NEANCHE "DALL' ALTO" SI PUO' VIOLARE IL POZZO SACRO DI SANTA CRISTINA

NEANCHE "DALL' ALTO" SI PUO' VIOLARE IL POZZO SACRO DI SANTA CRISTINA

Cagliari, 5 giugno 2025. Di Elia Sanna

Nel cuore della Sardegna, tra i comuni di Bauladu e Paulilatino , a pochi chilometri dal capoluogo Oristano, si sta delineando l'ennesimo progetto che rischia di stravolgere non solo il paesaggio, ma anche la storia e l'identità di un popolo. 

Il progetto riguarda la costruzione di un impianto eolico da 70,8 MW , con un sistema di accumulo integrato da 15 MW, che prevede la realizzazione di numerosi aerogeneratori e le relative opere di connessione alla Rete di trasmissione nazionale.

Un'iniziativa che, purtroppo, non è una novità per la Sardegna, da sempre al centro di controversie legate alla speculazione energetica.

A distanza di pochi giorni dalla scadenza per la presentazione delle osservazioni (03 giugno 2025), cresce la mobilitazione di tantissime persone che si oppongono alla realizzazione di questo impianto eolico. Le critiche non si limitano solo all'impatto ambientale, ma toccano anche un aspetto decisamente più profondo: la violazione del patrimonio culturale e identitario dell'isola.

Quelle enormi torri da 200 metri vanno a colpire l'area archeologica del villaggio nuragico e del Pozzo sacro di Santa Cristina.

Una delle voci più autorevoli in questa battaglia è quella di Davide Fadda, che sui social ha lanciato un appello contro il progetto e la sua prossimità al sito archeologico di Santa Cristina, uno dei luoghi più sacri e importanti per il popolo sardo. Fadda ha annunciato la creazione di un “Presidio permanente del popolo sardo”, a tutela del sito, dichiarando con determinazione:

"Noi crediamo nel respiro profondo della terra, in fondo al pozzo di Santa Cristina deve continuare a rispecchiarsi la luna in quell'ancestrale magia mistica, che lega il ventre della Dea Madre allo spirito dell'identità di un Popolo vivo con la sua sacralità... Non passerete sulla nostra storia. Non passerete sui nostri luoghi sacri. Non passerete nel cuore identitario del nostro Popolo. Semplicemente non passerete..."

Anche il giornalista Mauro Pili ha rilanciato attraverso i social il progetto della centrale eolica che sorgerebbe tra i territori di Bauladu e Paulilatino, non solo a ridosso del sito archeologico, uno dei più visitati in provincia di Oristano, ma all'interno di boschi secolari.

“In queste ore, entro mezzanotte, scade il termine ultimo per presentare opposizione al progetto eolico che devasterebbero per sempre l'area archeologica del Pozzo Sacro di Santa Cristina, tra Paulilatino e Bauladu” ha denunciato Pili. “Un impianto sfregio presentato dai sempre più invasivi uomini di Sorgenia in Sardegna, la società di F2i, il fondo che vuole mettere le mani sull'aeroporto di Cagliari”.

Pili ricorda che la società Sorgenia ha affidato le sorti dei suoi progetti in Sardegna ad uno studio di progettazione che si dichiara sardo e che dichiara persino di essere consulente di Terna e della stessa Regione Sarda.

“È uno scandalo, con un evidente conflitto d'interessi, su cui bisogna andare a fondo” aggiunge Mauro Pili. “Come è possibile che nel curriculum di questo studio, IAT, si dichiari di essere consulenti della Regione e poi, nel contempo, si presenti un progetto così devastante in una delle aree archeologiche più pregiate dell'Isola; appunto quella del Pozzo Sacro di Santa Cristina”.

Ancora, urla Pili "e per quale motivo si insiste in questa nuova pubblicazione del progetto con scadenza 3 giugno 2025, quando l'assessorato competente ha espresso attraverso gli uffici il parere negativo? E per quale motivo agli atti non risulta ancora il parere contrario della Soprintendenza nonostante le centinaia di monumenti nuragici presenti nell'area? E per quale motivo agli atti non c'è un parere contrario dei consigli comunali del territorio"?.

“A tutte queste domande, comprese le omissioni e le false notizie riportate nei documenti in mio possesso, qualcuno dovrà rispondere perché trasmetterò tutto alla Procura di Oristano perché valutati eventuali notizie di reato: Santa Cristina non si tocca”.

Il progetto eolico, promosso dalla Sorgenia Renewables Srl , sembra rappresentare l'ennesimo esempio di come il modello di sviluppo industriale stia mettendo a rischio non solo l'ambiente, ma anche le radici storiche e culturali della Sardegna. L'isola, da tempo al centro di un dibattito sul ruolo delle rinnovabili, si trova ora a fronteggiare una situazione in cui la voglia di profitti a breve termine sta minacciando l'integrità dei suoi territori.

Le richieste di produrre energie rinnovabili sono certamente legittime: la necessità di investire nelle energie rinnovabili per combattere il cambiamento climatico e un'urgenza globale. Tuttavia, l'approccio “dall'alto” con cui vengono ancora calati questi progetti nella realtà dei comuni sardi solleva preoccupazioni legittime. La mancanza di un dialogo costruttivo con le comunità locali e il mancato rispetto delle peculiarità storiche e culturali dei luoghi in cui questi impianti vengono previsti rischiando di compromettere irreversibilmente un equilibrio già fragile.