MARIO DA' LEZIONE A MARIO. DAI "MONTI" AI "DRAGHI"...

MARIO DA' LEZIONE A MARIO.  DAI "MONTI" AI "DRAGHI"...

Redazione, 26 giugno 2022.

Il nome Mario, è estremamente diffuso in Italia, tant'è che, pare, ne abbiamo circa 1 milione.

Sarà per questo che abbiamo sia un Mario Monti che un Mario Draghi!

Li accomuna anche il saper far di conto, forse..., si dice...

Sta di fatto che, comunque, nonostante alla presidenza del consiglio sieda il super Mario, Draghi, lo spread torna ad allargarsi e la BCE, guardinga, potrebbe assumere provvedimenti contro di noi.

Come se non fossimo già super inguaiati.

Ergo, l'altro Mario, Monti torna a pontificare, a prescindere dagli effetti e dall'utilità, indicando al suo omonimo, ma Draghi, quale via dovrebbe seguire per contenere lo spread, dalle pagine di Repubblica.

Ne è nato un parallelo con la situazione italiana del 2012.

E, Mario "Monti", ha detto: Ora come allora l'Italia chiede uno scudo anti-spread.

Ma oggi non c'è una crisi sistemica: l'euro non è sotto attacco. Oggi lo spread di ogni Paese è fatto in casa....

È proprio dal passaggio da Conte a Draghi che ha iniziato a risalire lo spread. Penso ci sia un elemento simile ad allora nella prospettiva politica: allora pesava l'incognita delle elezioni del 2013, oggi pesa quella delle elezioni del 2023.

D'altra parte è vero che ci sono una valanga di miliardi da spendere.

Ha criticato il governo di Mario "Draghi" sostenendo che  Forse, il governo ha assunto un orientamento piuttosto generoso sulla finanza pubblica e di non grande urgenza sulle riforme.

Ha incalzato:  in Europa ci prepariamo probabilmente a uno scontro ancora più duro che in passato tra Nord e Sud sul Patto di stabilità.

Alcuni Paesi del Sud si illudono, dopo la sospensione del Patto a causa della pandemia, dopo il Ngeu (ovvero il Fondo per la ripresa, ndr) e le misure straordinarie della Bce, che l'Europa possa funzionare senza regole o quasi e più spesa pubblica.

Ma c'è una questione fondamentale che riguarda la Bce: è il suo compito chiudere gli spread?

Condividendo la posizione della presidente della Bce Christine Lagarde, ha sostenuto: Anche secondo me, non è compito della Bce azzerare lo spread di ogni Paese, indipendentemente dalle politiche di quel Paese e dal grado di conformità con le linee generali e per Paese concordate a Bruxelles.

In fondo, è la discussione del 2012 che si ripresenta.

Forse dovremmo chiederci come sta evolvendo la nostra cultura economica.

Tanti italiani hanno preso al volo la distinzione tra disavanzo buono e cattivo, correttamente evocata alcune volte da Mario Draghi e stanno trovando - lo sento in Parlamento - sempre nuovi motivi per dilatare l'area della bontà del disavanzo.

Tanti altri italiani - mi perdoneranno l'amico presidente Draghi e il collega senatore Salvini per l'accostamento audace - si stanno allineando alla dottrina Salvini secondo la quale è dovere della Bce finanziare con moneta i disavanzi.

Ecco, forse i mercati seguono il dibattito economico italiano e si chiedono: quando mai si ripeterà una condizione favorevole come oggi?

Con Draghi capo del governo, una valanga di soldi dall'Europa, un Qe che fino ad oggi è stato a pieno regime e il Patto di stabilità sospeso?

Se l'Italia non riesce a fare progressi definitivi oggi, quando mai ci riuscirà?

Quindi, viene da chiedere al professore, che dobbiamo fare, cancelliamo l'appuntamento elettorale del 2023 per non impensierire i mercati finanziari?