Italia, una nazione incivile e scorretta

Scritto per Ifanews da Antonio Mazzone. L`Italia che vogliamo: forte e giusta. Non questa! Pretendere dai cittadini-contribuenti un comportamento virtuoso è doveroso dal Governo. Ma non è inasprendo la pressione tributaria generale a livelli record ed istituendo uno stato di polizia fiscale (anche a costo di violare diritti costituzionali) che si raggiungerà il risultato. Anzi, si corre il serio rischio di alimentare un diffuso senso di obiezione civile.

Italia, una nazione incivile e scorretta

Se vuoi che un bimbo si comporti correttamente, devi dare tu genitore, il buon esempio. Questa prima raccomandazione pedagogica-pediatrica, può benissimo essere mutuata nel rapporto Stato-cittadino.

E qui son dolori, perchè lo Stato Italiano ha consolidato un comportamento davvero censurabile.
E di conseguenza, privati ed imprese, hanno seguito il cattivo esempio. Ma lasciamo “parlare “  i numeri che descrivono efficacemente la situazione:

TEMPI MEDI  per i RIMBORSI FISCALI
(ovvero di imposte non dovute e indebitamente percepite)

STATO                              Anni
Italia                                   14,1
Turchia                                 4,2
Gran Bretagna                      1,2
Germania                              0,8
Francia                                  1,6
Spagna                                  2,3
Grecia                                   3,8
Austria                                  0,4
USA                                      0,2
Giappone                               0,1

Fonte: mie elaborazioni su dati KRLS Network of Business Ethics
 
TEMPI MEDI DI PAGAMENTO EFFETTIVI in GIORNI

STATO                              PA          (Sanità)             Imprese              Privati
Italia                                 180          (225)                    103                   79
Gran Bretagna                    47                                         46                   44
Germania                            35                                         37                   24
Francia                                64                                         59                   41
Spagna                              153                                         99                    68

Fonte: mie elaborazioni su dati CGIA Mestre

Se a tutto questo, aggiungiamo:

1) Versamento IVA per competenza e non per cassa (ovvero quando incasso realmente la fattura);
2) Forte restrizione del credito bancario che, di fatto, rende le fatture non più “scontabili”, o difficilissimo, reperire risorse finanziarie per pagare imposte per fatture emesse ma non ancora liquidate;
3) Debito accumulato dalla PA verso le PMI, stimato a dicembre 2011, in circa 92 miliardi di euro;
4) Blocco dei pagamenti della pubblica amministrazione a favore dei creditori  anche ai versamenti effettuati in dipendenza di sentenze (in presenza di debiti a ruolo pari almeno a 10 mila euro). Ovvero, io Stato non solo ti pago in ritardo, ma se hai anche debiti erariali, forse causati proprio da questi ritardi, ti blocco anche i pignoramenti o le sentenze esecutive che tu impresa hai ottenuto dai giudici contro i miei mancati pagamenti, e non ti concedo neanche la compensazione;
5) Presenza di un “Patto di Stabilità” che impedisce anche agli Enti Locali “virtuosi” con giacenze di cassa attive, di pagare i propri fornitori;
6) Assoluta “sproporzione” informativa e di mezzi, tra il Fisco ed il contribuente, resa ancora più pesante dalla mancanza di una sorta di Autorità Garante del Contribuente che permetta di difendersi efficacemente a costi e tempi contenuti (sulla falsariga dell`ottimo Co.Re.Com);
7) Mancato recepimento della direttiva comunitaria (speriamo entro il 2013) che impone tempi certi di pagamento da parte della PA (di norma 30 gg, ed  in casi eccezionali 60 gg).

Comprendiamo come siamo ben lontani dal definirci un Paese corretto e civile.

`alt`