LA PAROLA AGLI ITALIANI SUI REFERENDUM CONTRO L'AZIONE DIRETTA IN GUERRA

LA PAROLA AGLI ITALIANI SUI REFERENDUM CONTRO L'AZIONE DIRETTA IN GUERRA

Milano, 11 giugno 2023. Di Cristina Gallini

Mentre siamo già al settimo pacchetto di armi inviate da parte del Governo italiano verso l’Ucraina, l’articolo 11 della nostra Costituzione tutt’ora recita:

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

In spregio a questa importante norma, scritta dai nostri padri costituenti per un’Italia che usciva distrutta dopo la Prima e la Seconda guerra mondiale, il Governo Draghi unanime, il 25 febbraio 2022, quindi a “inizio” guerra e senza alcun tentativo preliminare serio di ricerca di un dialogo tra le parti, decideva, con un decreto-legge, l’invio di armi all’Ucraina.

Ancorché si possa essere pro o contro una delle due parti in campo,  secondo la conoscenza che si ha della storia di quei territori, resta il fatto che è evidente una violazione della nostra Carta costituzionale.

Ormai diventata prassi, a suon di DPCM e decreti-legge, il rovesciamento di quei principi costituzionali scritti con il sangue dei nostri avi.

Per questa ragione, perché si crede nella Pace, perché si ripudia la violenza come mezzo di risoluzione delle controversie, perché l’invio di armi sta provocando un allargamento del conflitto che presto potrebbe coinvolgere direttamente anche l’Italia, i comitati Generazioni Future e L’Italia Ripudia la Guerra hanno deciso di proporre a tutti i cittadini di cittadinanza italiana, anche quelli iscritti all’AIRE, due importanti quesiti referendari.

Il primo quesito riguarda l’abrogazione dell’art. 1 del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185, con cui si è prorogata fino al 31 Dic. 2023, l’autorizzazione all’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina.

Il secondo quesito vuole togliere al Governo il potere di derogare al divieto di esportazioni di armi in teatri di guerra attraverso la semplice informativa al Parlamento.

Questo potere è attualmente autorizzato con una legge del 09 luglio 1990, n.185, il cui comma 6, lettera a, che si chiede di abrogare, rende lecito l’invio di armi verso Paesi belligeranti, con una semplice deliberazione del Consiglio dei Ministri, evitando quindi la stesura di una legge formale e la piena responsabilità politica del Parlamento.

A questi due quesiti referendari si è deciso di unirne un terzo, altrettanto importante, che riguarda la sanità pubblica, attraverso il quale si cerca di impedire la tendenza alla privatizzazione dei servizi per la salute ed il conflitto di interessi nell’allocazione degli ingenti fondi pubblici per la sanità.

Con esso si vuole cancellare una previsione di legge per cui le Regioni, cui compete la gestione del sistema sanitario a livello territoriale, possono ammettere la partecipazione di soggetti privati nella programmazione della sanità, soggetti quindi che, essendo coinvolti nella gestione, si trovano in evidente conflitto di interessi.

L’Italia spende per la sanità il 7% del suo PIL, una cifra enorme. Si deve impedire che vada a finire dove si fan più profitti anziché dove più ce n’è bisogno.

Con questo referendum non si vuole escludere i privati convenzionati dalla gestione sanitaria, che in molti casi svolgono in modo egregio, ma dalla programmazione, che deve essere invece esclusiva responsabilità del pubblico e libera da conflitti di interessi.

Per questa ragione s’intende abrogare l’art. 1, comma 13, decreto legislativo n.502/1992, limitatamente alle parole “e privati e delle strutture private accreditate dal servizio sanitario nazionale”

Sotto i link ai siti di Generazioni Future e di Referendum Ripudia la Guerra.

Si può firmare online (a tutti e tre i quesiti solo su Generazioni Future)

Su entrambi i siti si trova una comoda mappa che indica dove poter firmare in presenza (presso gran parte dei municipi italiani, oltre che presso comodi e frequenti banchetti).

https://referendumripudialaguerra.it

https://generazionifuture.org