Trading ad alta frequenza, meglio darsi una calmata

L`alta velocità fa sempre paura, che siate in auto, in treno, su un aereo o davanti a un pc con milioni di euro a portata di clic. Il problema è che finchè ci si `schianta` in solitaria la cosa può anche essere accettata, diverso è il discorso se per colpa vostra il portafoglio di svariate persone (e con queste la vita) rimane coinvolto. Meglio prodigarsi nel promuovere il rispetto del codice stradale. `La diffusione del trading ad alta frequenza (High frequency trading, Hft) e più in generale del trading algoritmico può avere impatti di carattere sistemico` sulle Borse. Lo afferma la Consob in uno studio sulla materia, ripreso da Ansa. Con questi sistemi `si possono verificare fenomeni di profonda e repentina destabilizzazione di uno o più mercati innescati da uno shock che colpisce un singolo trader`, si legge nel `discussion paper` dell`ufficio studi della Commissione di controllo sulla Borsa.

Un danno operativo, come il semplice malfunzionamento dell`hardware, influenzando le strategie degli altri operatori ad alta frequenza `può avere ripercussioni sull`intero mercato fino a interessare anche altri titoli o mercati`, spiega la Consob. Che fa un esempio concreto: il primo agosto scorso si è verificato un caso emblematico quando Knight Capital, uno dei maggiori operatori del comparto sul mercato statunitense, ha realizzato 440 milioni di dollari di perdite (pari a circa 4 volte il proprio utile netto dell`anno precedente) in soli 45 minuti di negoziazione a causa di un errore nell`algoritmo di trading. `In condizioni di mercato estremamente incerte, la diffusione del trading ad alta frequenza può portare ad amplificare le pressioni ribassiste fino a generare situazioni di estremo disordine negli scambi`, si legge nello studio della Commissione. L`esempio è quello del cosiddetto e famoso `flash crash` del 6 maggio 2010, quando i mercati azionari statunitensi hanno perso oltre il 10% del loro valore in pochi minuti, per poi recuperare rapidamente nella corso stessa giornata. In quella circostanza i trader ad alta frequenza `hanno avuto un ruolo decisivo nell`amplificare tale movimento, pur non avendone rappresentato la causa scatenante`. In base alla successiva ricostruzione degli eventi condotta dalla Sec, gli ordini in vendita Hft hanno infatti innescato altri ordini in vendita di altri operatori simili `creando un fenomeno di `patata bollente` (hot potato trading) per cui le controparti degli scambi erano entrambe operatori ad alta frequenza che continuavano a vendere amplificando le spirali ribassiste`, fa notare lo studio della Commissione. Gli emendamenti al Ddl Stabilità presentati giovedì in tema di Tobin Tax prevedono, tra l`altro, una specifica imposta dello 0,02% sulle negoziazioni ad alta frequenza `effettuate elettronicamente in periodi di tempo molto ristretti`, cita il testo del provvedimento, anche se secondo gli uffici Consob sarà molto difficile riuscire concretamente a tassare le transazioni di questi trader.

La Borsa europea dove è maggiore l`impatto degli operatori ad alta velocità (High frequency trading, Hft) che usano sistemi algoritmici è quella di Francoforte, dove il 35-40% degli scambi giornalieri avviene attraverso questo sistema `mordi e fuggi`, spesso senza reale liquidità alle spalle, che rischia di destabilizzare i mercati. Lo afferma la Consob in uno studio sul settore, secondo il quale in base ai dati omogenei più recenti disponibili (ormai del 2010), il secondo mercato dove la presenza dell`Hft è più rilevante è quello di Londra (33%), con la Borsa di Milano dove si raggiunge il 20% di scambi che avvengono attraverso gli operatori ad alta velocità. Secondo la ricerca dell`ufficio studi della Commissione di controllo sulla Borsa, sono più bassi i livelli sul Nyse Euronext (23% del totale) e sul Nasdaq (13%). Ovviamente spiccano le quote sul Chi-X: sulla piattaforma alternativa azionaria creata dal broker Instinet e concorrenziale rispetto ai mercati regolamentati la quota di high frequency trading raggiunge il 40% del totale del numero degli scambi.

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