USA. L'IMPENNATA DEL PREZZO DEL PETROLIO SPINGEREBBE I TASSI PIU' IN ALTO

USA. L'IMPENNATA DEL PREZZO DEL PETROLIO SPINGEREBBE I TASSI PIU' IN ALTO

Milano, 29 aprile 2024.  Di Paul Diggle, Capo economista di abrdn.

Il nostro scenario di base prevede due tagli dei tassi da parte della Fed quest'anno, a settembre e a dicembre, poiché la crescita e l'inflazione dovrebbero moderarsi leggermente nella seconda metà dell'anno.

Tuttavia, prendiamo in seria considerazione il rischio che non ci siano tagli o che la prossima mossa sia un rialzo. Infatti, assegniamo una probabilità cumulativa del 35% agli scenari "no landing" e "picco del prezzo del petrolio", in cui la politica monetaria rimane invariata o addirittura diventa più restrittiva.

Sul fronte della crescita, l’attività continua ad essere sostenuta da bilanci forti di consumatori e imprese, una politica fiscale accomodante, elevati flussi migratori netti e un aumento della produttività. Questi elementi favorevoli potrebbero indebolirsi leggermente nel corso del 2024, pertanto riteniamo che la crescita si modererà. Esistono sia rischi di una crescita costantemente superiore al trend o di un incremento del trend di crescita, sia rischi al ribasso di un rallentamento più significativo.

Sul fronte dell'inflazione, il CPI si è rivelato ancora una volta positivo a marzo. Man mano che l’anno avanza, diventa sempre più difficile attribuire questa forza alla stagionalità residua e ad altre anomalie. Riteniamo che sia ancora in atto una modesta disinflazione, dato il rallentamento della crescita dei salari, e il calo degli affitti di mercato indica che l'inflazione degli alloggi prima o poi tenderà a diminuire.

Pertanto, il PCE core dovrebbe scendere al 2,5% su base annua entro l'estate, ma i progressi potrebbero arrestarsi nel resto dell'anno quando gli effetti base si riveleranno meno utili. Tuttavia, ci sono molte probabilità storiche che l'inflazione si mantenga al di sopra dell'obiettivo o che subisca un rimbalzo, ed è per questo che teniamo in seria considerazione questi rischi.

Tornando alla politica monetaria, la sorpresa al rialzo del CPI indica che la Fed non sta ancora vedendo i progressi necessari a procedere con un taglio dei tassi la prossima estate. Pensiamo che la Fed aspetterà almeno fino a settembre prima di tagliare i tassi, per poi procedere a un secondo taglio a dicembre. Tuttavia, i rischi tendono verso una data di inizio ancora più tardiva nel caso in cui l'inflazione non dovesse rallentare. Nonostante questa inversione di rotta, Powell ha ribadito che la politica monetaria rimane restrittiva, ponendo una barriera elevata ma non insormontabile a un ulteriore inasprimento. Una forte impennata dei prezzi del petrolio, guidata dal rischio geopolitico, potrebbe essere un fattore scatenante per passare a nessun taglio o addirittura a ulteriori rialzi".

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