Expo e grandi opere, un bel bocconcino per le mafie

L`Expo milanese del 2015, le grandi opere di edilizia pubblica (`specie nella riqualificazione delle rete stradale, autostradale e ferroviaria`) e il settore delle energie rinnovabili nel mirino della criminalita` organizzata di stampo mafioso, la cui capacita` di infiltrazione appare `sempre piu` pervasiva su tutto il territorio nazionale`.

E` quanto si legge nell`ultima Relazione annuale dei servizi segreti, secondo cui `l`accentuata mobilita` territoriale dei sodalizi consente loro di inserirsi agevolmente in circuiti collusivi in grado di soffocare l`imprenditoria sana ed inquinare le iniziative di sviluppo anche attraverso l`aggiramento della normativa antimafia sugli appalti`.

Secondo le indicazioni raccolte, `i gruppi criminali continuano a ricercare contatti collusivi nell`ambito della pubblica amministrazione, funzionali ad assicurarsi canali di interlocuzione privilegiati in grado di agevolare il perseguimento dei loro obiettivi economici e strategici, quali il controllo di interi settori di mercato e il condizionamento dei processi decisionali, specie a livello locale`. In particolare, `crescenti profili di rischio si sono registrati in relazione ai frequenti casi di rapporti strutturali tra gruppi criminali di diversa matrice (specie tra cosche `ndranghetiste, cartello casalese e Cosa nostra), spesso nel contesto di ampi network relazionali comprendenti ambiti imprenditoriali e professionali (legali, commerciali, finanziari), amministratori locali e istituti di credito`.

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