RINCARI LUCE E GAS. UN MAGGIOR COSTO PARI A 82,6 MILIARDI PER FAMIGLIE E IMPRESE ITALIANE.

RINCARI LUCE E GAS. UN MAGGIOR COSTO PARI A 82,6 MILIARDI PER FAMIGLIE E IMPRESE ITALIANE.

Giannina Puddu, 12 settembre 2022.

L’Ufficio studi della CGIA di Mestre, ha calcolato che, dedotti gli aiuti sin qui erogati, il maggior costo per luce e gas, peserà, sulle tasche delle famiglie e delle imprese italiane, per 82,6 miliardi in più, rispetto al 2021.

La cifra è spaventosa!

Il Decreto Aiuti, in fase di approvazione a cura del governo Draghi, dovrebbe portare in dote non più di 12-13 miliardi.

Il costo energetico complessivo, a carico delle famiglie e delle imprese, sempre secondo CGIA, è pari  207,4 miliardi di euro.

Nel 2021 il Pil, ai prezzi di mercato, è stato pari a 1.781,221 o, a  1775 miliardi di euro circa, secondo altra fonte.... 
Tuttavia, alle condizioni attuali, il costo per l'approvvigionamento energetico costa al PIL italiano circa l'11%!
Il Sistema Italia perde, mentre, chi ci guadagna?
Prendiamo il caso di ENEL, originariamente, Ente nazionale per l’energia Elettrica, istituito come ente pubblico alla fine del 1962, e poi trasformato in una società per azioni nel 1992.
Il 1992, l'anno di "mani pulite"....
Nel 1999, in seguito alla liberalizzazione del mercato elettrico in Italia, Enel è stata privatizzata renedendo accessibile, il possesso del suo capitale, a terzi, privati, istituzioni, in Italia e fuori.

E'  la 73esima azienda al mondo per ricavi, con 65,0 miliardi di euro nel 2020.

A partire dal 2020, Enel ha una capitalizzazione di borsa di 82 miliardi di euro.

E' la più grande utility europea per capitalizzazione.

Dal 2018, Enel è anche la seconda più grande azienda elettrica al mondo per ricavi dopo la State Grid Corporation of China.

Confermando la saggia guida che disse "segui i soldi", la domanda è: di chi è l'Enel?

Al 31 dicembre 2020, i risparmiatori, con acquisti diretti, pesavano per il 14,1% del capitale.

Il MEF (Ministero dell'Economia e delle Finanze) per il 23,6%.

Gi Investitori Istituzionali, pesavano per il 62,3%.

Cercare e trovare l'elenco dei possessori delle azioni ENEL è compito che può scoraggiare.

C'è un'opacità, sul dato, che distruba e tradisce l'obbligo di trasparenza del mercato, in ogni sua declinazione.

Anche Consob si limita a fornire dati aggregati anzichè di dettaglio.

La "torta" che pubblica si ferma all'informazione sugli "azionisti rilevanti" e quindi: 

  1. MEF 23,585%
  2. CAPITAL RESEARCH AND MANAGEMENT COMPANY 5,030%
  3. BLACKROCK 5,080%
  4. MERCATO 66,305%

Come noto, BlackRock è la più grande fabbrica finanziaria al mondo, con sede a New York.

Mentre, Capital Research and Management, secondo la presentazione che ne offre Bloomberg, è una società che fornisce la gestione degli investimenti attraverso fondi comuni di investimento, conti gestiti separatamente e fondi di investimento in pool. Lo Studio offre servizi di gestione degli investimenti a privati e grandi istituzioni.

Ha sede a Los Angeles.

Due grandi gruppi finanziari americani detengono più del 10% del capitale di ENEL.

Ma, nell'aggregato che Consob descrive come "mercato", vi è la quota dominante degli altri Investitori Istituzionali Finanziari che non elenca.

Ne discende, comunque, che, a fronte dell'incremento record (+ 85,3%) dei i ricavi di ENEL nel primo semestre 2022, mentre le famiglie e le imprese italiane stanno affogando nel maggior costo, gli azionisti di ENEL festeggiano per il maggior ricavo!

Al netto della quota di partecipazione pari al 14% circa in mano ai risparmiatori, quasi tutta la torta è sul tavolo del MEF e, soprattutto, della Finanza Internazionale.

Alla partenza, il MEF aveva una quota di partecipazione superiore al 30%, progressivamente ridotta a favore degli attori finanziari che, con il loro peso, condizionano la governance di ENEL come di altre società pubbliche privatizzate. 

A questi, poco importa che le famiglie e le imprese italiane siano strette nella morsa di costi insostenibili. 

Gli altri grandi stati hanno agito diversamente allo scopo di proteggere le attività strategiche nazionali. 

Il governo di Parigi aveva individuato  i suoi settori strategici dando loro priorità negli investimenti, soprattutto quando si trattava di aziende di Stato.

Aveva anche  sostenuto i gruppi privati con generosi incentivi pubblici.

La Francia aveva introdotto le Golden share nella propria legislazione per proteggerne la proprietà e anticipando l'Italia di una ventina d'anni.

I risultati si contano.

C'è un  rapporto di uno a quattordici tra le acquisizioni estere di imprese francesi e quelle fatte da imprese francesi su aziende straniere.

L' Italia è esposta all'attacco dei predatori.

C'è Golden Share e Golden Share...