Oltre la Paura: Cosa Dice Davvero l’S&P 500.

Milano, 13 maggio 2025. Commento del team di gestione di Pharus.
Anche questa settimana facciamo il punto su ciò che sta guidando le dinamiche dei mercati finanziari globali, con particolare attenzione al tema che ha monopolizzato l’attenzione degli investitori, ovvero le tariffe commerciali imposte dall’amministrazione Trump ed in particolare le implicazioni per la FED chiamata in settimana alla decisione sui tassi.
Ma a portare ottimismo sui mercati abbiamo una nuova narrativa dove si inizia a parlare di accordi commerciali e non più di guerre commerciali.
Il presidente Trump è sotto pressione per dichiarare vittoria nelle sue guerre commerciali e scongiurare una recessione che potrebbe costare ai repubblicani il controllo del Congresso nel 2026, intanto, affronta sfide legali sulla legittimità dei suoi dazi e nel caso in cui i tribunali stabiliscano che i dazi di Trump sono incostituzionali, chiudendoli entro breve potrebbe comunque uscirne vincitore dichiarare di aver vinto le guerre commerciali.
Gli investitori sono stati felici di apprendere che i funzionari americani e cinesi si stanno incontrando per parlare di un accordo commerciale che per ora ha portato alla riduzione delle tariffe al 30% verso la Cina per 90 giorni, dai 145% attuali, e sono felici della chiusura del primo accordo commerciale con UK.
La negoziazione di tutti i futuri trattati commerciali e la loro attuazione non possono essere fatte in 90 giorni, presumibilmente arriveremo forse oltre l’estate, ma non è da escludere che presto i mercati si stancheranno quasi di sentire le dichiarazioni di Vittoria di Trump sulla chiusura di dazi.
Eppure, se osserviamo i mercati, sembrano raccontare una storia molto diversa.
L'S&P 500 ha registrato un rally del +18% dai minimi di aprile, mentre le aziende continuano a riportare utili migliori delle attese e il tasso di disoccupazione rimane storicamente basso.
Ma cosa ci dice davvero tutto questo?
Uno degli aspetti più controintuitivi – ma fondamentali da capire per ogni investitore – è che i mercati azionari tendono a muoversi prima dell’economia.
Sono da questo punto di vista dei “leading indicators”, che anticipano gli eventi economici. Questo significa che spesso i mercati iniziano a risalire ben prima che una recessione venga ufficialmente dichiarata conclusa.
Se guardiamo alle ultime recessioni riconosciute ufficialmente dal National Bureau of Economic Research (NBER) ovvero l’ente che certifica i cicli economici negli USA, in media l’S&P 500 era già salito di oltre il 60% al momento in cui la recessione veniva dichiarata “terminata”.
A tal proposito è molto famosa la citazione di Warren Buffet “Se aspetti i pettirossi, la primavera sarà già finita” Il pettirosso è un simbolo classico della primavera, ovvero di un miglioramento delle condizioni.
Buffett dice che, se aspetti i segnali evidenti che la crisi è finita (i “pettirossi”), quando li vedrai sarà troppo tardi per investire: i prezzi saranno già saliti e le opportunità più ghiotte saranno svanite.
Quando Buffet scrisse questa frase in un editoriale del New York Times era l’ottobre del 2008, ovvero nel pieno cuore della grande crisi finanziaria globale e l’S&P500 era già sceso del 50%, il panico era diffuso e molti investitori stavano ancora uscendo dal mercato, ma la lezione di Buffet era chiara: Anche se la paura e l’incertezza è dominante io sto comprando.
Aspettare la "chiarezza" è spesso una strategia perdente. Quando i dati sono positivi e il clima è ottimista, il mercato ha già reagito, e le statistiche lo dimostrano.
Durante periodi di recessione, la diversificazione torna a essere cruciale. Asset come le obbligazioni hanno storicamente offerto una copertura parziale contro il crollo dei mercati azionari. Il mercato obbligazionario statunitense è in calo da 57 mesi, il periodo di gran lunga più lungo della storia, un dato interessante da leggere in ottica contrarian e di protezione del portafoglio.