SI PREPARA NON UNA "CRISI" MA UNA "TEMPESTA" ECONOMICA. SUPER GREEN PASS. ALBERGHI E RISTORANTI. APERTI, MA VUOTI. 10.000 NUOVI LICENZIAMENTI e ALTRE 150.000 AZIENDE PROSSIME ALLA FINE.

SI PREPARA NON UNA "CRISI"  MA UNA "TEMPESTA"  ECONOMICA. SUPER GREEN PASS.  ALBERGHI E RISTORANTI. APERTI, MA VUOTI. 10.000 NUOVI LICENZIAMENTI  e ALTRE 150.000 AZIENDE PROSSIME ALLA FINE.

Giannina Puddu, 12 gennaio 2022.

In Italia, un passo dopo l'altro, in un silenzio mediatico eloquente, ci stiamo portando verso la desertificazione d' impresa, dopo avere già realizzato la desertificazione industriale.

In questo tempo, non si potrà neanche più descrivere il fenomeno alla maniera classica, come "crisi economica", perchè non si tratterà della "crisi economica" come l'abbiamo sperimentata in passato.

Sarà un fenomeno molto più grave che si potrebbe, più correttamente,  definire "tempesta economica", di quelli, cioè, che annientano tutto o quasi e conducono verso un nuovo mondo che non conosciamo e che proprio in quanto ignoto, spaventa anche i più coraggiosi.

Le promesse si dovrebbero fare solo nel momento in cui si sappia di poterle mantenere.

Così non è stato per chi ci governa, ministro della salute in testa e mega-esperti vari che continuano a rinnovare promesse, annientando le loro stesse precedenti, drammaticamente smentite dai fatti.

Molti, anche tra gli albergatori ed i ristoratori, intervistati su green pass, super green pass e provvedimenti creativi vari pro-covid, si erano detti ampiamente soddisfatti di poter tornare ad aprire i loro negozi, in sicurezza.

Così come la gran parte dei cittadini italiani si è piegata ai lokdown, alle vaccinazioni nelle diverse tappe, ai tamponi in alternativa, ai tamponi anche da vaccinati, al green pass, al super green pass, ad ogni forma di stravolgimento della loro vita pur di poter riconquistare la libertà di vivere una vita quasi-normale.

Con la variante Omicron e la sua furbizia che, come ha appena tuonato Anthony Fauci, colpirà tutti e non si salverà nessuno, tutto si è nuovamente resettato, la paura domina tutti i cuori e i cervelli, tutti si tappano in casa, blindati in assoluta autonomia sperando di sfuggire all'agguato della nuova variante astuta.

Come sappiamo, il settore del turismo e della ricezione è stato e tutt'ora è, il più penalizzato da quest'epoca surreale.

Ma i "salvi", cinici ed egoisti, non pensino chi-se-ne-frega, sono affari loro, io mi godo il mio sacro stipendio o la mia sacra pensione.

L'economia di un paese è come un tessuto le cui maglie sono collegate ed uno strappo ampio come quello che si è aperto e si sta progressivamente allargando, finirà per comprometterlo tutto, rendendolo liso in  ogni suo pezzo e, si salvi chi può!

Il Turismo, la ricezione e l'accoglienza in genere, sono strettamente legati a chi produce carne, frutta, verdura, pasta, riso, oli, vini, vasellame, macchinari vari, stoviglie, piatti, biancheria varia, mezzi di trasporto, automobili, usano e affitanno/comprano immobili, ristrutturano e arredano i loro spazi, pagano utenze, pagano stipendi a milioni di famiglie che, perso lo stipendio, faranno avanzare l'effetto domino negativo.

Tutte queste attività collegate, soffriranno enormemente e, tra queste, molte soccomberanno.

Dai ristoratori e dagli albergatori, arriva un nuovo appello desolante che, in sintesi, è: siamo aperti ma siamo vuoti.

L'associazione TNI Italia – Tutela Nazionale Imprese, fondata dall’associazione Ristoratori Toscana, rappresenta circa 40mila imprese del mondo Horeca, da nord a Sud dell’Italia, nata spontaneamente a marzo 2020, durante il primo lockdown, per chiedere, prima dell’emanazione del decreto Cura Italia, la chiusura di tutti i ristoranti e le tutele per le perdite che questa avrebbe procurato.

Da Firenze, TNI ha appena lanciato una denuncia della situazione attuale, appena introdotto il super-green pass:

Alberghi e ristoranti vuoti nel primo giorno di super green pass. Non mancano solo i non vaccinati, ma mancano i turisti e moltissime sono le famiglie bloccate a casa tra isolamenti e quarantene.

Mediamente da oggi le imprese della ricettività e della ristorazione, stima Tni Italia, perderanno una nuova fetta del loro fatturato: un -20 per cento ulteriore che si va a sommare al -40 per cento perso da Natale in poi.

“Siamo aperti, ma vuoti. 

Siamo affrontando, di fatto, un nuovo lockdown e senza aiuti inizieranno a chiudere le aziende e fioccheranno i licenziamenti.

Solo i nostri associati hanno dichiarato 10mila esuberi.

Siamo al disastro economico.

Per questo – annuncia Raffaele Madeo, presidente di Tni Italia – torneremo a Roma, per un presidio.

Ora basta, si sta distruggendo l’economia. 

Il Governo deve intervenire con misure urgenti. Porteremo in piazza i 10mila licenziamenti. Per noi fare sindacato vuol dire anche fermare ogni deputato e senatore per spiegare loro i problemi delle nostre imprese. Ed è quello che faremo”. Le priorità per Tni Italia sono tre: cassa integrazione Covid, credito d’imposta per quegli imprenditori che hanno i locali in affitto e la moratoria sui finanziamenti.

Il presidio si svolgerà mercoledì 12 gennaio, a partire dalle 12, in piazza dei Santi Apostoli a Roma. Visto l’alto numero di contagi, anche altre città stanno organizzando iniziative locali.

Facciamo appello a tutto il mondo della ristorazione, ma anche a tutti quegli imprenditori colpiti dalla crisi, perché si uniscano a noi in questa battaglia”, è l’appello di Madeo, che ricorda come le imprese stiano sostenendo dei costi sempre più alti, dovuti in particolare ai rincari energetici. Secondo lo studio della Cgia di Mestre, le aziende italiane pagheranno 36 miliardi di euro in più rispetto al 2019 solo per l’aumento delle tariffe elettriche. 

Nel giro di tre anni il costo dell’energia elettrica è raddoppiato. Tra le imprese più colpite la Cgia annovera alberghi, bar e ristoranti.