Fondi zombie - Mediolanum-Predator: commissioni sui rimbalzi, la performance viene dopo

Il data base di Morningstar contempla 14.886 sicav e fondi. Con l’assistenza del mostro “Predator” abbiamo voluto classificarli in ordine decrescente di Total Expense Ratio per capire se/quanto il TER può avere un impatto sui rendimenti dei prodotti del risparmio gestito.

Fondi zombie - Mediolanum-Predator: commissioni sui rimbalzi, la performance viene dopo

Per brevità ci siamo concentrati a volo d’uccello solo sui primi 100 prodotti più costosi in classifica.

Va precisato che i fondi con TER elevato normalmente si suddividono in due grandi gruppi: i fondi minuscoli quanto a massa gestita, per i quali l’incidenza dei costi fissi amministrativi fa schizzare il TER verso livelli insostenibili, ed i grandi fondi che applicano cosiddette commissioni di performance (o, meglio, loro surrogati “predatori”) che si aggiungono poderosamente alla management fee. Discorso a parte è quello dei fondi di fondi, su cui oggi non ci soffermeremo.

Il data base di Morningstar, però, probabilmente contiene qualche errore perché non è possibile che la sicav Silk Arab Falcons abbia un TER del 326%, vorrebbe dire azzerare il capitale in 4 mesi. Ne’ che la sicav Silk African Lions abbia un TER del 247%. Così come Anima Liquidità Plus non può avere un TER negativo di -0,68%, cioè che paghi i sottoscrittori perché si facciano gestire, suvvia, non siamo ancora così grulli … Quindi, dobbiamo considerare la presenza di alcuni errori nel data base.

Tuttavia, la sicav Africa Lions si presta ad un paio di utili riflessioni:

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1)    anche se il TER non può essere del 247%, probabilmente deve essere comunque elevato, considerate le performance assolutamente sotto la media del settore;
2)    ciononostante questa sicav, un leone invero un po’ spelacchiato, si guadagna le 3 stelle Morningstar, il che deve indurre il sottoscrittore a considerare il rating Morningstar non sempre attendibile o comunque, non sempre effettivamente utile ad una scelta oculata …

Subito dopo in classifica troviamo l’Ignis International Global Equity, ancora senza rating, con un TER del 14,1%. L’impatto dei costi è nei prezzi  ...

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Considerato il nome della Società e la performance, forse dovrebbero dar fuoco al gestore ….

Andiamo avanti. Ci si aspetterebbe che nei primi 100 fondi più costosi su quasi 15.000 si trovino solo fondi azionari. E, invece, no. Molto alto in classifica per TER troviamo l’obbligazionario europeo Arcipelagos Value Corporate Bond (Lemanik) con un TER del 10,58%.

Risultato? Eccolo:

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Si commenta da se. L’equity line è talmente regolare che vale la pena confrontare la Sicav anche con il benchmark dichiarato dalla stessa Casa, euribor a 3 mesi + 1%.

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Ora, in questo come in altri casi già visti nelle scorse settimane, l’interrogativo è: il gestore ha preso coscienza dell’abisso tra obiettivi dichiarati e risultati effettivamente conseguiti? E, se non può che aver coscienza, come è possibile che il trend negativo della sicav prosegua imperterrito come se nulla fosse? Tendenze masochistiche?

Ma questo non è Arcipelago Value, è Arcipelago Gulag!

Peraltro, subito dopo Lemanik ci offre un altro esempio da manuale di TER da capogiro, il Lemanik Sunrise Retail, della categoria già in passato commentata dei “systematic futures trader”: 7,31% di TER ed una discesa mozzafiato con qualche dosso qua e là che però non rallenta di molto la corsa verso l’abisso ….

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D’altra parte la dimensione del fondo (0,78 milioni di euro) non aiuta di certo a tenere basso il TER. Però, anche al netto del TER, il gestore ci mette del suo per perdere soldi. Di nuovo, questi gestori sistematici non hanno benchmark, hanno tutti i gradi libertà operativa che vogliono, se perdono soldi è solo per demerito loro, non del mercato.

D’altra parte, come vedremo fra breve, alcune sicav Arcipelagos sono proprio Le-Maniake degli alti TER …

Anche l’ Extra Total Return Opportunities (1 milione di massa gestita)…

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… la Atomo Multi Strategy (3 milioni di massa gestita)….

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… la Motus Sicav Investimenti Flex

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… la Lemanik World Equities (4,3 milioni di massa gestita) …

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… la Arcipelagos (Gulag) Absolute Equity (2,4 milioni di massa gestita)

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… la Arcipelagos (Gulag) Idea Cap. Ret. (2 milioni di massa gestita) …

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… l’Adenium FoF Strategic Flex High (qui ben 119 milioni di massa gestita) …

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…. presentano tutti TER superiori al 5% e tutti performance specularmente a dir poco deludenti.

IL CASO MEDIOLANUM

Da segnalare anche che Mediolanum, che piazza numerosi prodotti tra i primi 100 più costosi, riesce comunque a registrare, per quei prodotti, performance “medie”, cioè allineate alle medie di settore.

