Una storia di banche e Chianti

Il Chianti? Un vino anti crisi ma le banche devono supportare totalmente gli investimenti del settore.

È quanto in parte ha dichiarato Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, durante il dibattito-convegno dal titolo «Credito: sviluppo nel settore vitivinicolo» che si è svolto presso il Palazzo dei Congressi di Firenze. Questa sua affermazione è diretta a tutti gli istituti di credito che fanno finta di non vedere una situazione che oramai si trascina da tempo e che non vede (speriamo che dopo oggi qualcosa si possa muovere) una concreta, imminente e realistica soluzione al problema. Si parla spesso di credito, si fanno molti convegni, se ne scrive forse troppo, ma purtroppo ad oggi, di concreto non c`è nulla, come afferma Busi. Secondo Busi, «se le banche e le imprese, grazie alle istituzioni, riuscissero a mettersi d`accordo, ripartirebbero gli investimenti, e si potrebbe guadagnare in termini di occupazione e di produzione».

In questi anni, sostiene Busi, «le aziende hanno accumulato debiti, sia nei confronti delle banche che dei fornitori, abbiamo passato anni con il vino anche a 60-70 euro ad ettolitro con costi medi che si aggirano intorno ai 120-130 euro ad ettolitro. Oggi, per fortuna, siamo arrivati mediamente a superare di poco i 100 euro ad ettolitro, con punte di 110 e 120 euro, riportando la denominazione in equilibrio in termini quantitativi». Ed ecco perchè quando si parla di Chianti «si può parlare di un prodotto-vino anticrisi». Il presidente del Consorzio ha poi ricordato che «il consumo del Chianti è aumentato negli ultimi anni e che i mercati, ricominciamo a chiederlo. Questi dati sono di estremo conforto perchè aiutano l`attività che il Consorzio sta instancabilmente portando avanti sia attraverso operazioni di promozione sul territorio italiano ma soprattutto su quello estero».

Il presidente Busi prosegue chiedendo un patto, un accordo tra banche e imprese al fine di sostenere le sorti di uno dei comparti vitivinicoli italiani fra i più prestigiosi e conosciuti che ha diffuso il made in Italy nel al mondo. Busi chiede inoltre finanziamenti adeguati, tempestivi ed in linea con le disposizioni europee per rinnovare i vigneti, rating ripensati e personalizzati secondo le specificità del settore vitivinicolo, strutture bancarie e personale formato ad hoc, dedicato al credito agrario, un sistema del «fare impresa»(banca-impresa) che possa realmente aiutare l`intero settore.

Dal canto loro, i rappresentanti degli istituti bancari che sono intervenuti, hanno dichiarato, pur nelle loro specificità, la disponibilità a venire incontro al comparto che rappresenta un settore fra quelli a più basso tasso di insolvenza. Sicuramente la mancanza per alcune tipologie di aziende dell`obbligo di redigere bilanci annuali, è stato sottolineato dal mondo del credito, non facilità la valutazione delle imprese agricole. L`assessore regionale all`Agricoltura Gianni Salvadori concludendo i lavori ha chiesto con forza «un concreto e vero impegno agli istituti di credito che fino a oggi non si sono attivati fino in fondo», sollecitando altresì che entro 10 giorni le banche attivino un tavolo dove si facciano emergere «tutte le criticità eventualmente presenti e che vi si possa effettivamente porre rimedio senza che rimangano zone d`ombra o alibi per nessuno dei soggetti coinvolti».

``