L`intollerabile costo della politica

Costi, sprechi e corruzione mantengono alta l`insofferenza degli italiani nei confronti della politica; non e`, dunque, un caso se una famiglia su due giudica l`Italia un Paese disorientato e con una classe dirigente mediocre. Ma nonostante cio`, le famiglie non protestano e anche di fronte al permanere di un ciclo depressivo dei consumi e alle evidenti difficolta` economiche - tasse troppo alte, compressione dei redditi, erosione dei risparmi, problemi nella restituzione delle rate dei mutui - si adattano rimodulando i propri stili di consumo: e` quanto emerge dall`Osservatorio Censis-confcommercio su aspettative e clima di fiducia delle famiglie.

Secondo lo studio, sono poche le famiglie che riescono a cogliere qualche segnale positivo sul fronte delle misure di politica economica messe in atto nell`ultimo anno, anzi e` abbastanza diffuso il senso di insofferenza nei confronti di tutto cio` che rientra nella sfera che riguarda la classe politica e le misure approntate nell`ultimo anno dal Governo.

Infatti, quasi il 69% degli intervistati considera ormai intollerabili i costi e gli sprechi della politica a cui si aggiunge quasi il 48% di chi considera inaccettabile il livello raggiunto in termini di malaffare nella gestione dei beni pubblici. In una percentuale consistente, pari al 22%, si posizionano coloro che considerano ormai eccessivo il livello raggiunto dalla pressione fiscale.

Eppure al di la` di problemi che schiacciano gran parte delle famiglie, emerge un diffuso atteggiamento adattativo: le famiglie non protestano, ma adattano i propri stili di vita alla congiuntura di crisi, tagliano e rimodellano i propri budget di spesa, procedendo in un tunnel il cui termine sembra ancora lontano. Solo il 10% degli intervistati dichiara di sentirsi confuso dalla crisi perdurante, mentre il 40,8% dichiara che tagliera` i consumi a cui si aggiunge un 29% di coloro che hanno dichiarato di non voler rinunciare a nulla, rimodulando le priorita` di spesa.

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