VIEW MACRO: TRA VENTI CONTRARI IN GERMANIA E PROSSIME MOSSE DELLA BCE

VIEW MACRO: TRA VENTI CONTRARI IN GERMANIA E PROSSIME MOSSE DELLA BCE

Milano, 12 settembre 2023. Di  Gilles Moëc, AXA Group Chief Economist and Head of AXA IM Research.

Dopo la copertina dell'Economist del 19 agosto, in cui si parlava di una Germania nuovamente "malata d'Europa", circola un articolo di Der Spiegel in cui si afferma che "la Francia è una Germania migliore". Analizziamo alcuni dei venti contrari tedeschi, rispetto alla Francia e alle altre grandi economie dell'area dell'euro.

In un certo senso, a spiegare la sottoperformance della Germania è il peso maggiore di alcuni settori in difficoltà in tutta Europa, come l'industria automobilistica o quella manifatturiera ad alta intensità energetica.

Tuttavia, i prezzi dell'energia sono un innegabile ostacolo specifico e, al di là delle questioni settoriali, l'intera industria tedesca è in difficoltà.

Il Paese sta perdendo quote di mercato all'estero, una questione dolorosa per un'economia così orientata alle esportazioni e che dimostra come il rallentamento della Cina non sia l'unica fonte di debolezza.

La forte accelerazione del costo unitario del lavoro non aiuta, ma si tratta di una caratteristica comune a tutta l'area euro. Forse più preoccupante è il deterioramento specifico della "competitività percepita" dalle imprese tedesche, basato su sondaggi, che suggerisce che, al di là dell'impatto dell'aumento del costo dell'energia e del lavoro, potrebbe esserci un calo dell'attrattiva dei prodotti tedeschi al di là del prezzo.

Le implicazioni politiche sono diverse dall'ultima volta, 20 anni fa, in cui la Germania è stata definita "il malato d'Europa".
Anche questa volta la moderazione salariale sarebbe benvenuta, per aiutare a risolvere il problema dell'inflazione nell'area dell'euro, ma è improbabile che porti una soluzione completa alle difficoltà sul fronte delle esportazioni.
Ridurre i costi dell'energia sarebbe un passo fondamentale, così come incentivare ulteriori investimenti in Ricerca e Sviluppo e stimolare l'innovazione, ma le soluzioni attualmente all'esame sembrano difficilmente compatibili con l'equilibrio politico della coalizione. La Germania ha lo spazio fiscale per affrontare i suoi problemi, ma le condizioni politiche non sono soddisfatte.
Una decisione difficile per la BCE
Questa settimana i mercati si concentrano sulla riunione della BCE. Per la riunione di queta settimana vediamo ancora una probabilità marginalmente più elevata che la banca centrale alzi di nuovo i tassi.
Il motivo principale per cui riteniamo ancora leggermente più probabile un rialzo di 25 pb rispetto allo status quo è di natura tattica.
Sebbene mantenere i tassi invariati a settembre potrebbe essere presentato come una semplice pausa, con il mantenimento di un orientamento restrittivo, con la possibilità di reagire in un secondo momento se la pressione inflazionistica fosse troppo ostinata nei mesi a venire, in realtà i falchi probabilmente percepiscono che restare fermi questo mese comprometterebbe seriamente le possibilità di un nuovo rialzo.
Infatti, è molto probabile che il flusso di dati sull'economia reale si deteriori ulteriormente, mentre gli effetti di base dovrebbero spingere l'inflazione verso il basso in modo più deciso.
Si noti che tale decelerazione non significherebbe necessariamente che le misure di inasprimento della banca centrale siano già "sufficienti".
Questo si potrà verificare solo se e quando l'inflazione tornerà al 2%. Ma un'ulteriore stretta in presenza di dati deboli che indicano una recessione, mentre l'inflazione scende, anche se da un ritmo ancora significativamente superiore all'obiettivo, sarebbe molto difficile da negoziare e comunicare.
Ci aspettiamo quindi che i falchi si impegnino al massimo per cercare di vincere la causa questa settimana, ma siamo anche pienamente consapevoli che le argomentazioni politiche sono volubili per natura.