Le imprese, con maggiore liquidità, sono pronte a concentrarsi sulla crescita nel 2012 (part II)

Prosegue da QUI I leader aziendali di tutto il mondo stanno spostando la loro attenzione dalla sopravvivenza alla pianificazione della crescita per il 2012 e gli anni successivi, e citano l’aumento dei ricavi, più che il taglio dei costi, come massima priorità. È il risultato di un’indagine condotta tra oltre 500 dirigenti senior level resa pubblica oggi dalla società di consulenza internazionale AlixPartners LLP in collaborazione con l’Economist Intelligence Unit (EIU).

Le imprese, con maggiore liquidità, sono pronte a concentrarsi sulla crescita nel 2012 (part II)
Il fatto che il 69% degli interpellati affermi che la liquidità della loro azienda è pari a quella di tre anni fa, è controbilanciato da un 62% che giudica probabile o molto probabile quest’anno un default del debito sovrano nella zona euro e che una percentuale ancora più alta, il 63%, vede anche la possibilità di una recessione double dip dell’economia globale. Alla domanda su cosa possono fare i governi per aiutare le imprese, il 46% risponde di aumentare gli incentivi, il 38% di ridurre le tasse e il 35% di allentare gli oneri legati alla regolamentazione – con i primi due difficilmente realizzabili in fase di austerity.
Di conseguenza, secondo quanto emerge dall’indagine, le aziende pensano di procedere con cautela nei prossimi 12-36 mesi su quasi tutti i fronti.
 
“Nella primavera del 2009 AlixPartners è stata tra le prime a prevedere che le economie occidentali non avrebbero registrato un rimbalzo, come in passato, dopo quella che è stata considerata la Grande Recessione; che la “nuova normalità” sarebbe stata caratterizzata da una scarsa fiducia da parte dei consumatori, da livelli più deboli di domanda e, quindi, da una minore produzione”, ha detto Fred Crawford, amministratore delegato di AlixPartners. “Purtroppo, la “nuova normalità” è alle porte, e così anche un livello piuttosto elevato di incertezza geopolitica. Inoltre, una mancanza di leadership economica e politica a livello globale porta l’economia nel limbo. È in questo contesto che le imprese cercano nuovi modi per crescere, cercando di spendere non più dello stretto necessario”.
 
Dalla ricerca sono emerse delle aree chiave per le imprese alla ricerca di crescita, che sono: investimenti in tecnologia, operazioni di fusione e acquisizione (M&A), l’ingresso in nuovi mercati, in particolare nella regione dell’Asia Pacifico e, più in là nel tempo, un aumento degli investimenti. 
 
Investimenti in tecnologia 
Quando si pensa alla crescita, la prima cosa che viene in mente è la tecnologia, information technology (IT) inclusa, con il 34% dei manager che cita la tecnologia come strumento essenziale per essere competitivi, mentre il 38% intende investire in nuovo IT entro i prossimi 12 mesi. Al contempo, tuttavia, solo poco più di metà degli interpellati (54%) crede che la loro divisione IT costituisca realmente un vantaggio competitivo per l’azienda. Di questi solo il 14% giudica eccellente il lavoro svolto dalla divisione IT.
 
Piero Masera, managing director di AlixPartners, commenta: `Malgrado il significativo aumento programmato nel 2012 per la spesa nell`Information Technology ed in altre tecnologie, le aziende potrebbero ricevere un servizio migliore attraverso un utilizzo più efficace delle informazioni e della tecnologia già a disposizione, ottenendo così un ROI maggiore sugli investimenti già fatti. Sulla base della nostra esperienza abbiamo visto che, anche in aziende che ritenevano di avere già ottimizzato al meglio la loro performance, attraverso un impiego efficace della tecnologia, ci sono spazi significativi di miglioramento nell`utilizzo delle informazioni già a disposizione. Strumenti di business intelligence e di data mining permettono spesso di ottenere un vantaggio competitivo addizionale, con un utilizzo e una correlazione più efficace dei dati a disposizione, mentre la disponibilità di tali informazioni su strumenti `mobili` (smartphone, iPad,..) assicura una maggiore facilità di lettura delle informazioni ed una maggiore tempestivitá di reazione`.
 
