MOLTO DEL NOSTRO PATRIMONIO CULTURALE E' IN STATO DI DEGRADO MA IL NOSTRO GOVERNO TUTELA QUELLO UCRAINO!

Redazione, 23 aprile 2022.

Com'è che l'Ucraina è diventata il centro del mondo?

Non era Foligno?

Il 6 aprile, l'Ufficio Stampa e Comunicazione del MIC ha riportato le dichiarazioni rse da Franceschini nel corso dell'audizione alla Camera nelle Commissioni Cultura ed Esteri  (Franceschini-Di Maio):

L’Italia in queste settimane è stata in prima fila per la difesa e la tutela del patrimonio culturale ucraino distrutto e minacciato dalla guerra.

Il lavoro che abbiamo avviato è stato apprezzato in tutte le sedi internazionali: la Ministeriale Cultura organizzata dalla Presidenza italiana del Consiglio d’Europa ha, da pochi giorni, approvato all’unanimità la nostra dichiarazione a sostegno dei beni culturali e degli artisti ucraini.

Con orgoglio possiamo rivendicare il ruolo guida che ormai il nostro Paese svolge per la tutela e salvaguardia del patrimonio culturale in Italia e nel mondo.

Nei giorni scorsi abbiamo organizzato un incontro per mettere a disposizione del Ministero della Cultura ucraina il software e le competenze dei Carabinieri della Tutela del patrimonio (Tpc), per l'inserimento nelle nostre banche dati dei beni culturali ucraini a rischio e per avere un censimento preciso di tutti i loro siti più esposti, come avvenuto ad Odessa il cui centro storico è un sito Unesco.

Inoltre, la Direzione Generale Sicurezza del patrimonio culturale del MiC, insieme ai Carabinieri, sta monitorando la situazione delle opere d’arte nelle aree di conflitto per poter contribuire alla loro messa in sicurezza.

Per questo, abbiamo stabilito l'acquisto e l'invio di materiale idoneo per la tutela, il trasporto dei beni culturali e il Cdm ha approvato all’unanimità la proposta di finanziare, non appena sarà possibile, la ricostruzione del Teatro di Mariupol”.

“Per poter poi intervenire in fretta a protezione degli artisti ucraini abbiamo deciso di mettere a disposizione i primi 2 milioni di euro, dando 100 mila euro a 20 diverse fondazioni (le 14 fondazioni lirico sinfoniche, la Biennale, la Triennale, la Quadriennale, il Maxxi, il Museo Egizio e il Centro Sperimentale Cinematografico) perché organizzino residenze per artisti ucraini in fuga dalla guerra”. 

In questi giorni ho, infine, firmato un decreto che ha aggiornato e potenziato i Caschi Blu della cultura.

Una task force di pronto intervento davvero indispensabile per tutelare e proteggere il patrimonio culturale dalle guerre e dalle calamità, che possa intervenire in situazioni di crisi, evitando che siano i singoli stati a farlo da soli.

Un’esigenza ribadita anche in occasione del G20 Cultura dello scorso luglio in cui abbiamo concordato con l'Unesco, che la forza italiana potrà intervenire in caso di emergenza. Riteniamo davvero indispensabile che sia l'UE che l’ONU si dotino di uno strumento del genere, come ci sono per la tutela delle persone e delle vite, che possa essere gestito a favore di tutta la comunità internazionale.

Ogni inziativa buona è buona a condizione che chi la promuove e la attiva possa permetterselo e che, innanzitutto, abbia svolto, prima e bene, il compito a casa sua.

E non è così!

Inoltre, queste "brillanti iniziative" sono persino sponsorizzate dalla super-patriottica squadra della signora Giorgia Meloni che, negli ultimi tempi, sta calando un velo dopo l'altro tanto che (se ci faranno votare....), come si evince dalla lettura dei commenti dei suoi ex-fan nei social, non avrà il successo che si è illusa di avere.

Come i 5Stelle, Fratelli d'Italia sta mostrando un nuovo volto che non piace ai suoi.

L'Italia è piena di siti culturali completamente trascurati dalle nostre istituzioni.

Potrebbero essere fonti di entrate imponenti, favorevoli al nostro PIL, se valorizzate a dovere.

Ma, nada.

E, dunque, pur mettendoci il massimo impegno, è impossibile comprendere la logica che sta muovendo tutta questa bella gente innamorata dell'Ucraina  e che volta le spalle al suo Popolo mentre scivola verso un cataclisma economico di portata superiore a quello del secondo dopoguerra.

Se non ami il tuo Popolo con quale credibilità ti prendi cura di un altro?

Come un genitore che trascurando suo figlio appare come "disumano" e, quando l'umanità manca, non c'è per nessuno.

Questo, oltre la simulazione.

Dunque, la ragione che ci sfugge deve essere altra...

Poco tempo fa, la STAMPA del

Museo Italia, il degrado di un patrimonio straordinario.

Siamo il Paese più rappresentato all’Unesco e abbiamo il 60% dei beni artistici del mondo. Tuttavia molti siti archeologici e musei versano in uno stato di semi-abbandono.

Secondo i dati Eurostat, l’Italia è penultima in Europa per percentuale di spesa pubblica destinata alla cultura (peggio di noi fa solo la Grecia): 1,4 per cento a fronte di una media Ue che è superiore al 2. Se si guarda alla percentuale sul Pil, la spesa italiana per la cultura è invece ferma allo 0,7 per cento (prima della crisi spendevamo lo 0,9) contro l’1 per cento della media europea.

Insomma, quella che viene spesso definita la “Penisola dei tesori” investe nella cura e nella salvaguardia di questi tesori molto meno di quanto facciano gli altri. 

.....E così l’immenso patrimonio di cui dispone l’Italia da decenni è condannato al degrado e alla marginalità o, nel migliore dei casi, a una gestione insoddisfacente, con il risultato di un disinteresse diffuso che produce un oscuramento progressivo degli aspetti fondamentali della civile convivenza (la stessa Unesco insiste sul valore etico della cultura come opportunità di scambio, di dialogo, di arricchimento spirituale).

Numerosi siti archeologici, musei, chiese, palazzi e persino interi centri storici cadono a pezzi o versano in uno stato di semi abbandono.

A questo, già drammatico bilancio, si devono aggiungere tutte le città e i paesi di immenso valore storico e culturale, crollati sopra le scosse dei terremoti che si sono succeduti in Italia e che sono ancora un cumulo di pietre mai rimesse in fila.

Per salvare il patrimonio dell'Ucraina, inoltre, dove prenderà i soldi questa bella gente?

Dal PNRR indebitandoci ancora con zero effetti sul nostro bene?

O, da dove, di grazia?

Riducendo ulteriormente l'efficienza e la portata dei nostri servizi pubblici già in stato compresso, sanità, cultura, ricerca  in testa?