Federconsumatori contro l`ennesimo ed ingiustificato aumento dei carburanti

Riportiamo il comunicato Stampa di Federconsumatori del 15/7/2013 sui rincari della benzina: Benzina: 6-7 centesimi “di troppo” sui prezzi dei carburanti. Fondamentale eliminare differenziale con i costi degli altri paesi europei e scongiurare l’aumento dell’IVA.

Federconsumatori contro l`ennesimo ed ingiustificato aumento dei carburanti

Finalmente tutti prendono coscienza della situazione insostenibile che denunciamo ormai da anni.

Quello registrato negli ultimi giorni, infatti, è solo l’ennesimo ed ingiustificato aumento dei carburanti, che grava in maniera pesante sulle tasche dei cittadini.

Secondo i calcoli dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori (basati sulle quotazioni WTI e Brent, nonché tenendo conto del cambio) i prezzi attuali sono superiori di 6-7 centesimi rispetto al giusto livello al quale si dovrebbero attestare.

Una maggiorazione che comporta ricadute per gli automobilisti pari a +84 Euro annui per costi diretti (ovvero per i pieni di benzina). Ma, quel che è peggio, sono lo gravi ricadute che tale andamento determina sul complesso dei prezzi e delle tariffe, pari a +68 Euro annui. Tra costi diretti ed indiretti, quindi, le ricadute sono di oltre 152 Euro annui.

“Per questo ben venga il richiamo del Ministro dello Sviluppo Economico ai petrolieri sui rincari, ma non è ancora abbastanza.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.

È fondamentale, infatti, un deciso intervento per eliminare l’intollerabile differenziale che denunciamo da anni tra i costi industriali in Italia e quelli negli altri Paesi europei, nonché per avviare una razionalizzazione della rete di distribuzione, a partire dall`incremento dei distributori indipendenti che consentono risparmi di 8-9 cent/litro.

 

Inoltre è necessario attuare maggiori verifiche e controlli sui prezzi dei carburanti e scongiurare categoricamente l’incremento dell’IVA che, aumentando appunto anche il costo dei carburanti (necessari al trasporto di oltre l’86% delle merci), determinerebbe conseguenze dalla portata disastrosa per l’intera economia.