Lo chiamano Welfare, Ça va sans dire

Nel nostro paese ci si riempe spesso la bocca parlando di politiche sociali, anzi è uno degli hobby preferiti dai nostri politici, raccontando la rava e fava in merito alla presunta sensibilità italiana su questa tematica. Ma la realtà è un po` più complessa e articolata. Nel 2010 la spesa per la protezione sociale ha raggiunto in Italia il 29,9% del Pil, stabile rispetto al 2009, e e in deciso aumento rispetto al 2007 (26,6%), quando si era alla vigilia della crisi economico-finanziaria.

Dai dati diffusi da Eurostat, il Welfare tricolore e` soprattutto concentrato sugli anziani che assorbono il 60,6% delle prestazioni dell`intera protezione sociale. Tra i ventisette paesi dell`Unione solo la Polonia supera l`Italia con il 60,9%. La media Ue per i benefici sociali a favore degli anziani e` pari al 45%.

Le note dolenti arrivano su tutto il resto a partire da sanita` e disabilita` che pesano il 31,5% del Welfare, ben al di sotto della media Ue che viaggia al 37,4%.

Su famiglia e infanzia mentre la media Ue viaggia all`8% , il Belpaese si limita al 4,6%. Anni luce lontani dalla Germania (10,9%), dalla Francia (8,3%) ma anche da Spagna (6%) e Portogallo (5,7%). Peggio dell`Italia solo la Polonia al 4,2%.

Stessa musica per la disoccupazione che vale appena il 2,9% contro una media Ue del 6%.

Infine, le politiche per la casa e l`inclusione sociale valgono appena lo 0,3% dell`intero Welfare collocando l`Italia all`ultimo posto nell`Unione europea. Gli altri due paesi che dedicano meno risorse all`inclusione sociale e alla politiche abitative sono la Polonia e l`Estonia con l`1,1%, comunque quasi il triplo dell`Italia. La media Ue e` del 3,6%.

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