Attenzione, non è che le medie di settore (tanto per intenderci, tipicamente le tre stelle Morningstar) siano da prendere come esempi di qualità di gestione, tuttavia Mediolanum riesce spesso in questo risultato “medio”, pur avendo dei prodotti molto caricati di costi, molto più della media. Evidentemente hanno ingaggiato qualche gestore di discrete qualità e questo può anche risolversi in un beneficio, che peraltro viene in buona parte incamerato dalla stessa Sgr.

Ad esempio, il Challenge Italian Equity riesce ad assorbire il TER del 4,8% da vero Predator ed allinearsi sostanzialmente alla media di mercato. Chapeau.

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Tanto per fare un esempio numerico riferito al Rendiconto di Gestione 2009 (l’ultimo disponibile su Morningstar), nel 2009 la sicav ha pagato alla Sgr una commissione di gestione di 2,075 milioni di euro (pari al 2,10% sul patrimonio) e ben 3,141 milioni di euro di commissioni di performance (pari ad una commissione di gestione aggiuntiva “equivalente” del 3,17%).

La somma dei due valori dà una commissione di gestione effettiva equivalente di 5,27%, ma si ottiene questo risultato solo perché la commissione di performance che grava su questa sicav azionaria viene pagata ogni mese se viene battuto l’euribor a 3 mesi e, ancora, senza l’adozione dell’high water mark. Al 5,27% si devono ancora aggiungere i costi amministrativi per arrivare al TER effettivo 2009.

Si consideri che l’anno precedente 2008, la sicav aveva registrato un rendimento negativo di -45,8% (sostanzialmente in linea col mercato) e che, pur in quel contesto di gravi perdite, aveva pagato commissioni di performance per 453 mila euro perché in alcuni singoli mesi di quel catastrofico anno era stato battuto l’euribor a 3 mesi. Nel 2008 la commissione di gestione effettiva “equivalente” della sicav era stata del 2,47% rispetto al 2,10% ufficiale, un premio pur nella catastrofe.

La situazione è interessante dal punto di vista strategico-commerciale. Mediolanum non ha prodotti che spiccano in classifica ma, come si è detto, per alcuni di questi ciò avviene a causa degli elevati costi caricati.

Se la commissione di performance applicata fosse una vera commissione di performance, non un premio per i rimbalzi di borsa quale è, ed i costi di gestione effettivi fossero un po’ più contenuti, la società potrebbe scalare qualche posizione nella classifica Morningstar delle performance. Ma, evidentemente la società ritiene che commercialmente non serva avere qualche prodotto che svetta, il successo commerciale è affidato alla rete dei promotori, non ai gestori. Prendere nota.

E questo spiega anche alcune differenze sostanziali tra promotori finanziari e consulenti finanziari indipendenti.

Ai primi si affida il successo commerciale di una società di gestione a prescindere dalla qualità dei prodotti offerti e dal caricamento dei costi.

Per i secondi la qualità del servizio, che deve sforzarsi di tenere i costi bassi, è l’unica stella polare per il successo commerciale.

Zombie terminator

NOTA BENE

Esiste una ampia casistica di fondi di investimento che potrebbero definirsi “zombie”, morti finanziari viventi.

Il caso più ovvio e frequente è naturalmente quello della “insostenibile leggerezza” con cui alcuni fondi perseguono nel tempo strategie regolarmente e gravemente perdenti, senza che sovvengano ripensamenti nelle strategie da parte dei gestori o sussulti di buon senso da parte dei clienti sottoscrittori, vittime della “sindrome di Stoccolma”.

Poi ci sono fondi che sottoperformano gravemente i rispettivi benchmark, al punto che sostituirli semplicemente con degli Etf “stupidi” apparirebbe una mossa estremamente intelligente.

Ci sono anche fondi che non mostrano performance apparentemente devastanti ma che, pur con perdite modeste, tradiscono clamorosamente la loro missione di rendere almeno qualche punto percentuale in più dei prodotti monetari: taluni fondi long/short, alcuni market neutral, alcuni flessibili, ecc..

Ci sono fondi senza massa adeguate che, anche per questo, vedono il patrimonio eroso dalle commissioni.

E via discorrendo …

Questi prodotti non hanno una reale ragione di esistere, in quanto non arrecano alcun beneficio ai loro sottoscrittori in termini di rapporto rischio / rendimento.

Spesso i prodotti in fondo alle rispettive classifiche di categoria ben si prestano a delle amare riflessioni … peccato che esse non siano fatte in seno alle rispettive società di gestione. A questi gestori manca il contraddittorio con un soggetto indipendente e non coinvolto emotivamente nella gestione che li guidi al ripensamento delle strategie di gestione o all’aggiornamento delle competenze professionali.
 
Esamineremo alcuni casi singolari con una certa regolarità. Segnalateci i vostri fondi zombie preferiti.

Come Virgilio accompagnò il Somma Poeta nel suo viaggio descritto nella Divina Commedia, ogni settimana un nuovo mostro ci accompagnerà alla scoperta dell’orrido mondo dei fondi zombi.


 

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