Nessuno può sapere cosa ci riserverà il futuro, però...

di Steven Andrew, gestore del team Multi-Asset di M&G Investments L’ultimo anno dovrebbe averci ricordato i limiti di qualsiasi previsione dell’economia o dei mercati per il prossimo anno. I mercati degli investimenti sono sempre impossibili da anticipare e prevedere, sia che si tratti dell’impatto della primavera araba, del caos del credito sovrano o dei timori di una recessione globale. Dal canto nostro, l’unico aspetto del futuro di cui siamo certi è che nessuno può sapere cosa ci riservi.  Quello che conosciamo è il prezzo di oggi; questo dato possiamo valutarlo nel contesto dei dati reali – dati sulla crescita dell’economia sottostante e dell’inflazione, sulla direzione delle politiche, sui vincoli strutturali e su quant’altro possa essere verificato. A questo riguardo continuiamo a pensare che l’azionario globale offra la prospettiva di ritorni superiori rispetto alle altre asset class. Più nello specifico, i mercati stanno esibendo scarso interesse per l’azionario attraverso valutazioni basse a un livello tale che anche una crescita mediocre offrirebbe con ogni probabilità una significativa crescita al rialzo a sorpresa rispetto ai prezzi attuali.  Continuiamo a essere più positivi rispetto a un’esposizione all’azionario USA e alle azioni di alcuni Paesi asiatici e dell’America Latina, dove troviamo un interessante mix tra prezzi, scenario politico e supporto riscontrabile dai dati economici fondamentali.

 All’interno dell’Eurozona, il caos politico rimane in primo piano, e l’assenza di una risoluzione concreta (dissoluzione dell’euro/unione fiscale) ci trattiene dall’obiettare in positivo ai prezzi di mercato e delle valutazioni.
Infatti, considerando che probabilmente i rischi sul debito sovrano rimarrano in cima alle preoccupazioni degli investitori, è più probabile che ci saranno ulteriori segnali di sofferenza dell’euro piuttosto che una catena di miglioramento. 
Concludendo con una nota positiva, i policy maker di tutto il mondo sono più propensi a vedere un’inflazione in netto calo piuttosto che un’inflazione che rimanga a livelli alti, assicurando che il principale dibattito circa la politica monetaria sia sulla natura dello stimolo che sarà messo in atto. Molto importante, un’inflazione in diminuzione e politiche di stimolo aumentano le possibilità di un’inaspettata crescita in positivo nel 2012. 
 
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