Manifesto per la buona finanza, le banche al servizio del paese

Il 3 luglio 2013 si é tenuta presso la sede di Corso Italia della Cgil la conferenza stampa per la presentazione del “Manifesto per la buona finanza – le banche a servizio del paese” della CGIL e della FISAC. Sono intervenuti i Segretari Generali Susanna Camusso e Agostino Megale ed il professor Marco Onado.

Manifesto per la buona finanza, le banche al servizio del paese

 

Il Manifesto si articola su 7 punti:

1.       regolamentazione della finanza strutturata e dei derivati;

2.       riordino delle autorità di vigilanza, delle fondazioni bancarie e della governante delle banche;

3.       separazione tra banca commerciale e banca d’affari;

4.       ridefinizione del ruolo della BCE nella politica monetaria e nella vigilanza bancaria;

5.       incentivazioni alla tracciabilità e alla trasparenza dei pagamenti;

6.       riduzione dei compensi dei top-manager;

7.       armonizzazione della fiscalità sulle transazioni finanziarie a livello europeo e uso della liquidità per la ripresa degli investimenti.

 

In particolare, nel primo punto, si propone l’istituire una `Commissione d`indagine e di rinegoziazione governativa` che consenta di quantificare l`ammontare e tipologia dei derivati accesi dagli enti locali con le banche e, in caso di verifica di scorrettezze, riportare nelle casse dello Stato le somme indebitamente pagate. 

Ad esempio, nel  documento si riporta – definendola come `cattiva pratica` – l`accordo del gennaio 2012 siglato dal Tesoro con la banca d`affari Morgan Stanley (chiusura dei quattro derivati stipulati) che ha portato via XX settembre a pagare 2,56 miliardi. Operazione finita la scorsa settimana nel mirino della Corte dei Conti. Il Manifesto rileva, inoltre, che in metà delle regioni italiane vi sono perdite potenziali per oltre 100 milioni per effetto di contratti derivati in essere. Una riforma per disinnescare i potenziali guasti provocati da questi strumenti finanziari secondo il sindacato dovrebbe comprendere anche una legge per affidare a CONSOB la misurazione dei rischi dei derivati siglati dalle Amministrazioni centrali e locali e l`obbligo, per gli enti locali, di avvalersi del know-how quantitativo della CONSOB.

La seconda proposta del Manifesto prevede maggiori poteri alla Banca d`Italia, la dismissione del capitale delle banche detenuto dalle Fondazioni bancarie la cui vigilanza dovrebbe passare dal Ministero dell’Economia alla Banca d’Italia portando a compimento, come detto dal segretario generale Fisac Agostino Megale, la legge Ciampi.

Sempre nella seconda proposta si sottolinea l’importanza dell’utilizzo degli scenari probabilistici per la corretta identificazione dei rischi connessi agli investimenti finanziari strutturati. Si tratta di un approccio importante per tutte le parti in gioco, infatti come ha detto il segretario della CGIL Susanna Camusso “i lavoratori del sistema bancario devono poter operare in un contesto di corretta informativa ai risparmiatori ai quali devono essere rappresentati i rischi connessi ad ogni investimento”. È per tali finalità che Agostino Megale ha chiesto una legge che attribuisca alla CONSOB la competenza sulla misurazione dei rischi dei derivati contratti dalle amministrazioni centrali e locali che devono essere obbligate ad avvalersi del know-how quantitativo della CONSOB.

Sempre in tema di CONSOB, la Camusso ha sottolineato che “non sempre la CONSOB ha utilizzato i poteri che la Legge le attribuisce in tema di controlli e prevenzione”, rimarcando anche che “sono mancati interventi sulle regole finanziarie soprattutto in tema di derivati”.

Anche ad avviso del professor Onadola CONSOB è stata inadeguata nella gestione dei più recenti scandali finanziari, venendo meno alla sua funzione di tutela dei risparmiatori”. Secondo il professore, inoltre, nella CONSOB di Vegas `c`è un problema di collegialità da affrontare`. Per questi motivi Agostino Megale ha anche chiesto una riforma della CONSOB.