Grande stagnazione e crescita anemica, ma la crisi non ci sarà (Part I)

Scritto da Russ Koesterich - Global Chief Investment Strategist di iShares.  Nel 2012 per l`economia globale probabilmente si prospetta una situazione di “grande stagnazione”, con crescita lenta e positiva ma crisi economica evitata, secondo Russ Koesterich, Global Chief Investment Strategist di iShares. Tuttavia, le probabilità di un`altra recessione globale - risultato di errori politici sia in Europa che negli Stati Uniti - sono aumentate negli ultimi mesi e l`Europa potrebbe incorrere almeno una lieve recessione.

Grande stagnazione e crescita anemica, ma la crisi non ci sarà (Part I)
Nel suo report di mercato `iShares Market Perspectives 2012 Outlook`, Koesterich assegna una probabilità dal 55% al 60% per uno scenario di `grande stagnazione”.
`La buona notizia – recentemente e ampiamente ignorata - è che in assenza di una crisi europea, la maggior parte dell`economia globale sta migliorando,` ha detto. `Le misure più recenti indicano che la crescita negli Stati Uniti, negli altri paesi sviluppati e nei mercati emergenti si sta stabilizzando, sebbene al di sotto del livello di trend.`
Allo stesso tempo, Koesterich indica la probabilità di una recessione globale l`anno prossimo tra il 35% e il 40%, rispetto alla probabilità del solo 20% ipotizzata dello scorso anno. `Mentre i dati economici degli Stati Uniti si sono stabilizzati, la paralisi politica europea continua a costituire un fattore di rischio importante, minacciando non solo
l`Europa ma anche, in senso più ampio, l`economia globale`, ha detto. Koesterich prevede solo una probabilità del 5% che il mondo torni a una crescita più sostenuta nel 2012. `Una rapida accelerazione della crescita globale sembra
improbabile perché, tra l`altro, è quasi certo che l`Europa sarà sottoposta almeno ad una lieve recessione`, ha dichiarato Koesterich.
 
Grande stagnazione: recupero sostenibile, ma comunque a rischio
 
Con i recenti miglioramenti dei dati sull`economia globale, il recupero in corso - anche se ancora piuttosto fragile - appare sostenibile, sebbene in Europa permanga un rischio notevole, ha detto Koesterich. `Anche qualora l`Europa evitasse un collasso del debito sovrano, la riduzione della leva finanziaria da parte del sistema bancario europeo
potrebbe comportare una lieve recessione nel 2012`, ha detto.
In altre parti del mondo, la crescita dovrebbe essere migliore, ma ancora al di sotto del trend. L`economia statunitense è destinata a crescere approssimativamente tra l’1,75% e il 2,50%, in miglioramento rispetto al 2011 e in linea con i tassi medi di crescita dell`ultimo decennio. Si prevede una crescita significativamente più robusta nei mercati sviluppati ma di minori dimensioni (i mercati CASSH), quali Canada, Australia, Singapore, la Svizzera e Hong Kong e nella maggior parte dei mercati emergenti.
Si prevede che il Giappone sarà il Paese a crescita più sostenuta fra le principali economie, grazie alla ricostruzione post terremoto dello scorso anno e la relativa stabilità del sistema bancario domestico.
Koesterich ha evidenziato: `Se la crisi europea non peggiora, l`economia globale può evitare un`altra contrazione. In assenza quindi di un deterioramento della crisi europea, noi manteniamo una visione positiva di lungo termine sui titoli azionari e, in particolare, rispetto alle obbligazioni. Gli investitori dovrebbero approfittare di valutazioni azionarie
storicamente basse e aumentare l’esposizione ai paesi sviluppati ma di minori dimensione e ai mercati emergenti`.
 
Punti interrogativi: debito sovrano europeo e spesa per consumi negli Stati Uniti
 
“Mentre la ripresa dovrebbe continuare in assenza di un`altra crisi, le probabilità di uno shock esogeno sono aumentate su due fronti, entrambi legati alla politica”, ha sottolineato Koesterich.
`La mancanza di un piano di lungo periodo per arginare il contagio del debito sovrano europeo aumenta le probabilità di una crisi bancaria, di una grave recessione e perfino della dissoluzione dell`euro`, ha detto. `Tale scenario potrebbe minare la fiducia e il commercio globale, e probabilmente, mettendo significativamente sotto pressione il
sistema bancario globale`.
Secondo Koesterich, un`altra minaccia per l`economia globale risiede nella diminuzione dei consumi negli Stati Uniti. Dall`inizio del 2008, il reddito disponibile complessivo degli Stati Uniti è aumentato di circa 775 miliardi dollari, sostenuto dalla riduzione del risparmio privato e da stimoli governativi. Circa 550 miliardi dollari, pari approssimativamente al 70%, dell`aumento del reddito disponibile degli Stati Uniti è derivato da un aumento dei trasferimenti governativi.
`In caso di inversione del tasso di risparmio o di un mancato rinnovo degli stimoli governativi anche nel 2012, i consumi dovrebbero contrarsi `, ha detto Koesterich. 
`Considerata l’improbabile ripresa del mercato del lavoro e dei redditi reali, il migliore scenario per il 2012 è probabilmente una temporanea fase di mantenimento`.
(continua domani...)
 
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