PER COLTIVARE I SUOI PIANI "B", "C", "D", MACRON CHIEDE OSPITALITA' AI BRICS

PER COLTIVARE I SUOI PIANI "B",  "C",  "D", MACRON CHIEDE OSPITALITA' AI BRICS

Giannina Puddu, 17 giugno 2023.

Emanuel Macron, si muove sulla storica scia francese, cerca opportunità da cogliere e tiene i piedi in due scarpe con disinvoltura.

Aveva già messo in discussione l'attualità e l'utilità della NATO e ne segue la politica in Ucraina con fin troppa diligenza.

Su questo sfondo,  pare che avrebbe chiesto al presidente sudafricano Cyril Ramaphosa un invito al vertice BRICS previsto per agosto.

Non ci sono conferme ufficiali dalle due parti, tuttavia, se ne parla molto come se fosse certa la sua irrituale richiesta.

E' la prima volta che un leader dei paesi sviluppati del G7 chiede di partecipare a un vertice BRICS, consesso che comprende la Russia, tra l'altro, verso la quale, nella guerra ucraina, la Francia di Macron appartiene al gruppo dei "nemici" dichiarati.

Macron, dimostra di essere più "pragmatico" degli stessi americani, diciamo per non spingerci oltre, alla luce della sua tracotanza.

Vuole sedere a tavoli opposti, contemporaneamente, in uno da nemico dichiarato e nell'altro si offre come chiacchierone-debuttante.

Certo è che, per conservare lo smalto della grandeur francese (derubando gli altri...), bisogna stare al passo e non si possono ignorare i BRICS che crescono con costanza, rappresentano il 40% della popolazione mondiale, aprono sempre più all'Africa...

Aumenta anche il potere economico dei Paesi che ne fanno parte e che, ormai, pesano per il 31,5% del PIL globale mentre i signori del G7 perdono e scendono al 30%.

La formula dei BRICS è attraente e 19 nuovi Paesi stanno bussando alla loro porta, per entrare.

Da anni, stanno lavorando per trasferire i loro scambi commerciali su loro valute, abbandonando l'invasivo dollaro.

Tutto ciò non sfugge a Macron che agisce da capo di Stato Sovrano e, ad aprile, nonostante le maggiori tensioni tra gli USA e la Cina, si è recato in Cina con Ursula Von der Leyen per dichiarare la sua forte volontà di cooperare con Pechino.

Neppure ignora, evidentemente, che gli Stati Uniti stanno traendo profitto dalla crisi ucraina mentre l'economia europea sta pagando un conto salato e, dunque, cerca di porre rimedio per la sua Nazione agendo in solitario e assumendo iniziative unilaterali che prescindono dal contesto UE che considera solo quando gli conviene.

Insomma, si fa gli affari suoi e in modo sfacciato.

Chissà se sarà soddisfatto il suo desiderio di entrare nel nuovo conclave.

L'Africa si sta avvicinando ai BRICS e vuole liberarsi non solo del Franco CFA ma anche della sua fotocopia ECO, già definito da molti leaders africani, solo un make-up di facciata” che conserva gli anacronistici privilegi francesi in Africa che privano un gran pezzo d'Africa della gestione delle sue risorse e delle sue risorse.

Macron chiede di entrare nei BRICS per non perdere il controllo delle sue ex colonie.

La Nigeria (prossima debuttante ai BRICS) con il Ghana, ha chiesto recentemente ai leader dei paesi francofoni (Costa d’Avorio, Senegal,...) di “tagliare il cordone ombelicale con la Francia”.

Macron intende esserci anche per evitare questo taglio che farebbe perdere alla Francia il diritto di appropriarsi del 50% del controvalore di tutte le esportazioni di 14 Paesi Africani, il controllo totale della Banca di Francia sulla loro moneta compresa la stampa,  il «primo diritto» per la Francia di comprare qualsiasi risorsa naturale, uranio, oro, petrolio, gas, caffè, cacao....

E cosa ne sarebbe degli imprenditori  francesi impiantati nelle ex colonie per gestirne i migliori asset come fossero roba loro e facendo miliardi a palate mentre gli africani, in casa loro, fanno la fame?

La presenza di Macron (magari concordata in silenzio con altri partner occidentali...), tenuto conto delle finalità politiche dei BRICS, sarebbe assolutamente inopportuna. 

Macron rappresenta, nel modo peggiore, ciò da cui gli alleati BRICS intendono fuggire, emancipandosi e puntando alla loro effettiva e definitiva indipendenza, rafforzandosi reciprocamente. 

Se presente, Macron avrebbe spazio per insinuarsi nei processi decisionali, craere tensioni distruttive, allontanare dai loro veri obiettivi questi paesi, coltivando, subdolamente,  gli interessi della Francia e dei suoi più forti alleati per i quali i BRICS rappresentano una sfida che sta già mutando gli equilibri globali. 

Si spera che Ramphosa non sia nè ingenuo, nè corruttibile.

Il Presidente del Sudafrica, dovrebbe rispondergli: NO, grazie, stia pure a Parigi signor Macron!