Iva, per Confesercenti c`è il rischio boomerang

Nuovo allarme di Confesercenti sul previsto aumento dell`aliquota Iva al 22% che scattera` a giugno.

Per il presidente Marco Venturi `sara` un danno per tutti: non solo frenera` ancora di piu` consumi e Pil, ma potrebbe avere conseguenze negative anche sullo stesso gettito fiscale, che invece di aumentare, come previsto, di 3 miliardi di euro, potrebbe diminuire di 300 milioni`, ha affermato ieri all`assemblea elettiva di Confesercenti Toscana, ripreso da Agi. Venturi chiede di sterilizzare l`aumento e un `giro di vite` su corruzione e sommerso.

`Le stime di incremento di gettito ufficiali - ha spiegato Venturi - sono costruite a parita` di beni venduti. Ma tra le voci interessate dall`aliquota, ce ne sono alcune che anche a prezzi hanno registrato e stanno registrando forti cali di vendita, intorno al 10%. L`ulteriore aumento della tassazione su questi beni, causerebbe un ulteriore riduzione delle vendite e - di conseguenza - del gettito fiscale generato`. Secondo il leader della Confesercenti un nuovo aumento `sarebbe l`ennesimo passo falso: l`interesse generale dovrebbe spingere, come chiediamo con forza da tempo, a riportare l`aliquota Iva al 20%. I soldi si trovino altrove: tagliando le spese come si puo` e si deve: sono 15 anni che Confesercenti conduce una tenace battaglia per semplificare le rappresentanze istituzionali e ridurre gli enormi sprechi pubblici`. Si deve anche colpire `con decisione la corruzione denunciata da tempo immemorabile dalla Corte dei Conti e il fenomeno del sommerso che inquina, con la presenza della criminalita`, l`economia e la convivenza civile. In questo modo daremmo maggior respiro ai conti pubblici e piu` forza al valore della legalita``.

`I consumi delle famiglie italiane sono stati gia` tassati a sufficienza`, ha chiarito il presidente della confederazione. `Anche dall`inflazione: dal 2007 ad oggi, per effetto del rigonfiamento monetario dei redditi, il fisco ha incassato ingiustificatamente 10 miliardi di euro in piu` di imposte, provocando un`ulteriore riduzione dei consumi delle famiglie.

E` il fiscal drag, l`aumento di imposizione che avviene quando i contribuenti, per effetto della crescita nominale dei redditi avvenuta a causa dell`inflazione, si trovano a pagare maggiori imposte senza aver visto aumentare il reddito reale. Nel nostro Paese il fenomeno ha portato a un`imposizione `invisibile` di 10 miliardi - ha detto Venturi - circa 530 euro a nucleo familiare, che aggrava la gia` insostenibile pressione fiscale.

Contro questo accanimento su imprese e famiglie, occorre ora un vero disegno di riordino complessivo del sistema impositivo che porti a una riduzione sensibile delle tasse: si deve stare molto attenti a non far salire ancora la rabbia dei piccoli imprenditori, che e` gia` da tempo ai livelli di guardia`. Anche secondo le associazioni dei consumatori, un aumento dell`Iva dal 21% al 22% - previsto dal primo luglio - potrebbe portare ad un ulteriore congelamento dei consumi. Secondo Adusbef e Federconsumatori un aumento dell`Iva avrebbe una `ricaduta negativa complessiva di 207 euro annui in piu` a famiglia con un nucleo di tre persone` e questo `sarebbe da irresponsabili. Non si e` ancora capito che il potere di acquisto delle famiglie, ormai ridotto ai minimi storici, sta determinando un mercato in continua contrazione e recessione - dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti - con gravi ripercussioni sia sul benessere delle famiglie stesse che sulle imprese`. Anche secondo la Confcommercio con l`aumento dell`Iva ci sarebbe una `stangata` da 135 euro l`anno per una famiglia composta da tre persone. Il direttore dell`Ufficio studi di Confcommercio Mariano Bella sostiene che a fine anno potrebbero chiudere circa 26.000 imprese al dettaglio a causa della crisi.

`Se dovesse scattare l`aumento dell`Iva - aggiunge Bella - questa cifra potrebbe peggiorare ulteriormente`. Gli aggravi di imposta sui portafogli delle famiglie italiane saranno pesantissimi: 2,1 miliardi di euro nel 2013, ben 4,2 miliardi nel 2014. Ipotizzando che i comportamenti di consumo delle famiglie italiane rimangano immutati, la Cgia di Mestre stima che per un nucleo costituito da 3 persone l`aggravio medio annuo sara` di 88 euro. Nel caso di una famiglia di 4 componenti, l`incremento medio annuo sara` invece di 103 euro.

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