TANTO TUONO' CHE... STAVOLTA NON PIOGGIA MA GRANDINE.

TANTO TUONO' CHE... STAVOLTA NON PIOGGIA MA GRANDINE.
Milano, 12 giugno 2022. Di Fabrizio Brasili, esperto di Scenari e Mercati Finanziari.
Ripartiamo comunque da dove avevamo terminato, per chi ci segue settimanalmente.
In effetti anche stavolta ci abbiamo messo la faccia, in quanto ribassisti ad oltranza e da per lo meno gli ultimi 12 mesi, quando erano rimasti in veramente in pochi e da contare sulle dita di una mano, quelli come noi.
Ora sul carro stanno piano piano convertendosi in molti.
Neanche il superamento della barriera dei 28000 di indice nostrano ci ha fatto deviare solo un attimo...ed abbiamo continuato a recitare lo stesso identico copione.
Per ben 4 volte , due nell' anno in corso, tale indice si è prima fermato sui livelli attuali di 22500/600, poi dallo scoppio del conflitto russo/ucraino andando prima a toccare intraday anche area 21000/21500, facendo ogni volta toccare minimi e massimi sempre più bassi.
Dopo questo ultimo Venerdì nero (chissà perché  sempre di venerdì), oltre che di lunedì (come gli scioperi dei trasporti), prevediamo un sostegno sui titoli che hanno più sofferto, come i bancari, con perdite anche molto oltre il 5% dell' indice e future Giugno, presto sostituito sul finire della  prossima settimana, da quello scadenza Settembre che Venerdì chiudeva a 22200/300.
Ma come già detto ed anticipato dalle precedenti interviste, e non solo , come quelle del 2021 amplificati dalle imminenti scadenze tecniche, sia mensili che trimestrali, potremo vedere un ulteriore ritocco più in basso dei minimi e dei massimi  fin anche area 21000/21500.
Ma in estate ed ancora di più in autunno, andare a chiudere l' ultimo gap, saltando il poco affidabile e solo psicologico, posto a 16000/ 16500.
Si proprio lui, e forse non ci sara' necessità che il conflitto possa divenire infinito, ma che si avverino solamente le previsioni ufficiali sull' inflazione, con conseguente ricaduta su stagnazione o peggio, recessione dell' economia non solo italiana ma mondiale.
Un semplice corollario sarà poi lo spread BTP/Bund che e' arrivato venerdì  fin anche sui 234 punti!
Ed al rendimento del BTP decennale che è ormai ad un passo dal 4% , contro i massimi degli ultimi 12 mesi del Treasury stessa scadenza, attorno al 3,2 %.
Se si dovessero verificare simultaneamente per questi BTP il superamento del 4% di rendimento, ed il superamento di rendimento del 3 anni Treasury rispetto al 10 anni, ne vedremo delle belle...cioè una situazione simile a quella verificatosi  nel lontano 1992, solo per l'Italia e per la nostra Lira.
Non pensiamo che, essendoci ora lo scudo Euro&Europa  che ci protegge, non si possa andare molto oltre  il 4/4,5% di rendimento.
Ma prepariamoci comunque per il medio (autunno 2022/inverno 2023)  e per il lungo (2023) a vendite massicce sui nostri titoli di stato a medio lungo termine soprattutto, sui titoli bancari e finanziari e per trascinamento anche tutte le altre big del nostro listino.
Si arriverebbe così  a quei 16000/16500, sempre evocati, che peraltro sono già  stati toccati, come scritto fra la fine del 2019 e l' inizio della Pandemia.
Livelli che ben pochi ricordano o ....non vogliono ricordare!
Anche per ENI e Saipem.
Purtroppo, come risposto nella precedente, anche le altre Big del listino e non solo, le piccole e medie capitalizzazioni subiranno, in minor o maggior misura a secondo della bonta' e valutazione, la stessa sorte, con i listini che faranno ben poco distinguo, almeno inizialmente.
Il panic selling dell' ultimo Venerdì Nero qualcosa chiarisce ai piu' o dovrebbe chiarire.
Eviteremo quindi di iniziare a raccogliere con leggerezza, ed a "piramide rovesciata" entrambi i titoli, fino all' avvicinamento ad area finale di massima distribuzione posta a 16000/16500.
Stellantis e Leonardo.
Senza sembrare  semplicistica  la nostra analisi, ma e' realmente la stessa che diamo ai nostri lettori abbonati alla nostra lettera quotidiana ed ai nostri servizi consulenziali ed e' la stessa data per le due big cap precedenti.
Certo una, Stellantis, potrebbe essere meno rischiosa di Leonardo.
La prima non può mancare nei portafogli per eccellenza  come ciclico ed industriale e sui minimi degli ultimi 12 mesi.
L' altra, sui massimi e molto influenzabili da altri fattori come il connubbio Commesse&Guerre, puo' invece ancora  attendere.
Piu' complesso il movimento Oro, Petrolio e sempre Re Dollaro!
ORO oltre la mediana, più volte segnalata a 1850, ma nulla di più anche se con un  +1%, che non si vedeva da alcune sedute ed a quota 1875, sempre  in range di minima 1850/1950.
Per avere una valenza più significativa, in un senso o nell' altro, bisogna andare verso i supporti di 1700 o le resistenze di 2100 gia' sfiorate velocemente negli ultimi 12 mesi.
Per ora domina la scena di bene rifugio  il re dollaro, che peraltro è  già ritornato anche sotto gli 1,06, di cui scrivevamo nelle precedenti, come reazione di minima dopo aver toccato gli 1,08 contro euro, indebolendosi dopo essersi rafforzato fin anche 1,0350.
Dollaro che influenza anche il petrolio e viceversa, con un molto tecnico intervento degli arbitraggisti, che reputano più interessante la coppia euro dollaro/petrolio che euro dollaro/oro.
Lasceremo quindi quest' ultimo a favore della prima coppia di asset (più dinamico il petrolio che il dollaro.)
Consigliamo di acquistare prima il dollaro, così come indicato anche recentemente su queste colonne e soprattutto ai nostri lettori quasi quotidianamente.
Poi acquistare al momento giusto,  il Treasury a 3 anni.
Oppure al rafforzarsi della divisa USA contro euro, fare trading e vendere (e poi ricomprare) al momento opportuno ed attendere se mai l' ulteriore rafforzamento del rendimento di detto Treasury.
Da ciò si evince che e' preferibile se non per gli specialisti ed i più esperti, con l' utilizzo meglio delle opzioni, non operare con questo molto indecifrabile assett,(petrolio) anche per chi e' addirittura sopra gli stati sovrani produttori.