L`Etica piace

Banca Popolare Etica, il primo istituto di credito italiano interamente dedicato alla Finanza Etica, ha chiuso il 2011 registrando - per il terzo anno consecutivo - una crescita a due cifre nei volumi. La raccolta di risparmio ha raggiunto quota 717 milioni di euro (+11,7%), mentre i crediti erogati sono pari a 540,8 milioni (+23,9%). Cresce anche il capitale sociale della Banca, che registra nel 2011 un aumento del 14%.

«Sono risultati che ci rendono orgogliosi - dice, ripreso dall`Ansa, il direttore generale di Banca Etica, Mario Crosta - perchè in questa fase di credit crunch e di sofferenza per l`economia reale, stiamo riuscendo a far crescere il nostro sostegno alle imprese sociali, grazie anche al numero sempre più consistente di risparmiatori che scelgono Banca Etica. Nel 2011 Banca Etica ha finanziato iniziative straordinarie che coniugano efficienza e solidarietà e inclusione sociale. Tra tutte mi piace ricordare i primi esperimenti in Italia di Workers Buyout: i dipendenti di aziende fallite salvano i loro posti di lavoro costituendosi in cooperativa e rilevando la ditta grazie all`investimento degli ammortizzatori sociali e al nostro finanziamento. Con questi numeri possiamo progettare un`ulteriore crescita di Banca Etica sui territori e lo sviluppo di nuovi servizi e nuove convenzioni, in particolare con le imprese della cooperazione sociale che proprio nel 2012 celebrano l`anno internazionale».
«È ora che anche il legislatore - aggiunge il presidente di Banca Etica, Ugo Biggeri - incoraggi la validità di queste scelte. Attualmente, invece, la Finanza Etica, pur non essendo in alcun modo complice delle bolle finanziarie che hanno innescato la crisi, si trova a pagarne le conseguenze, sia in termini di inasprimento delle normative che impongono una capitalizzazione sempre più consistente e difficile da raggiungere per gli istituti medio-piccoli e non speculativi, sia in termini di peggioramento indiscriminato delle imposizioni fiscali anche a carico dei piccoli risparmiatori che scelgono la finanza etica e che andrebbero invece agevolati».
 
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