Epidemia aziendale...1000 morti al giorno

Si parla spesso di `stragi nel silenzio`. Oggi ve ne vogliamo raccontare una. Sa poco di `fisico`, ma non per questo la si può considerare non meritevole di attenzione.

Secondo i dati Unioncamere, sono 383.883 le imprese nate nel 2012 (il valore piu` basso degli ultimi otto anni e 7.427 in meno rispetto al 2011), a fronte delle quali 364.972 - mille ogni giorno - sono quelle che hanno chiuso i battenti (+24mila unita` rispetto all`anno precedente). Come conseguenza, il saldo tra entrate e uscite si e` attestato sul valore di 18.911, il secondo peggior risultato del periodo considerato e vicino - dopo due anni consecutivi di recupero - a quello del 2009, l`anno peggiore dall`inizio della crisi. Considerando anche le cancellazioni delle imprese ormai non operative da piu` di tre anni, al 31/12/2012 lo stock complessivo delle imprese esistenti ammontava a 6.093.158. Le cose non vanno meglio sul fronte dei consumi: l`Istat rileva che nel confronto con i primi undici mesi del 2011 l`indice grezzo delle vendite al dettaglio diminuisce del 2,0%, come risultato di un calo contenuto delle vendite di prodotti alimentari (0,6%) e di una flessione piu` marcata di quelle di prodotti non alimentari (-2,6%). Nel confronto con il mese di novembre 2011 si registra una diminuzione del 2,1% per le vendite delle imprese della grande distribuzione e del 3,9% per quelle delle imprese operanti su piccole superfici. Per il Codacons, questi dati significano in pratica che gli italiani fanno la fame e `il Governo dovrebbe a questo punto seriamente valutare l`apertura di mense pubbliche per distribuire gratuitamente pane e pasta a chi ne fa richiesta`.
  Anche Confcommercio non vede schiarite all`orizzonte: i consumi sono in profondo rosso, commenta l`Ufficio studi di Confcommercio spiegando che quello dell`Istat `e` un dato che ribadisce ancora una volta come la crisi dei consumi sia profonda e come sia lontana un`inversione di tendenza` e che `il ridimensionamento degli acquisti, prossimo al 4% se valutato al netto dell`inflazione, coinvolge in modo diffuso i diversi formati distributivi, con punte particolarmente gravi per la piccola distribuzione`. I dati, insomma, spiega Confesercenti, confermano `la forte crisi del mercato interno italiano: negli ultimi 5 anni siamo riusciti a fare peggio solo nel 2009, anno di massimo impatto della recessione mondiale, quando le vendite realizzarono una serie negativa di 8 mesi; e per incontrare un altro calo di vendite altrettanto consistente di quello che dovrebbe registrarsi per il 2012 (-3%) bisogna giungere addirittura al 1993`.

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