Espansione in nuovi mercati
L’ingresso in nuovi mercati è tra le prime cinque priorità per i manager nei prossimi 12 mesi e nei prossimi tre anni, anche prima della creazione di nuovi prodotti e servizi.
Forse non c’è da stupirsi se oltre il 50% ha citato l’Asia-Pacifico come la più importante fonte di crescita economica sia nei prossimi 12 mesi, che nei prossimi tre anni e che il 52% degli interpellati ritiene probabile che gli investimenti futuri della loro organizzazione saranno fatti nella regione dell’Asia Pacifico. 
Se la crescita in quest’area, in particolare in Cina, non dovesse corrispondere alle attese, potrebbe creare grossi problemi anche all’Occidente. 
 
Fusioni & Acquisizioni
Malgrado le imprese e i fondi di private equity si trovino con una liquidità senza precedenti, i deal conclusi non hanno raggiunto i livelli preannunciati. Nonostante la situazione di volatilità, dalla ricerca emerge come molti manager vedano le acquisizioni come uno strumento chiave di crescita per il prossimo anno. 
Alla domanda su come potrebbero utilizzare la liquidità per le loro operazioni interne, il 29% ha risposto per acquisizioni (mentre il 26% ha detto la stessa cosa per le attività estere). Alla domanda dove saranno le loro acquisizioni nei prossimi 12 mesi, il 32% ha indicato nell’Asia Pacifico, prima del Nord America (27%), l’Europa (23%), America Latina (16%) e il Medio Oriente (10%).
 
“Il quadro in termini di M&A potrebbe mutare drasticamente a breve, in particolare se l’economia globale si indebolisse a causa di un grande default sul debito sovrano nella zona euro o per altri avvenimenti di natura esogena”, ha commentato Eugenio Berenga, managing director di AlixPartners. “In questa situazione di incertezza, la due diligence operativa e la gestione del rischio diventano elementi fondamentali per qualsiasi transazione, specialmente estera”.
 
Aumento degli investimenti
Negli ultimi tre anni, tagliare gli investimenti era visto come la strategia più efficace per migliorare la performance aziendale, più efficace di qualsiasi altra ristrutturazione finanziaria o di outsourcing. Tuttavia oggi il 36% degli interpellati afferma che intende usare parte della liquidità per investire in nuovi macchinari e impianti in operazioni domestiche e il 25% all’estero. Al contempo, solo il 16% ha programmi concreti in questo senso nei prossimi 12 mesi, mentre il 66% di quelli che prevedono di avviare importanti progetti dice che aspetterà almeno un anno, sottolineando l’incertezza economica.
 
Guardando dentro
Malgrado molte imprese siano notevolmente più forti adesso che immediatamente dopo la recessione, grazie ai passi avanti compiuti nel taglio dei costi e nell’individuazione delle reali priorità, dall’indagine emerge chiaramente che c’è ancora molto lavoro da fare. Lo testimonia il fatto che per il 47% degli interpellati il controllo dei costi continua ad essere una priorità.
 
“Anche se le imprese hanno fatto grossi passi avanti negli ultimi anni per rafforzare la loro bottom line, è importante che le lezioni apprese durante la recessione non siano dimenticate”, sottolinea Eugenio Berenga. “Forti controlli interni e un bilancio sano non sono più ideali a cui puntare, quanto piuttosto delle reali necessità per operare nel mercato di oggi. In particolare, con i costi che iniziano a salire anche in settori ristrutturati, le imprese devono essere vigili su tutti i fronti”. 
“Allo stesso tempo, però – aggiunge - le principali imprese devono imparare a crescere in maniera proficua all’interno di questa nuova realtà, o rischiano di essere superate da aziende più lungimiranti che trovano modi innovativi per creare e fornire valore e trainare la crescita, tenendo al contempo sotto controllo i costi”.
               
La ricerca ha riscontrato non solo dei punti comuni tra le aziende del panel provenienti da diversi paesi, ma anche delle differenze e peculiarità, elencate di seguito per area geografica. 
(continua domani...)
 
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