PAGARE IL GAS IN RUBLI. SCACCO MATTO ALL' EUROPA.

PAGARE IL GAS IN RUBLI. SCACCO MATTO ALL' EUROPA.

Giannina Puddu, 25 marzo 2022.

Cepisti volucres, alius sed rete tetendit.

C'è chi scuote il cespuglio mentre altro cattura gli uccelli.

L' UE, nel caso della crisi ucraina, sta scuotendo il "cespuglio", mentre gli USA acchiappano e acchiapperanno gli uccelli, incrementando il loro incasso.

E, non solo.

Perchè alla spavalda e temeraria azione di contrasto alla Russia che l'UE sta mettendo in atto, non solo si associa questo ruolo di scuotitore pro domo altrui ma, pure ci sta danneggiando in modo straordinario e il danno è destinato a farci implodere economicamente, trascinando con sè turbamenti politici e sociali di grande portata.

Nel memtre, gli USA raccolgono, assorbendo il ruolo di fornitori europei che stanno cercando di togliere ai russi.

Il vertice NATO di mercoledì a Bruxelles, in sintesi, con l'inasprimento delle sanzioni e l'invio di comandi militari su quattro punti di confine, i quattro "battlegroup" in Bulgaria, Romania, Slovacchia e Ungheria, ha detto che dobbiamo scuotere i cespugli con maggior forza. 

Alla nostra maggior forza risponderà pari reazione sulle nostre teste, a portata di tiro.

L'Ucraina ospita, nella sua devastazione, questo gioco terzo.

Per l' Europa, la mancanza del  gas russo, significa, semplicemente,  non avere, in quantità sufficiente, né il gas, né l’energia elettrica.

Quindi, in ogni caso, premesso che nessuno ha il potere di sostituire subito il fornitore russo, sia che si liberi il mercato lasciando che i prezzi si autodeterminino, sia che si impongano razionamenti, aziende e famiglie saranno esposte ad una condizione drammatica che porterà alla morte diffusa delle prime e ad una vita di rinunce a ventaglio per le seconde con un salto indietro nel tempo, come all'epoca della seconda guerra mondiale. 

Anche volessimo estrarre "in casa" gas e/o produrre "energie rinnovabili", come potremmo senza energia?

Basta dollari, stop euro.
I sedicenti "mediatori"occidentali, hanno dimenticato che la mediazione prevede la chiara equidistanza tra le parti in conflitto, pena la perdita di ogni autorevolezza e credibilità.
Questo, invece, è l'atteggiamento saggio che la Cina ha ssunto, resistendo alle pressioni che vogliono schierarla.
Sull'obbligo del saldo in rubli si obietta sostenendo il venir meno, in via unilaterale, di una condizione contrattuale.
Può darsi, ma, cosa se ne fanno i russi dei dollari e degli euro che, ormai,  non possono più spendere?
Le esportazioni verso la Russia sono bloccate per scelta occidentale, pure di tipo unilaterale.
Questa nuova condizione imposta obbliga la Russia alla ricerca di nuove partnership commerciali che prevedono altre valute e altri mercati: Turchia, India, Cina...
Il governo italiano ha già tuonato che non pagherà in rubli.
E, dunque, come pensa di garantire all'Italia  le forniture necessarie?

Si sa già che non abbiamo alternative se non di lungo termine e nel mentre, prima che ci arriviamo, che facciamo?

E' stata troppo rapida e istintiva l'affermazione del nostro governo?

Prima di tagliare le corde del ponte si dovrebbe avere costruito un ponte alternativo e questo non c'è.

Putin si è mosso su un passo obbligato, per la tutela della sua Nazione (come ogni capo di stato dovrebbe...), per rivalutare la sua moneta fiaccata dalle "sanzioni", per ridare fiato alla sua Banca Centrale, alzare il prezzo del suo gas,  conservarne il controllo e fare cassa perchè le operazioni militari costano.

E, per noi, non finisce qui, ci sono anche le importazioni di zucchero, di grano e di mais...

Trascurando, per stringere, tutto il nostro sistema industriale che perde il mercato russo, per le sue esportazioni.

Sarà molto interessante assistere all'azione delle  task force legali attivate dagli occidentali per contrastare la richiesta di pagamento in rubli con l'accusa di voler aggirare le sanzioni oltre la violazione contrattuale.

Ma, il diritto di difesa, pure non si può negare e pare che di questo si tratti.