GLI ISRAELIANI CONTRO NETANYAHU.

Redazione, 2 aprile 2024.

Netanyahu sta conquistando il primato dell'uomo più odiato al mondo, o forse, è già al numero uno del  podio.

Odiato da milioni di persone in tutto il mondo per le sue stragi palestinesi, inviso anche agli israeliani per diverse colpe che gli attribuiscono.

E' da tre giorni che migliaia di israeliani  sono in piazza per manifestare contro Netanyahu, davanti al palazzo del Parlamento, a Gerusalemme.

Tra i manifestanti anche un gruppo di riservisti e ufficiali in pensione.

Migliaia di oppositori hanno manifestato anche a  Tel Aviv.

Le critiche interne erano già piovute per la falla evidente nella Sicurezza nazionale che non aveva avuto la capacità di prevenire ed evitare il massacro del 7 ottobre.

Da mesi, le famiglie degli ostaggi in mano ad Hamas insistono a chiedere che il governo agisca per liberarli, mentre circa metà di loro sono ancora detenuti.

Boaz Atzili, rappresentante delle famiglie degli ostaggi, ha affermato che “Netanyahu lavora solo nel suo interesse privato."

Ha aggiunto: "Crediamo che nessun ostaggio tornerà con questo governo perché è impegnato a mettere i bastoni tra le ruote ai negoziati per gli ostaggi." 

Con Netanyahu, Israele ha vissuto profonde divisioni politiche per il suo tentativo di revisione giudiziaria nel 2023.

Per la coalizione di destra di Netanyahu si era trattato di fronteggiare una delle più grandi proteste nella storia di Israele.

Centinaia di migliaia di persone si erano unite con manifestazioni settimanali contro i piani di revisione dei poteri della Corte Suprema, percepiti come un attacco alle fondamenta democratiche di Israele.

Da qualche tempo, anche l'accusa di danneggiare i rapporti con gli USA costretti, dall'opinione pubblica internazionale, ad assumere atti di forza contro Israele per frenare l'azione omicida del primo ministro.

In parallelo, nei tribunali israeliani, avanzano contro di lui accuse di corruzione e questo spiega, secondo molti, le sue decisioni focalizzate sulla sua sopravvivenza politica, contro l’interesse nazionale, a spese dei palestinesi.

Se gli israeliani potessero votare subito, secondo i sondaggi,  Netanyahu e la sua coalizione sarebbero spazzati via.

Se, invece, riuscirà a conservare  l'attuale condizione straordinaria di guerra e a mantenere la sua coalizione compatta, dovrà  affrontare le elezioni nella primavera del 2026.

Infatti,  in un discorso televisivo di questi giorni ha detto che, pur condividendo il dolore delle famiglie,  indire nuove elezioni un attimo prima della "vittoria", porterebbe alla paralisi di governo per sei/otto mesi, compromettendo la "vittoria" e  bloccando anche le trattative per il rilascio degli ostaggi.

Alcune delle famiglie coinvolte si sentono costrette a credergli...

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