Dollaro in caduta libera: l’impatto sulle strategie di investimento

Dollaro in caduta libera: l’impatto sulle strategie di investimento
Prof. Dr. Jan Viebig, Chief Investment Officer, ODDO BHF SE

Milano, 4 luglio 2025. A cura del Prof. Dr. Jan Viebig, Chief Investment Officer, ODDO BHF SE

Ultimamente, il dollaro statunitense ha subito perdite significative.

All'inizio del 2025, i mercati hanno premiato la percepita forza dell'economia americana raggiungendo nuovi massimi storici.

Allo stesso tempo, il dollaro è salito al suo livello più alto da 27 mesi a questa parte.

Ma l'euforia si è dissipata poco dopo l'insediamento di Donald Trump.

Da un lato, la politica commerciale della nuova amministrazione pone rischi significativi per l'economia statunitense.

Dall'altro, la sua politica fiscale minaccia di accelerare la crescita del debito nazionale.

Inoltre, la Casa Bianca ha chiesto alla Fed di tagliare i tassi di interesse e sembra competere per un maggiore controllo sulla politica monetaria.

C'è anche la minaccia di tasse aggiuntive arbitrarie su beni, investimenti e guadagni statunitensi detenuti da investitori stranieri di paesi specifici, tramite un emendamento alla Sezione 899 dell'Internal Revenue Code incluso nel cosiddetto "One Big Beautiful Bill Act".

E infine, è in valutazione la proposta di Stephen Miran, Presidente del Consiglio dei Consulenti Economici, di costringere le banche centrali a scambiare i loro Treasury statunitensi con obbligazioni zero-coupon non negoziabili a 100 anni (Accordo di Mar-a-Lago).

Non c'è da stupirsi che la fiducia nel dollaro sia diminuita.

Il dollaro ha perso il 10% contro l'euro quest'anno, con l'euro che al 18 giugno 2025 è salito da 1,035 USD a 1,152 USD.

Questa svalutazione ha avuto un impatto negativo sugli investitori europei che detengono titoli in dollari statunitensi. In termini di euro, i loro portafogli hanno sottoperformato i già deboli mercati azionari statunitensi misurati in dollari.

Gli investitori spesso ci chiedono se dovrebbero cercare di ridurre l'esposizione a una particolare valuta e, per estensione, in questo caso, la loro esposizione ai titoli denominati in dollari. Tuttavia, sconsigliamo di prendere decisioni di allocazione basate sui tassi di cambio. In primo luogo, le previsioni sui tassi di cambio sono notoriamente inaffidabili. Numerosi studi hanno dimostrato che cercare guadagni valutari sistematici è una strategia rischiosa.

In secondo luogo, i tassi di cambio influenzano ricavi, costi e profitti, specialmente per le aziende internazionali.

Ad esempio, aziende statunitensi come Microsoft e Alphabet guadagnano una parte sostanziale dei loro ricavi in euro, mentre aziende europee, come SAP o Schneider Electric, generano guadagni significativi in dollari.

Se il dollaro si deprezza, il titolo dell'azienda statunitense performerà più fortemente in termini di dollari che in termini di euro. Allo stesso tempo, i ricavi e i profitti generati in euro appariranno più alti in termini di dollari, il che avrà l'effetto di sostenere il prezzo delle azioni. In breve, in un mondo in cui le aziende operano in molti mercati, il modo in cui gli investitori reagiscono alle fluttuazioni dei tassi di cambio è tutt'altro che banale.

Crediamo che gli investitori a lungo termine non dovrebbero preoccuparsi eccessivamente dei tassi di cambio.

Ad esempio, negli ultimi 20 anni, l'indice MSCI World ha avuto un rendimento annuale medio dell'8,9% in termini di dollari ma del 9,3% in termini di euro. Per gli ultimi 10 anni, il rendimento medio è stato del 9,9% all'anno in dollari e del 9,6% in euro (tutte le cifre fino a maggio 2025).

Mentre la performance del mercato tra valute tende a essere simile nel lungo termine, in un periodo più breve, il divario può essere significativamente maggiore. La Figura 1 mostra la performance a 12 mesi dell'MSCI World (Net Total Return) in dollari ed euro, da maggio a maggio di ogni anno. In 12 di questi periodi di un anno, la performance in dollari versus euro è differita di almeno il 5%, a volte significativamente di più.


*Figura 1: Performance a 12 mesi dell'MSCI World in USD e EUR, 31 maggio 2006–31 maggio 2025*

Fonte: Bloomberg, dal 31 maggio 2005 al 31 maggio 2025

Le considerazioni sui tassi di cambio giocano un ruolo secondario nel nostro approccio di investimento, per le ragioni spiegate sopra: primo, perché i movimenti valutari sono così difficili da prevedere, e secondo perché le fluttuazioni significative dei tassi di cambio tendono ad avere un impatto negativo sui guadagni delle aziende internazionali nel lungo termine.

Crediamo che gli investitori a lungo termine farebbero meglio a selezionare le aziende basandosi sulla qualità del loro modello di business, redditività e prospettive di guadagni a lungo termine.

In questa prospettiva, la valuta di quotazione diventa secondaria.