensita`, anche imprese con condizioni finanziarie equilibrate`.

E `le difficolta``, fa notare il governatore, `sono accentuate per le aziende medio piccole, meno in grado di ricorrere a fonti di finanziamento alternative al credito bancario`. Nel 2012 il differenziale di tasso tra i prestiti bancari e quelli di importo superiore e` stato pari a 160 punti base, circa il doppio del valore osservato nel triennio precedente la crisi. Visco promuove le iniziative adottate dal Governo e dalle associazioni di categoria per favorire il credito. E invita ad aumentare le risorse del Fondo centrale di garanzie, `avendo cura che alle garanzie da prestare corrispondano prestiti addizionali e condizioni piu` favorevoli, con piena informazione alle imprese beneficiarie`.

Ma in particolare, avverte il governatore, `le difficolta` di finanziamento delle imprese devono stimolare una riflessione sull`assetto complessivo del sistema finanziario italiano, sullo scarso sviluppo dei mercati obbligazionari e azionari e sulla conseguente eccessiva dipendenza delle imprese dai prestiti bancari`. Colpa delle aziende e della loro `riluttanza ad aprirsi`, ma anche delle banche che `non hanno spinto a sufficienza le imprese ad avvicinarsi ai mercati`. E` giunto il momento, auspica Visco, di `superare queste esitazioni. Per le aziende solide, con buone prospettiva di crescita`, argomenta il governatore, `le difficili condizioni sul mercato del credito bancario costituiscono uno stimolo potente ad accedere al mercato dei capitali.

Per le banche, un sistema finanziario sviluppato permette di diversificare le fonti di ricavo, di mantenere un rapporto equilibrato tra impieghi e depositi, di condividere con i mercati i rischi insiti nel finanziamento alla clientela. Anche se occorre fare attenzione ai potenziali conflitti di interesse`, dice il numero uno di via Nazionale, `le banche possono favorire il ricorso delle imprese al mercato, avvalendosi dei vantaggi nella valutazione del merito di credito derivanti dalle relazioni di lungo periodo che con esse intrattengono`. Tutto questo, pero`, conclude Visco, richiede `anche profondi cambiamenti nell`intero sistema finanziario: e` indispensabile che si ampli il ruolo dei fondi pensione e degli investitori con orizzonte di lungo periodo; l`accumulo di capitale di rischio deve essere opportunamente incentivato`.

BANCHE, PER FORTUNA, CON MENO FABBISOGNO

La leva finanziaria, cioe` il rapporto tra attivita` di bilancio e capitale, ``e` pari a 14 da noi e a 20 in media nel resto dell`Unione europea.

Nell`ultimo biennio le banche italiane che partecipano al monitoraggio periodico coordinato dal Comitato di Basilea hanno fortemente ridotto, da 35 a 9 miliardi, il fabbisogno di capitale che si registrerebbe se i nuovi requisiti di Basilea 3 fossero gia` pienamente in vigore``

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